L’omeopatia in Italia: dalle origini ad oggi – Seconda parte

8 Agosto, 2020
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Riedizione ampliata dell’articolo originale “Die Homöopathie In Italien – Von den Ursprüngen bis heute” pubblicato su Spektrum der Hoömopathie – 2017 n° 3 – ISSN 1869-3091

 

La storia recente

prof. A. Negro

Nel 1950 il prof. Antonio Negro, nativo di Alassio (SV), fonda a Roma il Centro Ippocratico Hahnemanniano e pochi anni dopo l’Accademia Italiana di Medicina Omeopatica, con il fine di insegnare la dottrina hahnemanniana. Nel 1954 è la volta della Rassegna Italiana di Medicina Omeopatica, che dirigerà con passione e rigore scientifico, importante sostegno a una diffusione culturale della materia. Questi sono i primi, ma fondamentali atti del risorgere dell’Omeopatia nel belpaese, il prof. Antonio Negro ne compirà moltissimi e di grande significato nel corso della sua lunga e operosa vita, si spegnerà serenamente a 102 anni nel marzo del 2010, dopo aver visitato i suoi affezionati e numerosi pazienti fino a pochi mesi prima.
Se il prof. Antonio Negro ha avuto il grande merito di preservare il verbo omeopatico e di cominciare il lungo percorso della sua penetrazione in tutti gli strati sociali, se la sua figura è universalmente riconosciuta, come quella del padre nobile dell’Omeopatia italiana, la dr.ssa Alma Rodriguez, è considerata la mamma degli omeopati italiani. Il suo amore per l’Omeopatia scocca negli anni ’50, a Caracas in Venezuela, dove presso la sua farmacia è il dr. Martin Kelber, omeopata belga, a indirizzare i pazienti per la preparazione dei rimedi. All’inizio poco convinta di quei medicinali, la cui diluizione le sembra portarli in un campo di inefficacia terapeutica, si deve ricredere, vedendo gli strepitosi risultati ottenuti dai pazienti. Con entusiasmo inizia lo studio dell’Omeopatia

Dr.ssa Alma Rodriguez

e ritornata in Italia nel decennio successivo, aggiunge alla sua laurea in farmacia quella in medicina. Gli anni ‘70 sono gli anni della rinascita culturale dell’Omeopatia, sulla scorta dei profondi cambiamenti politici e sociali che il paese sta vivendo. E ancora una volta è Napoli a dare il via a quella che la dottora (così la chiamano i suoi allievi e i colleghi) ha chiamato la “Rivoluzione in Medicina”. Nel 1971, la dott.ssa Adele Alma Rodriguez assieme al Antonio Negro, fonda a Napoli il Ce.M.O.N. – Centro di Medicina Omeopatica Napoletano Tommaso Cigliano, con il fine specifico dell’insegnamento e della diffusione della Medicina Omeopatica Pura. Nel novembre del 1970, alla presenza di personalità del mondo della Medicina, della Cultura, della Chiesa e della Politica, viene inaugurato il primo anno accademico 1970/71, al quale si iscrivono 70 persone tra medici e studenti in medicina. Il corso, triennale, si sviluppa parallelamente anche a Roma. Dopo il primo triennio i medici diplomati cominciano a praticare, ma la difficoltà di reperire i rimedi crea grosse difficoltà.

