Questa volta vi parlerò di come i grandi della letteratura mondiale nel descrivere i profili dei protagonisti dei loro romanzi, nel raccontare vita e comportamenti dell’essere umano, possano, in maniera incosapevole, avvicinarsi alla sperimentazione omeopatica. Potremo quindi trarre la conclusione che vita e Omeopatia sono intrecciate l’una con l’altra. Il romanzo di cui vi parlerò è “Memorie dal sottosuolo” scritto da Dostoevskij nel 1864 il cui protagonista ricalca in maniera magistrale il profilo di Aurum metallicum.
Il romanzo
“Memorie dal sottosuolo” è diviso in due parti: nella prima l’uomo del sottosuolo espone il suo credo, la sua filosofia, maturata con sofferenza, polemizzando con l’ideologia progressista tipica di quegli anni in Russia ed esaltando il libero arbitrio dell’uomo. Si evince da subito un forte amor proprio, attaccamento al lavoro e al dovere, basso livello di autostima, misantropia, forte carica aggressiva, fluttuazioni del tono dell’umore, angoscia, disprezzo di sé, disgusto nei confronti della vita e tendenze al suicidio.
Nella seconda parte vengono le memorie vere e proprie, che rievocano le sensazioni del protagonista difronte tre avvenimenti e le confronta con quelle del presente in cui le sta raccontando. Su tutto vi è un senso di nausea e disgusto, perfino la sintassi irretisce il lettore nelle involute elucubrazioni del narratore. La parola è calcolatamente cinica e straziante. Lo scrivente mette a nudo il proprio animo, traendo godimento nell’odiare e nell’odiarsi: godimento della disperazione propria di chi è cosciente di essere senza scampo.
Dopo venti anni il protagonista, staccato dalla vita vera, si è trasformato nel bilioso “uomo del sottosuolo”, che vive ancora di sogni nel suo angolo ammuffito di bieco romanticismo. I tentativi effimeri del protagonista di accedere all’uguaglianza si risolvono nell’umiliazione e nel desiderio di vendetta: l’uomo del sottosuolo non può essere uguale agli altri e soffre per questa sua diversità. Responsabilità eziologica attribuibile a delusioni, dispiaceri, mortificazioni, arrabbiature o rimorsi.
Solo una volta gli è capitato di avere un amico, ma l’amicizia, come l’amore, non è per lui concepibile senza il totale dominio sull’altro e poter così affermare la propria superiorità. Odia l’amico e odia l’amata perchè ha paura che possano scorgere la sua infima bassezza e per questo vanno puniti. Come tutto il romanticismo di cui è figlio, Dostoevskij intende la vita come ricerca, inquietudine, sforzo e sente nel punto di arrivo qualcosa di deprimente. Questo probabilmente dipende dalla sofferenza che deriva dalla contrapposizione tra una mente brillante, come quella di Dostoevskij e una società (la sua come la nostra) profondamente mediocre, arrivista, perbenista, giudicante, sempre pronta al complotto, al sotterfugio, che sbandiera principi cristiani ma che nel profondo è capace delle peggiori nefandezze.
Una società che guarda male al diverso, allo straniero e che ha ormai perso la capacità umana di guardare negli occhi l’altro. Nell’epoca dei social si vive in un narcisismo costante, dove si trova giovamento non dalla sostanza ma dall’immagine e dal bisogno di approvazione degli altri. Quello che più mi colpisce quando leggo Dostoevskij è che nei suoi romanzi non ci sono eroi, ci sono persone come noi, che credono di essere nel “giusto”, che si barricano nel loro porto sicuro e hanno pochissima voglia di allargare le vedute e mettersi in discussione.
Memorie dal sottosuolo è un libro portavoce di quel socialismo, propugnato in quegli anni in particolare da Cernysevskii, che vorrebbe vedere ogni azione dell’uomo guidata dal logico buonsenso e dal tornaconto. Contro questo pensiero insorge l’uomo del sottosuolo, che rivendica il diritto di agire secondo la propria libera volontà, seppure questa vada contro i propri interessi.
Caratteristiche mentali del rimedio Aurum
Nel protagonista troviamo i sintomi mentali più comuni di Aurum metallicum: Il senso del dovere, l’alta pretesa delle proprie prestazioni, sia in senso qualitativo che quantitativo, la brama violenta e intensa di gratificazione autocelebrativa e l’intolleranza narcisistica molto marcata, l’aggressività, mascherata sotto comportamenti conformistici e compiacenti, al fine di non risvegliare sensi di colpa (PASSIVO/AGGRESSIVO). Talvolta, l’autodeprezzamento, la difficoltà nel relazionarsi con l’ambiente, l’antagonismo con le tendenze istintuali e il progressivo distacco emotivo, rappresentano dei tratti premorbosi di una personalità schizoide.
