Dott. Federico Allegri - Direttore della Scuola di Medicina Omeopatica di Verona

Ricordo di Beatrice Dedor

27 Ottobre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Ricordo di Beatrice Dedor, 24 ottobre 2022.

Come riassumere, a lutto appena avvenuto, i tratti di una persona e con lei un’opera segnata dalla gratuità all’interno di una realtà così particolare e contradditoria come una scuola di Medicina omeopatica?

Da molti anni non si poteva pensare alla Scuola di Verona senza associarla alla presenza della Dottoressa Beatrice Dedor, per quanto la sua fosse una presenza silenziosa volutamente in ombra e dai modi sempre tormentati, ma tuttavia sempre presente, sempre una certezza affidabile, sicura, generosa.

C’era un istintivo modo di retrarsi in lei e una insicurezza che la portava ad approfondire, studiare e mai sentirsi all’altezza degli altri, e insieme a non fidarsi dei riconoscimenti e degli apprezzamenti che riceveva.
Preciso, anche pignolo, era invece il suo insegnamento, che poneva sempre l’accento sullo specifico dei singoli sintomi che illustrava e che voleva che gli studenti capissero, convinta dell’importanza di un apprendimento più “noioso”, senza mai lasciarsi andare a sintesi ad effetto.
È invece sbalorditivo il numero e la qualità dei messaggi che pubblicamente o in forma privata sono subito arrivati dopo la comunicazione della sua morte, messaggi innanzitutto di ex allieve/i e dispiace davvero che lei non abbia gustato appieno i segni di stima, di affetto, viene da dire quasi d’amore, che il suo impegno le ha offerto, segni tutti sudati e meritati.

Quando parlavo con lei nel tempo a disposizione, ed ho avuto la fortuna di poterlo fare più volte, riscoprivo sempre, dietro un primo muro di pessimismo critico, una umanità grande, lucida, introspettiva, onesta, capace di dialogare e riflettere senza più brontolii sulle tappe e persone significative della sua vita.
Mi ha ad esempio fatto impressione la sottolineatura della stima e della riconoscenza manifestata verso la Dottoressa Raffaella Pomposelli, mentore del suo ingresso nel mondo dell’Omeopatia, con cui ha avuto un rapporto molto significativo e contradditorio, nel momento in cui si è poi interrotto nel tempo.

Erano meditate e precise le sue parole nel privato e si sono mantenute tali anche in questi ultimi anni, segnati dalla malattia fisica e dalle difficoltà che la crisi dell’Omeopatia, e poi la pandemia, avevano portato nella sua vita.

Sapevamo della sua forte compromissione fisica, ma non ci aspettavamo il rapido precipitare delle sue condizioni, illusione e speranza che puntualmente anteponiamo alla realtà e che ora si accompagna al dispiacere di non averle testimoniato come dovuto tutto l’affetto e la riconoscenza che le dobbiamo.
Il tuo esempio però vive in noi, carissima Bea.

Tratto dalla Newsletter FIAMO – www.fiamo.it

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