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16 Novembre, 2025

Omeopatia e malattie epidemiche di questo autunno

Dall’influenza al Covid

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Come tutti gli anni, ci accingiamo a rapportarci come operatori della salute, alla sindrome influenzale e purtroppo ancora con nuove varianti del Covid.

L’Influenza ma anche l’infezione da Covid rispondono essenzialmente a due quadri:

  • un quadro generale che in Omeopatia va sotto il nome di “Genio epidemico”, cioè il maggior numero di pazienti manifesta l’influenza e il Covid con sintomi comuni a tutti i malati.
  • un quadro soggettivo, cioè ciascun paziente può manifestare i sintomi influenzali e da Covid con modalità proprie, che a volte esulano dal “genio epidemico” e, come tali, vanno sempre trattate “individualmente”.

Infatti, l’Omeopatia ci insegna che l’unico vero “protocollo” è relativo alla sintomatologia del soggetto storico che vive la sua malattia: in questo caso l’influenza e il Covid. Il medico della persona dovrà quindi prescrivere il rimedio che, per similitudine, si interfacci con la soggettività sintomatologica del malato. La caratteristica (ippocratica) della medicina omeopatica è proprio questa: ogni paziente necessita del proprio rimedio. Stiamo parlando di un vestito tagliato e cucito su misura per ciascun soggetto portatore di malattia ma soprattutto caratterizzato da una propria autonomia vitale che va solo indirizzata con stimoli adeguati. Tutto ciò per assicurare una terapia personale, accurata e profonda, finalizzata a risanare il “terreno” dell’individuo.

Ma cos’è il “terreno”?

È il substrato bio-psico-fisico su cui, in base alla debolezza dello stesso, si instaura poi la malattia.

Un’altra possibilità terapeutica, di spettanza omeopatica, è il rimedio costituzionale la cui azione permetterà di ammalarsi meno o addirittura passare indenne nelle trafile autunno-invernali, o almeno mitigandone gli effetti ed i tempi autonomi di recupero. Tutto ciò si ottiene con rimedi ad azione profonda che tengono conto del quadro mentale, generale e fisico del soggetto storico malato per intercettare, secondo similitudine e rinforzare al tempo stesso, l’energia vitale o substrato della vita, al fine di mantenere lo stato di salute dinamicamente e autonomamente attivo, il più possibile.

Quindi riassumendo, l’Omeopatia ci può rendere utili servizi attraverso il:

  • Rimedio costituzionale che agisce sulla predisposizione della persona al fine di non ammalarsi o se ci si ammala, farlo in modo lieve.
  • Rimedio acuto, che rappresenta sintomatologicamente, per similitudine e analogia, i sintomi con cui il paziente vive una reazione improvvisa dello stato cronico o per trauma o per un agente esterno;  in questo caso la sindrome influenzale o da Covid.
  • Rimedio del “genio epidemico, cioè uno o pochi rimedi che si caratterizzano per avere tra le proprietà patogenetiche sperimentali la similitudine con la semeiotica di quel quadro epidemico stagionale.

Per le malattie epidemiche e infettive, Hahnemann scriveva che:

‘‘esse hanno una causa comune ed i singoli casi si assomigliano tra loro. Queste malattie generalmente divengono contagiose, quando infestano regioni affollate, dove creano febbri di specie distinta.  E siccome i casi di malattia sono di origine simile, simili sono pure le manifestazioni’’. (Organon, §.73)

Insomma, l’Omeopatia ha una ricca proposta diagnostico-terapeutica che mira a rafforzare quelle che sono le nostre difese.

Spesso alle mamme o ai pazienti porto questo esempio:

“Se voi o vostro figlio non riusciste ad elaborare un compito di matematica, preferireste che un esperto vi passasse il compito già risolto per tutta la vita o sarebbe il caso di andare a ripetizione di matematica al fine di imparare a risolvere da sé le equazioni ed i problemi?” Perché nel caso voi vi affidaste acriticamente al buon cuore di un vostro compagno (farmaco tradizionale), dovreste poi avere sempre a disposizione questo amico perché in caso contrario non potreste essere in grado di risolvere l’equazione di matematica.

È quello che succede col farmaco: è lui che agisce, è lui che uccide il germe, è lui che toglie la febbre, è lui che ci “sterilizza”, etc…

Ma il nostro sistema immunitario non utilizzato… resta a guardare e col tempo si indebolisce o si atrofizza proprio come un muscolo non usato. Se invece andate a ripetizione di matematica (rimedio omeopatico), farete, ad esempio, molte equazioni simili (ma non uguali) a quelle della verifica, per cui una volta imparato il meccanismo, l’organismo sarà in grado di gestire in modo autonomo la verifica stessa.

