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23 Dicembre, 2024

Il cuore ha il “suo” cervello: lo studio

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“Il cuore ha le sue ragioni” scriveva Pascal. Un’importante ricerca del Karolinska Institutet e della Columbia University rivela che il cuore possiede “anche” un sofisticato sistema nervoso autonomo nascosto nella parete cardiaca, molto più complesso e indipendente di quanto si pensasse in precedenza.

Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ribalta la visione tradizionale secondo cui il cuore fosse semplicemente un organo controllato dal cervello attraverso il sistema nervoso autonomo. I ricercatori hanno scoperto che la rete neurale cardiaca non si limita a trasmettere passivamente i segnali cerebrali, ma svolge un ruolo attivo e fondamentale.

Utilizzando gli zebrafish come modello sperimentale, scelti per le loro notevoli similitudini con la fisiologia cardiaca umana, gli scienziati hanno identificato una vera e propria “orchestra neuronale” nel cuore. Particolarmente significativa è la scoperta di neuroni specializzati con proprietà pacemaker, che contribuiscono attivamente alla regolazione del ritmo cardiaco, in modo simile a come il cervello controlla altre funzioni ritmiche come la respirazione e il movimento.

Per mappare questo complesso sistema, sono state impiegate tecnologie all’avanguardia, dal sequenziamento dell’RNA a cellula singola a sofisticate analisi anatomiche ed elettrofisiologiche. I risultati aprono scenari promettenti per lo sviluppo di terapie innovative nel trattamento delle malattie cardiache, in particolare delle aritmie.

Il team del Karolinska Institutet sta ora esplorando come questo “cervello cardiaco” interagisca con il sistema nervoso centrale in diverse condizioni fisiologiche e patologiche  come l’esercizio fisico, lo stress o la malattia. L’obiettivo è identificare nuovi bersagli terapeutici, studiando il ruolo delle alterazioni della rete neuronale cardiaca nelle patologie cardiovascolari.

Questa scoperta rivoluziona la nostra comprensione del funzionamento cardiaco e suggerisce anche che il cuore possiede una forma di “intelligenza” propria, più sofisticata di quanto immaginassimo, aprendo nuove frontiere nella ricerca cardiovascolare e nella medicina rigenerativa.

 

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