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9 Marzo, 2023

Covid: nuove ombre su vaccini e gestione dell’emergenza

RedazioneRedazione
Uno studio statistico inglese mostra come sarebbe più alto il rischio di morte per qualsiasi causa nelle persone vaccinate con 1 o 2 dosi

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Non si placano le polemiche sulla gestione dell’emergenza Covid. Da un lato la magistratura italiana ha deciso di vederci chiaro sui primi mesi della diffusione del virus nel Nord Italia, nel 2020. Dall’altro nuovi studi gettano ombre sull’efficacia di lungo periodo delle campagne vaccinali nel abbassare il tasso di mortalità generale. A 3 anni dall’inizio della fase pandemica pare che nonostante il desiderio di voltare pagina, gli strascichi di questo periodo tragico vogliano continuare a perseguitarci.

Covid: l’inchiesta italiana sulla gestione dell’emergenza

Per quanto riguarda l’inchiesta italiana, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute Roberto Speranza sono stati indagati dalla procura di Bergamo per la gestione della pandemia di Covid-19, insieme ad alcuni membri del Comitato tecnico scientifico. L’inchiesta riguarda il ritardo nell’istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro, dove si sono registrati molti decessi e contagi. Le posizioni dei politici indagati saranno trasmesse al Tribunale dei ministri, che dovrà valutare gli atti a loro carico.

Lo studio inglese che mette in discussione i vaccini

Se da un lato a essere messa in discussione è la scarsa tempestività nel porre in essere misure per il contenimento della diffusione del virus, dall’altra anche le salvifiche campagne vaccinali, cominciate l’anno successivo, non sembrano poi così salvifiche. Secondo un’analisi dei dati pubblici dell’Office for National Statistics del Regno Unito pubblicata su preprints.org, infatti, il rischio relativo (RR) di mortalità per tutte le cause sarebbe più alto nelle persone che hanno ricevuto 1 o 2 dosi di vaccino rispetto a chi non ne ha ricevuta nessuna.

Rischio relativo di morte maggiore nei vaccinati?

Attenzione: in questo caso non stiamo parlando della possibilità di essere contagiati dal virus o di contrarre la malattia in forma grave. Parliamo piuttosto del rischio di morire in un periodo successivo, per un qualsiasi motivo così che possano rientrare nella statistica le morti per eventi avversi, anche se non direttamente collegate. L’indagine è stata effettuata analizzando i dati di due diversi periodi, a posteriori: da gennaio a maggio 2021 e per lo stesso periodo del 2022. Per entrambi l’RR è risultata più elevata per i vaccinati.

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