Il rimedio omeopatico agisce in duplice modo

  •       l’organismo deve in primis adattarsi all’azione del rimedio che andrò a mettere sotto la lingua, lontano dai pasti; esso induce artificiosamente una “infezione” con sintomi simili a quelli che ho in atto; questa azione si chiama azione primaria o di induzione propria di quel rimedio; come avviene nella sperimentazione.
  •       una volta che l’alterazione “non self” indotta dal rimedio similare e introdotta artificialmente (infezione) con il giusto rimedio (calibrato in energia e dose nell’organismo) viene intercettata dalla omeostasi riparatrice del soggetto storico, essa risponderà con una reazione naturale alla azione primaria del rimedio, annichilendo così, assieme alla malattia artificiale (non self) anche quella naturale che è dello stesso tipo; e il tutto senza lasciare strascichi.

 Questa dinamica del rimedio si chiama reazione secondaria o di guarigione. Quindi la guarigione non è insita nel rimedio (che è solo un mezzo strategico raffinato di regolazione della risposta della energia vitale) ma nella capacità propria della vita a ricercare e/o a ritrovare la salute se opportunamente sollecitata dal rimedio omeopatico stesso per qualità e dose.1

Se ne deduce che:

  • la medicina convenzionale è una medicina di sostituzione in quanto è il farmaco che agisce al posto dei nostri sistemi biologici e biofisici.

Mentre:

  • la medicina omeopatica è una medicina di stimolo del vitalismo intrinseco alla vita (aiuta l’organismo a cavarsela da solo, con le proprie forze: omeostasi).

Il rimedio omeopatico è una sorta di palestra per i nostri apparati che vengono istruiti a poter reagire alle comuni sindromi influenzali.

Parliamo di una grande opportunità per tutti i pazienti: dai più piccoli ai più grandi, ove vi sia ancora energia vitale sufficiente per poter reagire all’azione del rimedio simile ripristinando lo stato di salute precedente.

Quindi tutto avviene attivando di fatto il nostro Sistema immunitario.

Per entrare più nello specifico: nel 1813 Hahnemann è convinto che l’azione curativa del medicamento “non risiede nell’effetto locale sugli organi”, ma nel suo “effetto dinamico sulla forza vitale” alla stregua della visione ippocratica (Vis medicatrix e similia similibus curantur) da cui Hahnemann aveva preso l’ispirazione metodologica e dottrinaria.

La similitudine

Il disordine vitale può essere ricondotto all’ordine soltanto da qualcosa che sia di qualità simile alla forza vitale; quindi, con una azione non diretta alla malattia, linearità, ma indiretta perché volta ad intercettare per similitudine il principio vitale insufficiente o causa soggiacente alla stessa malattia: il tutto quindi affermando l’inconoscibilità della malattia che letta nel suo confine nosologico non può rappresentare la sua causa in termini di complessità.

Ritornando sull’argomento “Sindrome influenzale e da Covid”, per prescrivere il rimedio omeopatico più opportuno, bisogna tenere conto del sintomo fisico comune a tutti i casi di quella malattia: febbre, tosse, tonsillite, faringe-laringe-tracheite-bronchite, etc.…

In aggiunta il medico omeopata si sofferma:

sulle modalità del malato nella sofferenza della sua malattia: percezioni soggettive e cambi della cenestesi, ansietà, paura o abbattimento, percezioni alterate dei sensi speciali come gli occhi e la visione, udito e equilibrio, termoregolazione e brividi con calore o con freddo, fase del calore e direzione, sudorazione riferita a localizzazione e alla sua temperatura, sete di acqua fredda o di bevande calde, sete per piccole o grandi quantità di liquido, secchezza o fissurazioni delle mucose, lateralità del dolore faringeo o tonsillare e qualità dello stesso, naso e muco, colore e densità delle secrezioni, olfatto alterato o assente, andamento della febbre se remittente o continua e sua comparsa, qualità del polso, dei dolori muscolari o ossei e localizzazione, orari di aggravamento, desideri o avversioni alimentari, gusto alterato o assente etc… e, non per ultimo, il quadro mentale relazionale del soggetto con le sue circostanze: nervoso, irritabile, collerico, desidera compagnia, vuole essere lasciato in pace, coccolone, apatico, obnubilato, etc…

Tutto ciò perché il soggetto malato, come detto più sopra, anche nell’influenza, manifesta i sintomi con peculiarità soggettive.

Di seguito, alcuni rimedi omeopatici già usati, assieme ad altri, per la scorsa pandemia e nell’influenza e i key note del capitolo clinico di nostro interesse:

  • Aconitum napellus: insorgenza rapida dei sintomi, verso le ore 23, spesso dopo un colpo di vento freddo e secco oppure uno spavento, febbre alta senza sudorazione, tosse secca e/o nevralgie in qualsiasi distretto corporeo, agitazione ansiosa.,
  • Gelsemium sempervirens: il paziente è ansioso per i suoi impegni già programmati, viso color mattone, depressione del sensorio, febbre alta con brividi solo alla schiena senza freddo, dolori agli occhi muovendoli, dolore invalidante cervicale, che non consente al malato di stendersi, naso otturato e tosse laringea, assenza di sete e poliuria.
  • Eupatorium perfoliatum: febbre già al mattino con nausea e vomito, dolori osseo-articolari in tutto il corpo ma soprattutto a livello lombare, dolori alla pressione degli occhi, tosse dapprima secca e poi con catarro.
  • Belladonna atropa: febbre alta con sudorazione, calore, rossore, stanchezza, pupille dilatate, lingua rossa color lampone, tosse, mal di gola con bruciore in gola o nel torace.
  • Ferrum phosphoricum: febbre ad ondate (la febbre va e viene più volte durante il giorno), tosse congestizia con escreato schiumoso a volte striato di sangue, otite bilaterali etc.