Il CeMON Presidio Omeopatia Italiana, costituisce perciò una divisione farmaceutica e inizia a importare prima e produrre poi, medicinali omeopatici unitari, per consentire ai giovani omeopati di trattare i pazienti che cominciano ad affluire ai loro studi, rimanendo sempre fedele alla farmacopea omeopatica tedesca (HAB) per fornire, come diceva lo stesso Hahnemann “…le medicine più pure e più potenti che sia possibile, per poter essere sicuro della loro azione terapeutica…” (§ 264 Organon). In quegli anni si iniziano a tessere importanti relazioni internazionali, anche grazie ai congressi della LMHI, fino ad arrivare, nel 1977 alla costituzione della LUIMO (Associazione per la Libera Università Internazionale di medicina Omeopatica) i cui fondatori sono Alma Rodriguez, Antonio Negro, Tomàs Pablo Paschero e Proceso Sanchez Ortega. L’obiettivo è creare un modello di insegnamento evolutivo in Omeopatia, partendo da esperienze diverse, per formare omeopati esperti.  Da quell’esperienza pionieristica e di risveglio nella nostra penisola, delle attività didattiche omeopatiche, in continuità con l’Accademia Italiana di Medicina Omeopatica (A.I.M.O.H.) fondata da Antonio Negro, alla fine del 2020 si inaugurerà la 65° Corso Triennale di Medicina Omeopatica della LUIMO.  Alla presidenza Carlo Melodia, sempre a fianco di Alma Rodriguez e ora suo degno successore, con la direzione didattica di Andrea Aversa e la collaborazione determinante di Maria Luisa Agneni e Francesco Eugenio Negro, in un percorso di studio elaborato in oltre sei decenni allo scopo di formare “Il Medico del Futuro”.

Per otto anni si tengono due corsi di una settimana all’anno, oltre a seminari, convegni, forum, a cui partecipano medici studenti da tutt’Italia, molti dei quali diventeranno la classe dirigente dell’omeopatia dei nostri giorni. Il vento di rinascita che parte ancora una volta dal sud e da Napoli, non rimane isolato, tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli 80 molte nuove realtà si affacciano prima e si affermano dopo. La società, che ha speso la maggior parte delle energie, nelle fatiche della ricostruzione del dopoguerra, avendo ormai consapevolezza di un riacquistato benessere e di una situazione internazionale più stabile, comincia a evolvere rapidamente, anche grazie a conquiste tecnologiche importanti. Non sempre questi cambiamenti sono armonici, anzi spesso sono frutto di duri confronti e di lotte violente. Dalla rivolta giovanile del 1968 e dalle lotte operaie e civili che si protraggono per gran parte degli anni 70, esce un Italia diversa, affrancata da retaggi feudali, ricca di nuove idee ma anche di aspre contraddizioni. Il mondo della Medicina non è naturalmente esente da questo vero e proprio terremoto dei costumi e della cultura. I giovani medici hanno un’idealità diversa dai loro predecessori, sono entrati in contatto con realtà e visioni che hanno una concezione olistica dell’uomo. Non sono più disposti ad accettare l’insegnamento dell’Università come una verità assoluta, inconfutabile. L’omeopatia è quasi un simbolo, un paradigma, di questo cambiamento, dimostrando nei suoi duecento anni di storia e proiettandosi nel futuro, attraverso le promesse di una sua lettura da parte della fisica quantistica, di poter ricoprire un ruolo di ineguagliabile metodologia clinica sempre incredibilmente attuale.

Ma torniamo alla nuova spinta propulsiva che favorisce la creazione, in diverse parti d’Italia, di centri di studio, scuole, ambulatori, associazioni. A Milano già nel 1978, grazie alla spinta dell’omeopata belga Jacques Imberechts, fondatore di Homeopathia Europea, il gruppo di studio tenuto da Mario Garlasco e, tra gli altri, Carlo Cenerelli, tutti allievi di Pierre Schmidt, si organizza nell’Associazione Lycopodium. Viene costituita una scuola e un ambulatorio che favoriranno la diffusione dell’Omeopatia in quell’area. In seguito, molti docenti si trasferiranno in Toscana e costituiranno a Firenze la Scuola Mario Garlasco e l’Associazione Lycopodium, ancora oggi attiva.
A Verona a metà degli anni Ottanta è la volta della Società Omeopatica Veronese che ha come figure di spicco l’indimenticato omeopata argentino Hugo Carrara, proveniente dalla scuola di Paschero, Maurizio Castellini, Maurizio Albano e Stefano Barni. Anche qui i primi anni sono ruggenti, con aule piene di medici giovani e meno giovani, che vogliono apprendere questa “nuova” metodica di 200 anni fa.