Nella storia del paziente è riscontrabile un ambiente familiare ansiogeno e il rifiuto o la trasgressione dei divieti paterni. Il padre, intervenendo nella relazione iniziale di fusione tra madre e figlio, apporta dei divieti, delle barriere che limitano, ma proteggono il bambino. Le imposizioni ricevute, in forma di comandi, minacce, accuse o esortazioni, vengono amplificate, in rapporto alle resistenze poste alla risoluzione del complesso di Edipo. Quanto più forte è questo complesso tanto più intenso sarà il Super Io. Quest’ultimo assurgerà al valore di norma della condotta adulta, di principio etico per eccellenza, di vera e propria coscienza morale, rappresentante gli imperativi impostati dagli educatori.
Le limitazioni o il blocco delle sue forti pulsioni vitali, comportano uno stato di frustrazione e di allarme permanente che genera ansia, fobie, disturbi ipocondriaci e caduta dell’autostima, per l’incapacità da parte dell’Io di soddisfare le forti aspirazioni narcisistiche. Le oscillazioni tra «l’esuberanza del desiderio e la consapevolezza del peccato», tra «desiderio e dovere», tra «colpevolezza e avidità», tra «oblatività e captatività», caratterizzano un andamento ciclotimico del tono dell’umore. Questo comporta fasi alterne di iperattivismo e indolenza, di impulsività e ponderazione, di aggressività e sensi di colpa o responsabilità inesistenti, concernenti la trasgressione della religione e della morale. Il carattere responsabile e l’impegno con cui si dedica al suo lavoro, ne fanno spesso una persona di successo, ma soggetta a crisi di sconforto alimentate da perenni dubbi sulle proprie possibilità e meriti. La suscettibilità e il forte senso di giustizia lo rendono troppo sensibile a qualsiasi critica ed evento.
L’introversione e l’incapacità di tessere rapporti cordiali e di amicizia, gli impediscono il dialogo e la possibilità di trovare chiarimenti e confronti. Le tensioni, a lungo represse, spesso sfociano in crisi di collera violenta o manifestazioni di aggressività, difficilmente controllabili e che alimentano sensi colpa.
Si sente odioso, detestabile e colpevole di crimini mai commessi, inadatto per il mondo e non meritevole del perdono divino.
Denominazione e appartenenza di Aurum metallicum
– Nome Latino: Aurum metallicum
– Composizione chimica: è un metallo pesante e condivide alcune proprietà con gli altri metalli pesanti.
DESCRIZIONE: è un metallo di colore giallo, duttile e malleabile; viene completamente disciolto in una miscela di acido cloridrico e acido nitrico.
DISTRIBUZIONE: in natura si trova sotto forma di pepite o di pagliuzze ed è spesso legato al rame e all’argento.
CENNI STORICI: nella forma elementare è stato usato per secoli come antipruriginoso; Kock, nel 1890, osservò che l’oro in vitro inibiva il Mycobacterium tuberculosis e questa osservazione indusse a sperimentare l’oro nell’artrite e nel lupus eritematoso, che allora erano ritenute manifestazioni tubercolari; le osservazioni favorevoli compiute da Forestier, nel 1929, contribuirono in modo determinante a stimolare l’interesse per la terapia con l’oro (auroterapia o crisoterapia); attualmente l’oro viene usato nel trattamento dell’artrite reumatoide.
PREPARAZIONE: La preparazione omeopatica di Aurum si ottiene per triturazione dell’oro metallico precipitato.
Azione generale sperimentale e terapeutica
– Psiche: eccitabilità, irritabilità, collera violenta e forte stato ansioso; secondariamente profonda depressione con disgusto nei confronti della vita.
– Apparato cardiocircolatorio: disturbi congestizi, palpitazioni, aumento della pressione arteriosa, ipertrofia cardiaca, sclerosi vascolare, angine, cardiopatie.
– Tessuto osseo: periostite e necrosi delle ossa corte che interessano soprattutto il naso, la volta del palato e la mastoide.
– Linfonodi e ghiandole: congestione, infiammazione, aumento di consistenza dei linfonodi, delle parotidi, delle gonadi e della ghiandola mammaria.
– Va soggetto a: catarri persistenti, tonsilliti, adenoiditi, otiti e malattia reumatica.
– Profonda malinconia con desiderio di morire; spesso associato a disturbi epatici nell’uomo o a disturbi uterini nella donna.
Modalità
– Peggioramento Emozioni. Sconforto; affetti sconvolti. Sforzo mentale. Notte: dal tramonto all’alba. Mercurio. Alcool. Ioduro di potassio. Clima nuvoloso. Inverno.
– Miglioramento Fresco; aria aperta. Bagno freddo. Quando diventa caldo. Musica. Camminando. Chiaro di luna.