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14 Ottobre, 2025

Hamamelis virginiana

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Chiamato anche “nocciolo delle streghe” per la credenza popolare che attribuisce a questa pianta la virtù di scoprire sorgenti nascoste.

Il suo principale centro d’azione sono le pareti venose, la cui struttura altera in modo tale da provocare la rottura delle vene, con conseguente emorragia, o la loro dilatazione, congestione o infiammazione.
Le emorragie sono passive, di sangue venoso, nero, abbondante, che coagula con difficoltà e fuoriesce da qualsiasi orifizio del corpo; anche piccole perdite di sangue producono una sproporzionata prostrazione consecutiva.
Emorragie vicarianti, soprattutto di mestruazioni soppresse.
La dilatazione delle vene si traduce in varici (di cui costituisce uno dei principali farmaci), varicosità, ulcere varicose e congestione venosa passiva della pelle e delle mucose.

Le vene varicose sono dilatate, sensibili e dolorose, dure, nodose, bluastre, con pelle molto sottile. Varici in gravidanza.
Flebiti con dolori lancinanti. Secrezioni o scariche abbondanti che hanno lo stesso effetto grave delle emorragie importanti. Effetti negativi delle perdite di sangue. Anche flebiti ulcerate.
Le parti colpite (varici, flebiti, congestioni, articolazioni, muscoli, ecc.) sono doloranti, come se fossero state colpite, con sensibilità dolorosa alla pressione.

È indicato negli effetti cronici conseguenti ad aggressioni meccaniche, comprese ustioni di primo grado e ferite dolorose; nel post-operatorio, può evitare l’uso di morfina.
Dolori lancinanti alle vene, ai muscoli e alla pelle. Molto affaticato; si stanca facilmente.

Ha un’azione molto evidente sugli organi genitali, con dolori nevralgici molto intensi soprattutto di notte, che si irradiano in tutto l’addome con nausea e persino svenimenti.

Ferite incise, lacerate, contuse; colpi dovuti a cadute; arresta l’emorragia ed elimina il dolore.

Peggiora sempre durante le mestruazioni. Anche a causa della pressione o dell’esposizione all’aria fredda.
Nelle ferite è aggravato dagli scossoni o dal tatto. Dal movimento e dagli sforzi. Anche dal viaggiare in un veicolo.
Peggiora con l’aria calda e umida. Anche all’aria aperta e con tempo piovoso.

Migliora: con il riposo e stando sdraiati.
Avversione: per il maiale; per l’acqua (il solo pensiero lo fa stare male).

Nei disturbi conseguenti alla gonorrea o alla blenorragia provoca un grande sollievo.
Curiosamente produce un aumento del desiderio di tabacco, anche se lo aggrava notevolmente.

 

Quintessenza: emorragie venose. Sangue nero e coagulato. Vene varicose in qualsiasi parte del corpo. Dolore nevralgico alle vene. Dolore contusivo locale. Molto passivo in tutto.

Emorragie venose: l’emorragia venosa è solitamente di flusso costante e di colore rosso scuro, poiché il sangue ha rilasciato il suo carico di ossigeno nelle cellule.

Sangue nero e coagulato: sangue a flusso lento che si agglomera.

Vene varicose in qualsiasi parte del corpo: vene contorte e dilatate causate da una disfunzione nel ritorno del sangue. Possono comparire in qualsiasi parte del corpo.

Dolore nevralgico alle vene: dolore che percorre l’intero tratto di una vena, colpendo le terminazioni nervose e provocando forti dolori ai nervi.

Dolore contusivo locale: dolore simile a un colpo o a una contusione solo nella zona interessata.

Molto passivo in tutto: una persona poco reattiva sia intellettualmente che emotivamente o nella sua volontà di rispondere agli stimoli della vita. Anche durante il dolore.

 

 

Caratteristiche predominanti del rimedio Hamamelis virginiana

Smemorato, soprattutto quando parla. Idee confuse; non vuole studiare né lavorare.
Depresso, peggiora dopo le emorragie; afflitto dopo aver avuto polluzioni notturne. Irritabile. Non sopporta il disordine.

È tranquillo durante le emorragie.

Vertigini quando si china, con nausea e desiderio di stare sdraiato. Presenta pienezza alla testa, con stupore, o congestione alla fronte, con pressione alla radice del naso. Cefalea con sensazione di battito alle tempie, seguita da epistassi. Oppure cefalea a scoppi al risveglio, peggiore quando si china. Cefalea dopo una polluzione. Martellamento sull’occhio sinistro, come se stesse per impazzire. Ha la sensazione come se gli passassero una vite da una tempia all’altra e la stringessero forte. Grande ecchimosi alla testa e al viso dopo un trauma. Soprattutto delle parti molli.

Traumi oculari. Ecchimosi sub-congiuntivali; occhio nero a causa di un colpo. Occhi iniettati e molto doloranti a causa di un corpo estraneo o nel post-operatorio, peggiorano alla minima pressione. Sensazione come se gli occhi stessero per uscire dalle orbite, migliora premendoli con le dita. Emorragie intraoculari dopo uno sforzo o per tosse violenta o nella pertosse. Molto importante nella congiuntivite e nell’irite traumatica.