Intanto a Roma, nel 1975 viene fondato dai fratelli Antonio e Roberto Santini L’Istituto di Studi di Medicina Omeopatica. Dal 1975 al 2010 l’ISMO ha tenuto 35 edizioni del Corso Triennale di Medicina Omeopatica, con il quale ha formato più di 5.000 medici omeopatici secondo il modello costituzionale. Dal 2011 i contenuti del Corso ISMO sono reperibili all’interno della Scuola Nazionale di Omeopatia Clinica della SIOMI. L’attuale Direttore dell’Istituto è Gino Santini, coordinatore dell’attività ambulatoriale e di ricerca. Nel 1980 nasce il Gruppo Omeopatico Dulcamara a Genova, animato dai dottori Tonello, Merialdo e Mangini, che si collega con la Faculty of Homeopathy di Londra, fornendo la possibilità, ai partecipanti ai corsi da loro organizzati di conseguire, dopo apposito esame, i diplomi con il prestigioso riconoscimento dell’istituzione britannica. Ora la Scuola, dopo una fusione con un’altra realtà didattica è attiva con il nome di Scuola di Omeopatia di Genova. A Roma, prima come Med.Om e poi come IRMSO, Pietro Federico, allievo di Antonio Negro e in seguito del messicano Ortega, dà vita a un’altra scuola tra le più importanti e frequentate, che continuano ancora oggi l’importante lavoro della formazione di base. Oggi l’IRMSO sta partendo con il XXXIII anno di corso, prevedendo anche la formazione a distanza, un traguardo importante, conseguito grazie alla volontà e alla sagacia dei suoi docenti, tra cui Pietro Gulia, attuale vicepresidente per l’Italia della LMHI. Anche in Sicilia c’è il desiderio di rinverdire i fasti del dei primi anni del 1800 e sia a Catania, dove alcuni allievi della LUIMO, coordinati da Salvo Coco, fondano il COS (Centro Omeopatico Siciliano), che a Palermo, dove viene rinfocolata, dal lavoro serio di Ciro D’Arpa e dei suoi colleghi, la brace mai spenta dell’Accademia Omiopatica Palermitana, fondata nel 1844 e rifondata nel 1992. L’esperienza palermitana si collega con quella dell’AMHSO (Associazione Medica Hahnemanniana per lo studio dell’Omeopatia) di Giuseppina Bovina e Andrea Valeri e alla già citata Società Omeopatica Veronese, dando vita alla SIMO (Società Italiana di Medicina Omeopatica) la società scientifica dell’Omeopatia italiana, che avrà il grande merito di tessere il lavoro di contatti e di scambi di documentazione, che culminerà nel 2002 a Terni, il 18 maggio, durante il Consiglio Nazionale della FNOMCeO, che raggruppa tutti gli Ordini dei Medici delle 103 province italiane, in cui l’Omeopatia viene dichiarata “Atto Medico”. È questa probabilmente, dal punto di vista del riconoscimento istituzionale, la più importante conquista del mondo omeopatico nell’Italia di oggi.

