Vantaggi e svantaggi del trattamento omeopatico – Eugenesi e ortogenesi

16 Maggio, 2023
Tempo di lettura: 7 minuti

Il primo grande vantaggio del trattamento omeopatico è che è radicalmente curativo. Ha cioè la possibilità di andare alla vera radice della malattia di ogni persona.

In questo modo realizza l’ideale della guarigione, come stabilito da Hahnemann nel paragrafo 2 della sua opera fondamentale, l’Organon della Medicina. Scienza e Arte della Guarigione:

“L’ideale più alto di una cura è quello di ripristinare la salute in modo rapido, delicato e permanente, e di rimuovere e distruggere tutte le malattie per la via più breve, più sicura e meno dannosa, basandosi su principi facilmente comprensibili”.

Questo ideale, ovviamente auspicato da ogni malato, si realizza abbracciando il corpo, la mente, l’eredità e la discendenza della persona. È un trattamento veramente eugenetico e ortogenetico.

Che cosa significa?

Eugenesi e Ortogenesi

Eugenesi deriva dal greco e significa “buona nascita” o “nascere bene”.

Ortogenesi deriva dal greco e significa “generare bene” all’interno dell’evidente evoluzione in cui si sviluppa la vita della specie, in questo caso della specie umana.

Secondo il progresso scientifico, entrambe sono una risposta naturale e inevitabile alla facoltà di “perfettibilità” che ogni essere umano ha nella sua struttura, e che è ciò che lo spinge ad agire in un certo modo; in questo caso sarebbe la necessità di svilupparsi progressivamente verso il meglio di sé.

L’eugenetica, in particolare, mira a modificare il patrimonio genetico delle persone per migliorare la razza o la specie umana, applicando leggi biologiche o tecniche genetiche avanzate.  Vale a dire, curare e potenziare la misteriosa natura dell’essere vivente e, nel nostro caso, dell’uomo in generale e dell’uomo irripetibile che ognuno di noi è in particolare.

L’ortogenesi nasce dall’osservazione, vedendo come la vita abbia una tendenza innata a evolversi in modo unilineare, per effetto di una qualche “forza direttrice”, interna o esterna. Essa considera l’esistenza di una forza intrinseca che trasforma lentamente le specie, conducendole verso la loro migliore espressione e possibilità biologica, al fine di realizzare “gli alti fini della loro esistenza” (come ribadisce Hahnemann nel paragrafo 9 dell’Organon).

L’ortogenesi consisterebbe, concretamente, nel fare ciò che è necessario affinché le nuove generazioni siano psico-biologicamente più complete, integre, potenti e capaci di costruire e far risplendere il mistero della vita ovunque si trovino.

Questa possibilità appartiene a noi esseri umani in modo speciale. Gli altri esseri viventi, la flora e la fauna del mondo, non possono aggiungere nulla alla loro magnifica realtà. Si evolvono secondo la loro linea evolutiva e le misteriose leggi del cosmo, e secondo la loro natura.

Solo l’uomo può aggiungere qualcosa, realizzando e scoprendo ciò che è nascosto nelle forze dell’universale.

Così Hahnemann, per fare un esempio tra i tanti saggi che si sono evoluti e hanno rivoluzionato il mondo scoprendo, svelando ciò che fino ad allora era nascosto, attraverso un atto intelligente, portò alla luce la Legge della Similitudine chiamata Legge della Guarigione. Ha scoperto negli elementi della natura poteri terapeutici non espliciti ma nascosti e ha aperto la strada per poter arrivare con certezza a debellare la malattia di ogni singolo paziente.

Per esempio, la Pulsatilla è una pianta che si trova in natura con un potere medicinale nascosto finché non viene testata sull’uomo. La realtà è che la natura ci offre la Pulsatilla come sostanza madre, ma non ci offre la Pulsatilla 6LM o la Pulsatilla XMK o 30CH, che è ciò di cui un determinato paziente ha bisogno per essere curato, cioè per innescare la reazione di guarigione dall’interno.

Questa Pulsatilla 6LM, XMK o 30CH è il prodotto della scoperta intelligente dell’essere umano e apre una reale possibilità di eugenetica e ortogenesi della specie umana e delle specie in generale.