Accelera il riassorbimento dell’emorragia.

Presenta sordità all’orecchio destro che scompare a mezzogiorno. Quando sanguina dall’orecchio destro e dal naso, prova sollievo alla testa. Sente ronzii e squilli.

Olfatto aumentato. Cattivo odore dal naso. Attacchi di starnuti, con secrezione acquosa escoriata e bruciante e ostruzione nasale. Presenta epistassi soprattutto al mattino, passiva, liquida (che non coagula) e scura o nera, spesso vicaria (al posto delle mestruazioni) con sensazione di costrizione alla radice del naso e di pressione tra gli occhi.

L’epistassi allevia notevolmente i sintomi alla testa, alla fronte e al naso. Epistassi nel bambino, con debolezza posteriore. Bruciore alla guancia destra. Nevralgia facciale destra, con rigidità dolorosa dei muscoli. Labbra secche, screpolate, doloranti. Denti sani che fanno male, peggio in una stanza calda. Gengive doloranti, spugnose e gonfie, che sanguinano facilmente e il sangue è scuro. Molto efficace nell’emorragia passiva dopo un’estrazione.

Ha un sapore metallico. Lingua bianca; con sensazione di bruciore. E anche vesciche ai bordi della lingua. Gola secca con pizzicori all’ugola quando si tossisce. Tonsille e faringe congestionate e bluastre, con vene dilatate e varicose. Deve bere molta acqua per poter deglutire. Mal di gola peggiore a destra; tonsilla gonfia e arrossata. Raucedine.

Inappetenza a colazione. Ma presenta una sete intensa di piccole quantità alla volta, più nel pomeriggio e alla sera. Nausea, eruttazioni (con sapore di cibo). Anche singhiozzo dopo aver mangiato con bruciore e crampi allo stomaco. La nausea è accompagnata da vertigini e deve stare fermo per evitare il vomito.

Ematemesi, sangue scuro o nero. Può verificarsi dopo una caduta, un viaggio in auto o in sostituzione delle mestruazioni. L’emorragia è abbondante, con coaguli; con tremori nell’epigastrio, pienezza o gorgoglii nel ventre, a volte febbre, sudorazione profusa e freddo, polso debole e rapido e grande prostrazione.

Crampi nel colon trasverso due ore dopo aver mangiato. Bruciore nell’epigastrio e nell’ombelico. Flatulenza con dolore addominale, specialmente nell’ipogastrio. Vene varicose nell’addome.

Dissenteria con tenesmo, quando c’è una quantità insolita di sangue, come un’emorragia di sangue scuro, o con coaguli o macchie di sangue nelle mucose. Nel tifo, grande quantità di sangue simile al catrame nelle feci. Presenta ulcerazioni nella mucosa rettale. E emorragia rettale da congestione portale. Soprattutto quando si muove l’addome.

Emorroidi che sanguinano abbondantemente o con una certa regolarità e passività, o ad ogni evacuazione (per mesi e anni) con dolore e bruciore (come carne viva), pienezza e pesantezza e come se la schiena si spezzasse. Perdite di sangue nero seguite da grande prostrazione, sproporzionata rispetto alla quantità di sangue perso. Le emorroidi sono bluastre, grandi, esterne e con pulsazioni nel retto ed eritema perianale. C’è prurito anale. Feci secche, dure, ricoperte di muco e sanguinolente.

Ematuria. Sia per congestione renale passiva (con dolore), sia per traumi. Sempre con dolori violenti e coaguli. Frequente bisogno di urinare, con urina chiara e abbondante, o scarsa e scura. Irritazione e bruciore uretrale. Dolore intenso al cordone spermatico, che si estende ai testicoli. Dolore lancinante ai testicoli, che si propaga all’intestino, peggiore di notte e in tempo piovoso; con nausea e svenimenti. Varicocele o ematocele e orchite con dolori intensi e forte gonfiore; post-blenorragica. È anche molto efficace nell’epididimite blenorragica. Presenta sudorazione abbondante e fredda nello scroto, peggiore di notte. Disturbi vari come polluzioni notturne. Erezioni con desideri intensi. Impotenza, con organi flaccidi e sudati.

Mestruazioni molto scure e abbondanti, con dolore addominale, specialmente nella regione ovarica. Metrorragie, rosse o scure, a getto o passive, indolori, che compaiono tra due mestruazioni, dopo scosse o colpi, con dolori alla schiena come se fosse stata colpita (più nella regione lombare) con pienezza dolorosa nell’addome e anemia. Oppure, amenorrea con emorragie vicarianti, soprattutto dal naso e dallo stomaco. Metrorragie durante il parto o dopo. Dismenorrea con forti dolori lombari o ipogastrici, che si estendono fino alle gambe, con varici. Flusso mestruale abbondante, persistente, con vagina molto sensibile, come se fosse viva, e prurito vulvare.

Anche vaginismo con intenso dolore. Ovarite, peggiore a sinistra, a causa di un trauma o di un aborto, con dolori intensi all’ovaio e a tutto l’addome. Molto peggiore durante le mestruazioni, che sono irregolari; con ritenzione di urina. Capezzoli feriti, doloranti, sanguinanti. Rischio di aborto. Emorragie e varici durante la gravidanza.