Il dinamismo e il successo tra la gente comune degli ultimi anni del XX secolo, porta a comprendere che gli omeopati, da soli, possono fare ben poco, ma che associandosi possono dare forza alle loro istanze e favorire in maniera determinante la diffusione e l’utilizzo della metodologia che praticano. Nel maggio del 1990, dopo alcune esperienze associative minori, nasce la FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati), sotto la presidenza di Giorgio Liotti, con l’ambizioso programma di dotare le scuole di Omeopatia classica e i medici omeopati di una casa comune. Programma realizzato in larghissima parte, grazie all’impegno profuso dai suoi presidenti e da tutti gli associati, la FIAMO è ormai considerata, a livello nazionale e internazionale, il punto di riferimento a cui rivolgersi per dialogare con gli omeopati classici italiani. Infatti, dal 2004 entra a far parte della FISM (Federazione italiana delle Società Medico-Scientifiche). Impossibile non ricordare alcuni dei membri propulsori della FIAMO, come Pindaro Mattoli, che continua l’ininterrotta tradizione omeopatica della sua famiglia, che risale ai suoi albori in Italia, e Antonella Ronchi che da diciotto anni regge l’associazione con saggezza ed equilibrio, portandola a una crescita di iscritti costante e soprattutto guidandola a rappresentare presso le istituzioni e il pubblico, la comunità omeopatica italiana, proponendo documenti, organizzando incontri e promuovendo una corretta informazione sulla medicina omeopatica. Nel suo instancabile lavoro di testimonial e di rappresentante dell’Omeopatia, Antonella Ronchi riceve il più che valido aiuto di Giuseppe Fagone, di Francesco Marino, vicepresidente FIAMO e di un’altra grande donna dell’Omeopatia italiana, Giovanna Giorgetti, da moltissimi anni Segretaria dell’Associazione. La FIAMO dal 1996 pubblica una rivista di altissima qualità, Il Medico Omeopata, diretta, fin dalla sua fondazione, dall’instancabile Gustavo Dominici. La rivista, quadrimestrale, viene distribuita in oltre 3.000 copie, con contenuti in maggioranza scientifici, di elevato pregio, destinati ai professionisti del settore. La FIAMO, come la LUIMO è membro istituzionale della LMHI ed incaricata dell’organizzazione del congresso mondiale della Liga Medicorum Homoeopathica Internationalis del 2019 in Italia. Per inciso è importante ricordare che dal 2013 al 2016, la LMHI ha avuto, per la prima volta, una presidenza italiana, nella persona di Renzo Galassi, omeopata di grande esperienza, allievo prediletto di Ortega, che ha saputo creare all’interno dell’associazione, un clima dinamico e di collaborazione, con le realtà omeopatiche di quasi 100 nazioni, al punto di essere successivamente insignito del titolo di “President of Honor” della LMHI, riconoscimento ricevuto nei quasi 100 anni di vita dell’associazione solo da altri sette presidenti. Per quanto riguarda la LMHI, un’altra istituzione di grande rilevanza culturale e scientifica, come membro istituzionale è la FOI (Fondazione Omeopatica Italiana) creata nel 1980 e portata avanti con passione ed entusiasmo dagli indimenticabili fratelli Nicola e Emilio Del Giudice, il primo omeopata di valore, proveniente da una lunga esperienza alla LUIMO e il secondo fisico di caratura internazionale attivo insieme ad altri colleghi, tra cui il Nobel Montagnier, nell’indagare in profondità sui meccanismi di azione dell’Omeopatia.

Particolare rilevanza, ha costituito e costituisce tutt’oggi il rapporto della FIAMO con l’European Commitee for Homeopathy, ECH, che già dal 1994, in seguito alla pubblicazione da parte di quest’ultima organizzazione, del documento dal titolo Homeopathy in Europe che traccia per la prima volta le linee guida per la formazione, aggiornate nel 2005, subito adottate in Italia dalle scuole aderenti alla FIAMO. In seguito, aderisce anche la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), nota soprattutto per aver lavorato alacremente all’apertura, nel febbraio 2011, del Centro di Medicina Integrata dell’ospedale Petruccioli di Pitigliano (GR); dove l’utilizzo della medicina ufficiale è applicato in maniera integrata con le medicine complementari (omeopatia, agopuntura, omotossicologia e fitoterapia). In questo progetto, come in altri della sanità pubblica della regione Toscana, la più avanzata in questo settore, importantissimo il lavoro di Elio Rossi (Associazione Lycopodium) e Simonetta Bernardini, presidente SIOMI dalla sua fondazione nel 1999. Da menzionare per la rilevante quantità e qualità del lavoro di formazione svolto, sia rivolto ai medici che ai farmacisti, SMB Italia (Società Medica Bioterapica) fondata nel 1983, grazie al propulsivo impegno di Valter Masci, Gianfranco Trapani e Sandro Paladino.

[continua]

Bibliografia

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