Esempio

Una premessa importante, dal punto di vista che ci riguarda, è sapere che la vita è continua e cumulativa, nel bene e nel meno bene, ed è anche trascendente, cioè tutto ciò che accade va oltre l’individuo in particolare. Per questo si parla di eredità, che si riferisce a ciò che è unito e legato.

Ogni essere vivente emana e trasmette solo “ciò che è in quel momento e come è”. Ecco perché vediamo come in una famiglia con tre figli degli stessi genitori essi siano biologicamente, fisicamente ed emotivamente completamente diversi l’uno dall’altro. E vediamo anche come ognuno di noi assomiglia a uno dei suoi antenati, nel bene e nel male. In altre parole, la realtà che siamo in quel momento viene trasmessa ed ereditata e quindi trascende la specie.

In una famiglia molto sana fisicamente ed emotivamente, anche i figli vengono generati abbastanza sani, con i soli limiti della loro evoluzione in quel momento e della loro evoluzione personale. Non saranno perfetti, ma avranno un buon Principio Vitale, un buon senso della vita e la capacità di goderne e risolverla. Avranno una buona Forza Vitale e, di conseguenza, un buon motore vitale e l’energia per godere e risolvere i conflitti della vita.

In una famiglia ereditariamente malata, questo non sarà il caso. Come nel caso di Antonio, ultimo rappresentante di una famiglia in cui, da quattro generazioni, gli uomini a partire dal bisnonno sono morti di infarto.  Il bisnonno era piuttosto forte, ma morì di infarto all’età di 80 anni mentre lavorava nei campi al tempo della rivoluzione.  Il nonno morì d’infarto all’età di 60 anni durante un’accesa discussione sulla politica del tempo. Il padre è morto d’infarto a 50 anni, all’improvviso e senza motivo, dopo una festa di famiglia in cui si beveva e si ballava come al solito, e Antonio ha avuto un infarto a 45 anni, a causa di normali situazioni di stress nel suo lavoro, anche se niente di eccezionale, ed è poi morto in ospedale per un infarto, mentre si sottoponeva a un esame cardiaco.

Questo fa parte del normale corso degli eventi e, inoltre, è un dato consueto nelle statistiche medico-scientifiche.

La domanda è: cosa si può fare di fronte a questa realtà ereditaria, come si può correggere, prevenire, evitare e guarire veramente? Ovvero, far sì che questo tratto scompaia davvero per sempre in quella famiglia.

Per prevenire/trattare l’infarto cardiaco nella medicina meccanicistica, le proposte sono sempre di tipo compensativo: smettere di fumare ed evitare le bevande alcoliche; seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali; praticare regolarmente sport; evitare assolutamente lo stress; controllare bene malattie come l’ipertensione e il diabete mellito, tra le altre.

L’attuale trattamento dell’infarto miocardico acuto mira a ottenere la “riperfusione” dell’arteria coronarica colpita, cioè a eliminare il trombo che occlude l’arteria e ad allargare il restringimento prodotto, per consentire nuovamente il passaggio del sangue.

Con il trattamento omeopatico, però, tutto cambia.

Anche Giovanni proviene da una famiglia con una storia di attacchi cardiaci. Suo nonno morì di infarto all’età di 79 anni, dopo una vita molto difficile a causa della guerra e delle sue conseguenze. Il padre non è morto, ma ha avuto due gravi attacchi di cuore, all’età di 45 e 60 anni. E Juan, temendo l’ereditarietà, ha iniziato a curarsi con l’Omeopatia più di 35 anni fa. La conseguenza è che oggi ha 60 anni e non ha avuto alcuna lesione cardiaca o ostruzione da trombo che si possa evidenziare. Il suo primogenito è nato quando Juan aveva 30 anni, dopo 5 anni di regolare trattamento omeopatico. Era il suo unico figlio insieme ad altre tre figlie. Oggi ha 30 anni e non ha mai sofferto di problemi cardiocircolatori. Naturalmente, anche lui è stato trattato con l’Omeopatia fin da bambino. A loro volta, i suoi due figli, rispettivamente di 3 anni e 19 mesi, nipoti di Juan, hanno sofferto di alcune piccole malattie infantili, ma non hanno avuto disturbi bronchiali o altri disturbi fisici, come ci si aspetterebbe secondo le leggi della natura continua, cumulativa e trascendente.

Possiamo vedere qui un esempio di eugenetica e ortogenesi, con il conseguente miglioramento della salute della specie, ottenuto attraverso il trattamento omeopatico.

