Redazione

Progettiamo come invecchiare

17 Febbraio, 2020
Tempo di lettura: 4 minuti

Seppure difficile da digerire ci tocca accettarlo, accoglierlo e gestirlo.  L’invecchiamento è un processo graduale e continuo di mutazione naturale che inizia nella prima età adulta. Durante i primi anni della mezza età, molte funzioni corporee cominciano un declino graduale.

Non si diventa vecchi o anziani a un’età specifica. La stessa età per la pensione è una convenzione sociale più che una necessità fisiologica. L’inizio della vecchiaia è stato associato all’età di 65 anni solo perchè fu scelta come l’età giusta per smettere di lavorare in Germania. Questa fu la prima nazione a istituire un programma di pensionamento, e tuttora continua a essere l’età pensionabile per la maggior parte delle persone che vivono in società sviluppate, sebbene questa tradizione stia cambiando. A molti è capitato di incontrare  un anziano dimanico e reattivo che ancora esercita con energia la sua professione o il suo lavoro. Ebbene, la loro età non gli impedisce di continuare a essere, manifestare e perseguire i fini profondi della loro esistenza. Invecchiare è un processo dinamico che inizia da lontano ed è composto da “età” tra loro molto diverse. Vediamole.

Come invecchiamo?

  • Età cronologica: l’età cronologica si basa esclusivamente sul passaggio del tempo. È l’età di una persona in anni. L’età cronologica ha un significato limitato in termini di salute. Nondimeno, la probabilità di sviluppare un problema di salute aumenta con l’avanzare dell’età e sono i problemi di salute, piuttosto che l’invecchiamento fisiologico, ad essere le cause primarie di perdita di funzionalità in età avanzata. Poiché l’età cronologica aiuta a prevedere molti problemi di salute, è talvolta utilizzata in ambito legale e finanziario.

  • Età biologica: l’età biologica si riferisce ai cambiamenti dell’organismo che comunemente si verificano quando un soggetto invecchia. Poiché tali cambiamenti influenzano certe persone prima di altre, alcune sono biologicamente vecchie a 65 anni, mentre altre lo diventano solo dopo dieci anni o più. Tuttavia, le differenze più evidenti nell’età apparente tra persone di età cronologica simile sono riconducibili allo stile di vita, alle abitudini e agli impercettibili effetti della malattia, anziché alle differenze dovute all’invecchiamento reale.

  • Età psicologica: l’età psicologica è basata su come le persone agiscono e si sentono. Ad esempio, un ottantenne che lavora, fa progetti, si concentra sul futuro e partecipa a molte attività è considerato psicologicamente giovane.

La maggior parte dei soggetti non ha bisogno di ricorrere a un geriatra fino ai 70, 75 o addirittura agli 80 anni d’età. L’invecchiamento porta con se una serie di cambiamenti delle nostre capacità e delle nostre attitudini che modificano inevitabilmente il nostro modo di vivere. Riduzione della vista, decadere della plasticità cerebrale e della forza fisica sono alcune di queste che, come abbiamo visto nell’articolo sull’invecchiamento positivo, possono essere compensate con altre capacità acquisite con l’esperienza. In se l’invecchiamento non è causa di peggioramento della qualità della vita, ma lo sono le manifestazioni patologiche che in questa fase della vita spesso diventano croniche.

Invecchiare è una questione bio-psico-sociale

La nostra salute è il risultato di un equilibrio. Ogni giorno mettiamo sui piatti della bilancia della vita qualcosa che contribuisce a mantenerci in salute o a spostare l’ago verso condizioni di squilibrio. Gli eccessi alimentari, il fumo, l’alcol lo stress… sono tanti gli ingredienti di questo piatto della bilancia che pende verso lo squilibrio. Molti, però sono quelli che possono contribuire a mantenerci in equilibrio. Sta a noi, alle scelte che compiamo ed a quelle che compiremo. I consigli sono facili da dare, la consapevolezza individuale invece è molto più difficile da raggiungere. Alla base delle nostre scelte non ci sono solo mere motivazioni pragmatiche, queste spesso derivano dalla nostra formazione, dall’idea che ci siamo fatti della vita e dalle esperienze che abbiamo avuto durante il corso degli anni. Fattori che ci hanno formato e influenzano la nostra quotidianità.

E’ chiaro che oltre la nostra corporeità la nostra sfera immateriale incide sui processi di invecchiamento, partendo dalla sfera  psicologica con la quale interpretiamo il mondo che ci circonda. Grazie ad essa abbiamo riempito il nostro zaino durante gli anni.  Le risorse di questa sfera invisibile sono tutt’altro che marginali nel determinare la qualità del nostro invecchiamento. E’ necessario, soffermarsi a riflettere sul come confrontarsi con questa stagione della vita. Possiamo farlo guardandoci nella nostra totalità, partendo dalla nostra condizione bio-psico-sociale. Il naturale decadimento biologico influenza ed è a sua volta influenzato, dalla sfera psichica e da quella sociale.

Oltre alla salute fisiologica, anche la condizione psicologica ricopre un ruolo importante. Neanche la sfera sociale ed affettiva può essere trascurata. Con l’invecchiamento si modificano tutti gli ambiti nei quali l’individuo si esprime. Il primo e più potente strumento di invecchiamento positivo è la consapevolezza dei cambiamenti. E’ quindi fondamentale la capacità di accettarli e gestirli mantenendo elevato il livello di auto stima e riposizionando le nostre relazioni sociali ed affettive in funzione positiva. Sviluppare la consapevolezza di sè attraverso i cambiamenti scaturiti dall’invecchiamento.

Costruire l’invecchiamento

Non esistono due persone che invecchiano allo stesso modo. Non esistono neanche dei passaggio obbligati che conducono alla vecchiaia. Tutti noi siamo abituati a pensare in funzione del futuro, ad elaborare sequenze di eventi che produrranno effetti diversi a seconda delle nostre azioni. Così cerchiamo di anticipare le circostanze che consideriamo favorevoli mettendo in campo serie di comportamenti di autoregolazione. Considerare l’invecchiamento come un progetto da costruire e non come un percorso a tappe forzate, è un approccio molto efficace per attivare il processo di auto-regolazione.

Dovrebbe essere un compito della società preparare all’invecchiamento, sbagliato negarla o nasconderla con gli stereotipi del consumismo. Ma è pur vero che occorre il nostro sforzo personale. Ricordi? Non esistono due persone che invecchiano allo stesso modo. Nella nostra individualità c’è il nostro modo di invecchiare bene. La cultura contemporanea seppure metta in campo molti strumenti a favore della vecchiaia genera anche molti ostacoli ad una positiva valorizzazione sociale dell’anziano, che suo malgrado si trova a doversi riposizionare. Proprio in queste circostanze la visione di progetto in divenire della nostra vecchiaia, ci può tornare utile ad evitare processi di isolamento e la solitudine.

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