Redazione

Il secolo della solitudine

Le esigenze di uno stile di vita frenetico del mondo moderno stanno disgregando il tessuto sociale, rendendo la società sempre più individualista, solitaria e isolata
10 Gennaio, 2024
Tempo di lettura: 2 minuti

Il mondo contemporaneo, con una popolazione globale che supera gli otto miliardi a dicembre 2023, è caratterizzato da un’interconnettività senza precedenti: aerei ad alta velocità, reti autostradali globali, satelliti di comunicazione. Tuttavia, nonostante questa rete di facilitazioni, l’isolamento umano in un mondo apparentemente affollato è aumentato in modo esponenziale nelle ultime decadi. L’isolamento non rispetta confini nazionali, si diffonde come un’epidemia globale.

Il secolo della solitudine

Le persone sembrano sempre meno propense a cercare il contatto con gli altri. Già nel 2021, Noreena Hertz dell’University College di Londra scriveva nel suo libro “Il Secolo della solitudine” che il “contactless” stava diventando la nostra modalità di vita, una scelta a quanto pare voluta e consapevole. In questo contesto, il ruolo dell’essere umano come animale sociale, rischia di subire cambiamenti significativi. L’isolamento, infatti, è uno stato mentale che induce le persone a sentirsi sole, vuote, tristi e indesiderate. Questo stato mentale rende più difficile stabilire connessioni e relazioni. Anche se siamo in contatto con gli altri attraverso i social media, Internet e i telefoni cellulari, i momenti umani di scambio e interazione faccia a faccia si sono notevolmente ridotti.

I dati di un preoccupante fenomeno sociale

Uno studio di Statistic Canada rivela che il 28% delle persone in Canada si sente sola per almeno tre giorni alla settimana. A Toronto, questa percentuale sale addirittura al 37%, mentre nella Greater Toronto Area (GTA) è del 35%, superiore alla media canadese. Negli Stati Uniti, il dato si attesta attorno al 33%. Gli avanzamenti nella tecnologia digitale e l’uso di Internet, piuttosto che avvicinarci, hanno ulteriormente alimentato l’isolamento. Interagiamo di più, ma siamo comunque soli in un mondo affollato, poiché manca l’interazione diretta. L’impatto sulla salute dell’isolamento è dannoso, paragonabile al fumo di quindici sigarette al giorno, secondo uno studio pubblicato nel Journal PLOS Medicine, che collega l’isolamento a un aumento del rischio di malattie cardiache e depressione.

L’incidenza negativa della pandemia

La pandemia di COVID ci ha spinti a lavorare da casa, riducendo notevolmente l’interazione umana e privandoci delle opportunità di chiacchierare con i colleghi durante le pause caffè e i pranzi. I bambini piccoli stanno imparando il linguaggio più lentamente, poiché i genitori sono costantemente incollati ai telefoni cellulari e, anche a casa, preferiscono scambiarsi messaggi di testo anziché parlare tra loro, privando così i bambini dell’opportunità di ascoltare e imparare nuove parole.

Adottare politiche attive

Soluzioni già adottate in Giappone e Regno Unito potrebbero offrire una prospettiva positiva. Questi paesi hanno istituito ministeri dell’isolamento per coordinare gli sforzi e promuovere politiche a tutti i livelli. Rafforzare l’infrastruttura sociale, che comprende parchi e biblioteche, oltre a programmi pubblici, e attuare politiche che favoriscano la vicinanza umana, come il trasporto pubblico accessibile o il congedo parentale retribuito, sono tutte strategie che si sono rivelate efficaci per contrastare l’isolamento.

Fermiamo la disgregazione del tessuto sociale

Il cambiamento nella routine quotidiana e le esigenze di uno stile di vita frenetico del mondo moderno stanno disgregando il tessuto sociale, rendendo la società sempre più individualista, solitaria e isolata. È urgente investire nell’affrontare le connessioni sociali per coltivare una nuova cultura delle relazioni umane, altrimenti rischiamo di vivere in una società centrata su se stessa, egoista e priva di emozioni e sentimenti delicati verso i propri simili.

2 Commenti

  1. E’ importante l’Arte come elemento di aggregazione, anche un tipo di arte ‘collettiva’ che coinvolga le persone in uno stesso progetto. Quest’arte lancia la visione ‘oltre l’ostacolo’, oltrre il proprio io e permette di relazionarsi con l’altro attraverso un ideale comune.

    Siamo distinti ma non separati, nutriamo questa sensazione, espandiamola, diffondiamola.

    Grazie

    Monica

    Rispondi
    • Concordiamo pienamente con il suo gentile commento

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