Antonio Damasio, con la sua consueta maestria, ci invita in un viaggio affascinante attraverso i meandri della mente e del corpo, svelando le radici profonde della nostra umanità. “Lo strano ordine delle cose” non è semplicemente un trattato scientifico, ma un’opera che intreccia neurobiologia, filosofia, antropologia e molte altre discipline, offrendo una visione sistemica della vita e della cultura che ci circonda.
Il nucleo centrale del libro è l’omeostasi, quel principio regolatore che guida ogni organismo vivente verso l’equilibrio.Damasio ci mostra come l’omeostasi, lungi dall’essere un mero meccanismo biologico, sia la forza trainante dietro la complessità della vita, dalla nascita delle cellule alla genesi delle culture. È proprio questa spinta verso l’equilibrio, infatti, che genera i sentimenti, le emozioni e, in ultima analisi, la coscienza.
Quando ho cominciato a incontrare nel libro la trattazione di questo concetto, mi sono detto che non avevo mai sentito nessuno descrivere in modo così preciso, profondo e appassionato la “Forza Vitale” che Hahnemann colloca al centro della metodologia della medicina omeopatica.
La prospettiva sistemica del lavoro di Damasio emerge con chiarezza quando l’autore ci invita a considerare la cultura non come un prodotto esclusivo della mente umana, ma come un’estensione dei meccanismi omeostatici. Le istituzioni, le credenze, le opere d’arte, tutto ciò che caratterizza una cultura, sono il risultato di processi complessi che coinvolgono l’individuo, la società e l’ambiente. In questo senso, la cultura può essere vista come un vasto organismo in continua evoluzione, dove ogni elemento è interconnesso e influenzato dagli altri.
Un aspetto particolarmente interessante è l’attenzione che Damasio dedica al ruolo del corpo nella costruzione della mente. Il corpo, con le sue sensazioni e le sue emozioni, è il fondamento su cui si erge la nostra coscienza. È attraverso il corpo che interagiamo con il mondo e costruiamo le nostre rappresentazioni mentali. Questa visione embodied della mente ci invita a riconsiderare il dualismo cartesiano mente-corpo (res cogitans e res estensa), proponendo invece un’unità inscindibile tra i due.
La forza di “Lo strano ordine delle cose” sta nella sua capacità di integrare conoscenze provenienti da diverse discipline, offrendo una visione unificata e coerente della realtà. Damasio ci mostra come la neurobiologia possa illuminare questioni apparentemente lontane dalla scienza, come l’origine della morale, il significato dell’arte o la natura della religione.
Tuttavia, è importante sottolineare che la complessità del fenomeno culturale sfugge a ogni tentativo di riduzione a semplici principi biologici. La cultura è un prodotto storico, sociale e individuale, che si evolve in modo non lineare e imprevedibile. In questo senso, il rischio è quello di cadere in un determinismo biologico, riducendo la creatività umana a un mero epifenomeno dei processi cerebrali. E a onor del vero, l’autore cerca di evitare spesso di cadere in questa trappola riduzionista.
Nonostante questa riserva, “Lo strano ordine delle cose” rimane un’opera fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere le radici profonde della nostra umanità. Damasio ci invita a guardare oltre le apparenze, svelando le connessioni nascoste tra i diversi livelli di realtà. È un libro che stimola la riflessione e ci invita a ripensare il nostro posto nel mondo.
Questo libro non è solo una lettura indispensabile per gli studiosi delle scienze cognitive, ma anche una risorsa fondamentale per i medici e i terapeuti in generale che vogliano qualcosa in più di semplici protocolli o di ricerche algoritmiche, ed è anche prezioso per chiunque sia interessato a comprendere più a fondo se stesso e il mondo che lo circonda.
In conclusione, “Lo strano ordine delle cose” è un’ode alla complessità della vita. Damasio ci mostra come l’omeostasi, intesa come principio regolatore, sia il filo conduttore che unisce i diversi livelli di organizzazione, dal biologico al culturale. È un libro che ci invita a guardare al mondo con nuovi occhi, riconoscendo le interconnessioni profonde che legano ogni cosa.
Antonio Damasio è un neuroscienziato e professore portoghese-americano di grande rilievo nel campo della neurologia e della neuropsicologia. Nato nel 1944 a Lisbona, Damasio ha conseguito la laurea in Medicina presso l’Università di Lisbona, dove ha iniziato la sua carriera studiando i disturbi neurologici e il funzionamento del cervello. Attualmente, è professore di Neuroscienze presso l’Università della California del Sud (USC), dove dirige anche il Brain and Creativity Institute.Damasio è conosciuto per le sue ricerche pionieristiche sulla relazione tra emozioni, sentimenti e processi cognitivi. I suoi studi hanno contribuito a ridefinire il modo in cui la scienza comprende il cervello umano, specialmente attraverso la sua teoria dei “marcatori somatici”. Questa teoria suggerisce che le emozioni giocano un ruolo cruciale nei processi decisionali, un’idea che ha influenzato profondamente sia la psicologia che la neurobiologia.Oltre alla sua attività accademica e di ricerca, Damasio è autore di numerosi libri di divulgazione scientifica, tra cui “L’errore di Cartesio”, “Alla ricerca di Spinoza” e “Il sé viene alla mente”. Questi testi hanno ottenuto riconoscimenti a livello internazionale per la loro capacità di rendere accessibili concetti complessi a un pubblico non specializzato. Nel corso della sua carriera, Damasio ha ricevuto numerosi premi e onorificenze per il suo contributo alla scienza e alla comprensione della mente umana. È considerato uno dei principali pensatori contemporanei nel campo delle neuroscienze e continua a influenzare sia la ricerca accademica che il dibattito pubblico sul ruolo delle emozioni nella vita umana.
Antonio Damasio – Lo strano ordine delle cose – 2018, Adelphi
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