In seguito, spiegheremo il “punto cruciale”, il perché.

Riflessioni

Quando si ha una visione meccanicistica e materialistica della vita, si tenta l’eugenetica migliorando meccanicamente il corpo di una specie, intervenendo solo su di esso come se fosse una macchina. Si tratta della cosiddetta ingegneria genetica.

Il problema che si evidenzia nell’applicare il criterio filosofico-scientifico meccanicistico e materialistico prevalente nel nostro momento storico è che esso conduce all’errore di negare l’evidente realtà dell’uomo, individuale e generico, nell’ampia manifestazione del suo “essere”.  Così i risultati di qualsiasi ricerca sono incompleti, e quindi errati perché insufficienti.

Questa è la logica conseguenza del non considerare la struttura completa dell’essere umano. Un essere che è composto da corpo, energia vitale, anima e spirito, con tutto ciò che questo comporta nella sua evoluzione e completa espressione, sia per pregiudizi di natura medico-scientifica meccanicistica, sia per pregiudizi di natura ideologica, filosofica, psicologica, teologica o antropologico-evolutiva.

Per tutti questi motivi, possiamo dire che questo modo di rivendicare l’eugenetica e l’ortogenesi dell’essere vivente è semplicemente un’ipotesi illusoria, che tende a celebrare i possibili successi a priori, e senza una verifica soddisfacente della realtà.

Ingegneria genetica e cellule staminali

Un esempio è il lavoro di ingegneria genetica con le cellule staminali.

Le cellule staminali sono chiamate anche cellule staminali embrionali e vengono coltivate a partire da cellule prelevate da embrioni di pochi giorni.

La ricerca sulle cellule staminali embrionali pone un dilemma morale, costringendoci a scegliere tra due principi morali:

– Il dovere di prevenire o alleviare la sofferenza.

– Il dovere di rispettare il valore della vita umana.

Nel caso della ricerca sulle cellule staminali embrionali, è impossibile rispettare entrambi i principi morali: per ottenere le cellule staminali embrionali, l’embrione precoce deve essere distrutto. Questo significa distruggere una potenziale vita umana, ma la ricerca sulle cellule staminali embrionali potrebbe portare alla scoperta di nuovi trattamenti medici che allevierebbero le sofferenze di molte persone. Quale principio morale dovrebbe essere più importante in questa situazione?

Un esempio della conquista ottenuta sarebbe questo: i neuroni.

neuroni

Neuroni (cellule nervose) ottenuti in laboratorio da cellule staminali embrionali umane

L’efficacia e quindi la giustificazione di questo capitolo, così interessante a prima vista, può essere concepita solo se si ha una mente ridotta allo scientismo materialista, dove, con tutta la semplicità dei loro criteri, tralasciano più dell’80% degli elementi o delle variabili che compongono la realtà dell’essere umano; scartano tutto ciò che non vedono e non possono toccare, venendo così inconsapevolmente e arrogantemente meno alle esigenze più elementari del metodo scientifico, dell’epistemologia obbligatoria perché un’esperienza scientifica abbia valore: la considerazione completa del fenomeno studiato.

La considerazione di “ciò” che dà vita, che ci permette di essere ciò che siamo e ci spinge verso ciò che ognuno di noi deve essere; ciò che dà forma agli aneliti più profondi e intimi di ogni uomo e ai suoi desideri. Ciò che sfugge al mondo scientifico materialista dominante, perché appartiene al regno dell'”invisibile”: il soffio vitale e lo spirito dotato di ragione che anima il corpo.

Chi può assicurare che aggiungere a un corpo un lembo di qualcosa che non gli appartiene e che non può essere integrato nel suo “essere”, nell’insieme unito e unitario che costituisce la sua identità irripetibile, non lo rigetti o non crei altre alterazioni ancora più profonde della malattia che si cerca di modificare? Questo corpo, inteso come un tutto, è un’UNITÀ INESCINDIBILE. Infatti, ciò che è stato spesso dimostrato è che il nuovo cerotto, animato da una forza vitale malata, finirà per diventare malato, aggiungendo un male maggiore al male preesistente.

Si dimostra così ancora una volta e si comprende l’immensa importanza dell’Omeopatia e della sua azione eugenetica e ortogenetica sulla totalità dell’essere, garantendo il rispetto del mistero che ogni uomo racchiude nel proprio destino.

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