Hahnemann, Hufeland e la Scarlattina

10 Aprile, 2021
Tempo di lettura: 2 minuti

L’interesse di Hahnemann per la scarlattina inizia nel 1788  con Prevenzione della diffusione della scarlattina.

La scoperta di Jenner rinnova il suo interesse e, nel 1800 pubblica Scoperta di un rimedio specifico infallibile per la scarlattina. Nel 1801 in Cura e prevenzione della scarlattina  descrive i dosaggi omeopatici di Belladonna. Hufeland, disapprova le contestazioni che Hahnemann ha avuto per l’utilizzo di così piccole dosi, considera come sia più corretto osservare direttamennte i risultati prima di criticare. Così, simpatizzante dell’Omeopatia, anche se pone qualche riserva metodologica, scrive dal suo Journal,è il 1807, un appello, ciò che oggi si chiama consensusDomanda a medici e non medici sulla profilassi hahnemanniana contro la scarlattina. Nel 1826 Hufeland pubblica dopo 25 anni di attesa i risultati in un testo di 226 pagine, Belladonna, edito da Dümmler a Berlino, l’Università dove insegna Terapia speciale medica, Le risposte vengono da medici condotti, docenti tedeschi, ma anche da  Parigi e Bruxelles. Sono raggruppante secondo gli anni in cui le ha ricevute dal 1818 al 1825. Molte sono accompagnate da grafici. Tranne due che si dicono in grado di non poter giudicare per scarsità di casi, tutti gli altri 25 sono assolutamente positivi. Hufeland anche ha sperimentato. Al termine del testo  pubblica le sue conclusioni. Considera che pur non essendoci mai una profilassi assoluta, i risultati ottenuti con Belladonna sono stati quelli di ridurre la “forza” della malattia, di non aver presentato effetti collaterali e auspica che la statistica possa essere estesa. Un corretto esempio di scienza aperta priva di pregiudizi. Conta solo il risultato che, poi con metodo induttivo si deve trasformare in teoria. Questi sono i principi della scienza.

Da notare che L’”Osservatore Medico” di Napoli (anno II pag.48-49; anno III pag. 104-147) pubblica già nel 1801 notizie sull’uso di Belladonna nelle epidemie di scarlattina.

Hufeland ci insegna come l’apertura e la flessibilità metodologica da parte di chi si interessa di scienza siano fondamentali, per evitare di respingere a priori dati che non rientrano negli standard da loro conosciuti. Per citare Pascal, c’è il rischio di ignorare affermazioni scientifiche che poi si rivelano vere, e di dare seguito a dichiarazioni che si scoprono false.

 

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