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20 Febbraio, 2023

Cosa rappresenta il carnevale

Le origini del carnevale e il suo significato per l'uomo contemporaneo

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Il Carnevale ha origini pagane, ancestrali (già gli egizi festeggiavano riti mascherati in onore di Iside), riunisce riti di fecondità e fertilità con la voglia di allegria e di riso, mentre, dopo il Natale, la terra ha superato la sua fase di inspirazione e l’allungarsi del giorno è divenuto un fatto del tutto evidente. Siamo usciti dal periodo più oscuro dell’anno e ciò che si era raccolto come germe in seno alla terra comincia a germogliare. Già prima che il processo di risveglio della natura abbia una sua manifestazione conclamata, alcune settimane prima dell’inizio della primavera, la vita vegetativa della terra è in grande fermento.

In un un tempo che si mostra duro e difficile, in cui ciascuno è chiamato in prima persona ad attivarsi, questo passaggio diventa l’occasione per passare da esseri della natura a esseri di grazia, da creature a creatori di noi stessi, di una nuova società, lungo il cammino che ci porta fino al principio di rinascita e Luce, quello della Pasqua.

Probabilmente il termine “Carnevale” deriva dal latino carne levare, cioè togliere la carne, in riferimento all’esigenza di momenti di digiuno in tempo di Quaresima. Febbraio era comunque considerato il mese della purificazione, durante il quale si festeggiava la fecondità della terra che dopo il risveglio del sonno invernale, doveva nutrire gli animali e gli esseri umani.

Il riso come rito propiziatorio

Grande valore avevano i riti di fecondità e il ridere. Così le manifestazioni di gioia sfrenata, lo scherzo e il ridere sono intimamente collegati all’esorcizzazione della morte e del lutto che accompagnano l’assenza di luce. Si attribuiva al riso il potere di sconfiggere la morte e il lutto e già tradizioni antichissime lo collegano alla  fertilità della natura e degli uomini. Moltissime popolazioni seminavano gli ortaggi ridendo e per i greci e i romani Ghenos e Risus, divinità del riso, erano sacre e venerate.

A Carnevale ogni scherzo vale

Il carnevale è anche un momento di rivolgimento, di inversione sociale, un’esatta similitudine con i saturnali romani. Nel medioevo, per esempio persisteva l’usanza dell’elezione in piazza di un re e di una regina  per burla dei veri sovrani. Allo stesso modo, nei saturnali i padroni erano chiamati a servire gli schiavi, che solo in quei giorni erano considerati uomini liberi.  Nelle antiche usanze, il mascherarsi, il sovvertire le regole e le gerarchie sociali concedevano l’occasione di ribaltare l’ordine e i ruoli sociali, da cui il detto “A Carnevale ogni scherzo vale”.

Da maschera a maschera

La maschera era una vera e propria “macchina da festa”, contenitore di simboli e significati allegorici. Così le maschere usate nella festa romana portavano i colori delle divinità a cui erano dedicati quei giorni: Saturno e Plutone. Le due divinità custodi dei defunti e protettrici di campi e raccolti, alle quali consacrare i festeggiamenti affinché tornassero nel sottosuolo, dopo l’inverno passato a occupare i desolati campi invernali. Nel medioevo, durante il Carnevale ma non solo, la maschera acquista il ruolo di strumento di spersonificazione e acquisizione di identità diversa, in una nuova organizzazione sociale, rovesciate e orizzontale in cui padroni e schiavi, nobili e popolo basso erano sullo stesso piano.

“Per quanti minuti della giornata io sono io? Per quanti altri replico una maschera?…”

Quale occasione migliore quindi per abbassare la maschera che nasconde la tristezza, diventare ciò che siamo, smettere di “prendersi in giro”, migliorare lo stile di vita, l’atteggiamento nei confronti del mondo, riprendendo il contatto con la natura e la propria naturalità.

Come ci si può aiutare

Tra i fiori di Bach, Agrimony, aiuta proprio nel fare questo, a spogliarsi del costume indossato per “ridere” e piacere agli altri, ma che di certo non appartiene al proprio modo di essere, mentre Walnut, il Noce, aiuta nel proteggere dalle influenze che potrebbero ostacolare questo “cambiamento” necessario.

Lo stesso Noce, se assunto come fitoembrioestratto, aiuta nel passaggio dal buio alla luce, nelle metamorfosi, difendendo anche la pelle, organo emuntore di relazione con il mondo, dal manifestare disagi profondi, interiori e disadattamento.

“Il Carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea della verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù. Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva ad ogni perpetuazione, ad ogni carattere definitivo e ad ogni fine.”

Michael Bachtin

 

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