Da questi pochi esempi in una estrema sintesi esemplificativa, emerge che ciascun quadro clinico presenta caratteristiche e modalità ben precise, pur nell’ambito di sintomi comuni alla malattia; in definitiva ciascun paziente necessita del rimedio corrispondente alla sua soggettività reattiva del momento per re- attivare il proprio vitalismo.

Tutto ciò è in accordo con la legge di similitudine che ha fatto emergere la relazione di analogia tra i sintomi sperimentali e quelli del soggetto storico in termini di guarigione autonoma del malato. Parliamo di quel rimedio specifico ed unitario, come abbiamo letto, che se somministrato ad una persona sana sviluppa artificialmente i sintomi simili al quadro di malattia che devo curare nel malato.

La metodologia propria della medicina omeopatica, con la sperimentazione pura sull’uomo sano “svelal’azione patogenetica o “proprietà” della droga sperimentata e di conseguenza quella terapeutica, propria del rimedio, prescritto attraverso il principio naturale della similitudine come viene espressa sintomatologicamente, e in termini unitari, dalla lettura di ogni malato storico.

Anche quest’anno il “genio epidemico” si relaziona in parte con rimedi già utilizzati in passato in alcuni casi analoghi, anche con sintomi inerenti all’apparato gastroenterico, si possono utilizzare rimedi quali:

  • Arsenicum album: grande rimedio che è stato di grande utilità nell’epidemia di Covid 19. Infatti, il Ministero della salute Indiano aveva consigliato di assumerlo anche in prevenzione per rafforzare l’energia vitale e l’aspetto mentale del paziente in quanto Arsenicum ha nei suoi sintomi caratteristici, la paura di morire, paura che nella passata epidemia è stata molto sentita.

Inoltre, Arsenicum ha un grande tropismo polmonare, soprattutto con aggravamento notturno, dall’1 alle 3 di notte, con tosse sia secca che con catarro e può interessare l’apparato gastroenterico con diarrea molto prostrante. La corizza è acquosa ed escoriante le narici.

  • China regia: stanchezza considerevole, con anemia profonda ed estremo pallore del viso, cefalea intensa con battiti, come se la testa stesse per scoppiare, gusto amaro, sete di acqua fredda, coliche addominali, con flatulenza e diarrea con feci abbondanti.
  • Nux vomica: altro grande rimedio omeopatico per la nausea e il vomito, coliche addominali, gas intestinale, tosse e dolori spasmodici ed insopportabili, lingua sporca soprattutto nella 1/2 posteriore, alito pesante e cefalea; in un paziente molto irritabile, nervoso e collerico con le sue circostanze.

Da queste brevi considerazioni epistemologiche sul metodo della medicina omeopatica emerge che:

  • la medicina convenzionale riassume la terapia intercettando i sintomi comuni della malattia in rapporto di corrispondenza biunivoca con le indicazioni generiche che caratterizzano tutti i malati con la stessa diagnosi: le LLGG in auge al momento storico e approvate istituzionalmente sono il risultato di questa semplificazione lineare propria della medicina dell’evidenza: essa configura il malato nell’ambito circoscritto della sua malattia

viceversa

  • il medico omeopatico, oltre a rilevare la malattia negli aspetti comuni, ricerca, in aggiunta, quei sintomi particolari e peculiari del malato per arrivare alla prescrizione del giusto rimedio che possa intercettare  il substrato vitale invalidato o causa, per cui la malattia.

Tutto ciò ad affermare la necessità della esclusività del medico, sia per la diagnosi corretta di malattia che per la scelta del rimedio; dopo una attenta indagine clinica del malato.

In ogni caso, il “fai da te” del malato o dei familiari non medici va decisamente escluso, anche per la raffinatezza di un metodo, l’Omeopatia, che oltre alla diagnosi di malattia e prognosi, si basa sulla ricerca dei dettagli sintomatologici, per la scelta della giusta terapia coerente nei termini biofisici o vitalistici, verificandone costantemente la corretta efficacia clinica.

Ringraziamo la LUIMO per averci concesso di replicare questo articolo precedentemente pubblicato nella rubrica “Il tema del giorno”

  1. Per questo motivo, nella gestione del rimedio omeopatico, che si rivolge alla autonomia propria del substrato vitale, il medico deve saper valutare sempre il vitalismo del soggetto storico e saper trovare, prognosi omeopatica, un limite di opportunità clinica nella scelta della giusta terapia.

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