Un giorno, si sarebbe presentato allo studio di Hahnemann un uomo, basso e grassoccio, affetto da forti bruciori di stomaco. Il medico tedesco, riconoscendolo, sarebbe sobbalzato sulla sedia, domandando: “ Cosa vuole da me, l’Imperatore dei francesi?” Napoleone Bonaparte, ammirando la propria immagine riflessa da uno specchio, si sarebbe toccato il ventre e avrebbe risposto: “Un esercito marcia sul suo stomaco.”
Hahnemann, prima di continuare la visita, pensando che a Lipsia la sua casa era stata distrutta dalle cannonate dell’esercito francese, avrebbe domandato: “Non avete timore a rivolgervi ad un medico tedesco?”
“ La religione è ciò che trattiene il povero dall’ammazzare il ricco.”
“Vorreste farmi credere, Maestà, di essere un uomo che prega?”
Solennemente Napoleone avrebbe annuito, rispondendo: “Signore dai forza al mio nemico e fallo vivere a lungo, affinché possa assistere al mio trionfo.”
Hahnemann, mentre con il ricordo ritornava alle migliaia di morti e feriti di Lipsia, avrebbe domandato: “Descrivetemi questo bruciore di stomaco: compare dopo mangiato oppure spontaneamente, magari quando pensate agli uomini morti per colpa delle vostre guerre?”
Napoleone, sdegnato, avrebbe esclamato: “Gli uomini di genio sono meteore destinate a bruciare per illuminare il loro secolo.”
“La modestia non è sicuramente una vostra virtù.”
“La modestia è solo l’arte di incoraggiare gli altri a scoprire quanto sei importante.”
“Ma voi, l’uomo più importante del mondo, siete anche quello che ha meno amici.”
Napoleone, braccia incrociate e mento rivolto in alto, avrebbe risposto: “L’uomo non ha amici, ne ha soltanto la sua buona fortuna.”
“Quindi vi credete così forte da non temere che qualcuno possa uccidervi?”
“La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata.”
A pugni e denti stretti, Hahnemann avrebbe cocciutamente ribadito: “Maestà, se siete ancora vivo è perché siete un uomo fortunato!”
Napoleone, paonazzo in volto, avrebbe sputato saliva e furore: “La fortuna è una donna; se voi la lasciate sfuggire oggi non crediate di ritrovarla domani.”
Davanti a tanta ostinata tracotanza, Hahnemann avrebbe chinato la testa e, dopo aver preso una bottiglietta dall’armadio dei medicinali, avrebbe ammesso: “Avete ragione, Maestà, la fortuna è una moglie che arriva una sola volta nella vita, quindi non bisogna ignorarla. Prendete cinque gocce al giorno di Arsenicum Album da quest’ampolla. La visita è finita e non voglio essere pagato: l’onore che mi avete concesso è troppo alto per chiedervi dei soldi.”
Napoleone, avvolto nel suo grande mantello, se ne sarebbe andato dicendo all’attendente che lo aspettava fuori: “Per farsi capire dalle persone bisogna prima di tutto parlare ai loro occhi.”
Il dottor Lehmann, assistente di Hahnemann, si sarebbe avvicinato al medico tedesco e gli avrebbe sussurrato all’orecchio: “Maestro, avete dato all’Imperatore dei francesi la bottiglietta contenente l’arsenico ponderale al posto di quello omeopatico. Assumendone cinque gocce al giorno, quanto gli rimane da vivere, prima di morire avvelenato?”
“Non lo so.” Avrebbe risposto candidamente Hahnemann, mentre sul suo volto si delineava un’espressione maligna. “- La vendetta non ha preveggenza.- E’ una frase di Napoleone che, in questo momento, condivido completamente.” Fregandosi le mani, il medico tedesco, felice e appagato, sarebbe andato a pranzare con la famiglia.