L’ultima versione del piano d’azione nazionale del governo austriaco sulla resistenza antimicrobica (NAP-AMR) conferma il potenziale dell’Omeopatia e di altre medicine complementari nell’affrontare la resistenza antimicrobica.
La resistenza antimicrobica è stata identificata come una delle più grandi minacce per la salute in tutto il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), lavorando insieme all’Unione Europea, stanno usando l’approccio One Health per introdurre e intensificare le misure per ridurre la resistenza agli antibiotici.
La versione attuale del piano austriaco è stata pubblicata il 25 marzo dal Bundesministerium Soziales, Gesundheit, Pflege und Konsumentenschutz (Ministero per il sociale, la salute, l’assistenza e la protezione dei consumatori – BMSGPK). In linea con le organizzazioni internazionali, descrive i progetti e le procedure previste in Austria per prevenire le infezioni e ridurre l’uso di antibiotici in tutti i settori. L’approccio One Health è intersettoriale, e quindi il piano include misure sia nel campo della medicina umana che in quella veterinaria, nell’agricoltura, nella produzione alimentare e nell’ambiente, così come nell’istruzione, nel perfezionamento e nella formazione, nella scienza e nella ricerca in tutti i settori. Questo approccio olistico è ritenuto essenziale per ridurre in modo sostenibile lo sviluppo e la diffusione dell’antibiotico resistenza, per promuovere la qualità delle terapie antimicrobiche e quindi per mantenere l’efficacia delle sostanze antimicrobiche esistenti, per il bene dell’uomo, degli animali e dell’ambiente.
Il piano identifica una serie di azioni per ridurre e ottimizzare l’uso di antibiotici negli animali. Una di queste misure consiste nell’esplorare possibili usi di metodi medici complementari, come l’Omeopatia e la Fitoterapia, per mantenere o ripristinare la salute degli animali. Tali metodi sono suggeriti sia come supplemento alle cure convenzionali che come profilassi.
In questo, il piano d’azione si allinea al regolamento UE 2018/848 sulla produzione biologica e l’etichettatura dei prodotti biologici, in vigore dal 17 giugno 2018. Questo dà importanza all’uso ottimale degli antibiotici e richiede l’uso dell’Omeopatia e della Fitoterapia negli allevamenti biologici, in preferenza al trattamento con medicinali veterinari allopatici di sintesi chimica, compresi gli antibiotici, a condizione che il loro effetto terapeutico sia efficace per la specie di animale e per la condizione a cui è destinato il trattamento. Secondo il regolamento, la medicina integrativa (medicina convenzionale integrata dalla medicina complementare) dovrebbe essere preferita ogni volta che è possibile. L’uso di farmaci convenzionali, compresi gli antibiotici, è anche consentito se necessario, per evitare la sofferenza degli animali e deve essere somministrato sotto la responsabilità di un veterinario, quando il trattamento con rimedi fitoterapici, omeopatici e altri rimedi è inappropriato. I metodi medici complementari possono essere utilizzati in aggiunta ai metodi convenzionali per mantenere gli animali in salute.
Il piano d’azione austriaco AMR identifica inoltre una mancanza di veterinari formati in medicina integrativa e sottolinea l’importanza di tale formazione sia a livello universitario che post-laurea, anche in Agopuntura, Terapia neurale, Chiropratica, Omeopatia e Fitoterapia, in modo che possano lavorare in linea con l’uso preferito di Omeopatia e Fitoterapia specificato dal regolamento UE. Include piani per lanciare ulteriori eventi di formazione in Omeopatia e Fitoterapia per i professionisti veterinari al fine di aumentare la competenza e soddisfare la domanda.
Nella sua lista di riferimenti, il piano d’azione include studi sulle prove dell’efficacia dell’Omeopatia nelle infezioni o nella loro prevenzione e anche dati dalla ricerca sui servizi sanitari, i cosiddetti dati del mondo reale. Questi sono descritti come un’indicazione del potenziale per ottimizzare l’uso degli antibiotici attraverso trattamenti omeopatici. Anche una revisione narrativa del 2019, che ha esaminato il potenziale della medicina complementare nel suo complesso in termini di riduzione dell’uso di antibiotici, è giunta a questa conclusione. La revisione sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per poter presentare prove di alta qualità metodologica sull’efficacia e sui costi.
Le prove attuali suggeriscono che il potenziale delle medicine complementari nel ridurre il problema della resistenza antimicrobica dovrebbe essere preso in seria considerazione. Ulteriori ricerche dovrebbero essere condotte in quest’area sia nella sanità umana che in quella veterinaria. Rispetto ad altre strade, come l’identificazione e lo sviluppo di nuovi antibiotici, tali ricerche sarebbero relativamente facili e poco costose da eseguire e le potenziali ricompense potrebbero essere enormi. I responsabili politici nel campo della resistenza antimicrobica hanno l’opportunità di esplorare e sfruttare l’approccio multisettoriale One Health per identificare le aree di convergenza tra la medicina convenzionale e complementare e facilitare un approccio veramente integrativo e incentrato sulla persona che aumenterà la salute di base di ogni cittadino dell’UE e allo stesso tempo introdurrà misure per proteggere l’ambiente. ‘One Health’ offre un quadro innovativo in cui l’Omeopatia può dimostrare con più successo il suo potenziale.
Fonte ECHAMP
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