Molto efficace nella trombosi della vena iliaca o femorale, con gonfiore massiccio della gamba (flegmasia alba dolens).

Raucedine al risveglio. Sensazione di soffocamento quando si è sdraiati. La corda vocale sinistra presenta granulazioni, arrossamento e varicosità. Tosse per solletico, con sapore di sangue, al risveglio. Emottisi. Può essere attiva o passiva. Sale in bocca senza tosse precedente o quasi senza sforzo. L’espettorato è denso, giallastro o grigio-verdastro, con sapore putrido. Tosse secca, con fitte all’ugola, come se stesse per rompersi.

Presenta fitte intense al torace, soprattutto in quadri clinici come la tubercolosi, con sensazione di costrizione al torace che si aggrava con l’inspirazione profonda. Dolore costante ai muscoli del lato sinistro del torace, peggiore quando si muovono le braccia. Palpitazioni e dolori precordiali lancinanti e alle vene delle braccia.

Le vertebre cervicali sono molto doloranti e ha un dolore costante sotto la scapola sinistra. Sente come se la zona lombosacrale stesse per rompersi, con dolori laceranti o tiranti che si estendono alle gambe. Stanchezza e pesantezza alle gambe e alle braccia. Sensazione di dolorosa pienezza alle articolazioni delle gambe, come se stessero per scoppiare, estesa a tutte le articolazioni del corpo.

Nei casi di reumatismo c’è un forte dolore muscolare, come se fosse stato colpito, peggiorato dal movimento. Il reumatismo articolare è accompagnato da dolore e gonfiore. Dolore come se fosse stato colpito alla spalla e al braccio sinistro, peggiorato dal movimento e sotto la scapola e l’ascella destra. Sempre peggiore di giorno e a riposo, scompare di notte. Rigidità alle braccia e alle spalle. Dolore reumatico al braccio e al polso sinistri. Anche dolore violento al dorso della mano destra fino alla spalla.

Dolore ai muscoli della coscia e al femore, come se fossero stati colpiti. La vena femorale è dolorante fino a metà coscia. Presenta varici alle gambe e alle cosce con vene dilatate, sensibili, con pizzicori; infiammate (flebite). È molto efficace nelle ulcere varicose molto sensibili.

Brividi quando si corica, peggiori alla schiena e ai fianchi, che si estendono verso il basso alle estremità con febbre notturna, mani calde e bruciore alle palpebre quando le chiude.
Sudorazione profusa durante la notte, dopo essersi coricati.

È un ottimo rimedio per il vaiolo emorragico, con sangue venoso scuro che fuoriesce dalle gengive, dal naso e nelle feci; con ematemesi, metrorragie e petecchie.
Dà grande sollievo ai geloni sempre bluastri. Nelle ecchimosi causate dal minimo urto. E anche nella congestione venosa della pelle con grande fragilità venosa.

 

 

Il caso di Claribel, segnata dal dolore

Mi sono sempre chiesta se le paure che proviamo, quelle paure anticipate, siano il prodotto di un ricordo, di un desiderio oscuro e incomprensibile, di un’eredità, di un incantesimo o di una premonizione.
Forse è tutto insieme.
La realtà è che molte paure, apparentemente senza causa immediata e senza senso, che tormentano involontariamente e incontrollabilmente le persone nel corso della vita, improvvisamente si avverano, come se fossero una sorta di “appuntamento atteso dietro la porta”.

Le storie che durante la guerra di Spagna hanno terrorizzato l’animo umano sono molte e di una crudeltà morale non solo inaccettabile, ma anche indigesta, insopportabile e umanamente imperdonabile.
Così è stato per Claribel, la bambina nata con tutti i segni della violenza subita da sua madre Cristina nel sanguinoso e fratricida periodo spagnolo che durò dal 1936 al 1939, aprendo le porte a tutte le possibili vendette anche tra familiari che “aspettavano nel cassetto”, come si dice, per avere l’occasione. E così è stato.

Claribel fu l’ultima figlia sfortunata di Cristina. L’ultima di tre gravidanze. Di cui due, non videro la luce. E non videro la luce perché erano figli di un amore illegale e quindi, per la Spagna franchista, figli del “peccato”.
Cristina si innamorò di un soldato della fazione rossa della guerra, gli antifranchisti. La loro passione reciproca fu consumata e ardente al punto da scatenare la violenza che si accendeva anche se era nascosta, silente, dietro le quinte. Ma sappiamo tutti bene che “piccolo paese, grande inferno” e Cristina fu spiata e perseguitata da tutte le arpie del villaggio, dalla famiglia e senza dubbio dalle ipocrite bigotte franchiste che si appoggiavano alla falsa morale cristiana, modificata a modo loro “politicamente corretto” per avere ciò che ogni pagano desidera, potere, immagine, riconoscimento, “sentirsi eletti” sulla terra e in cielo e, soprattutto, acquisire il diritto di imporre la propria miseria come regola di comportamento.

Cristina era giovane. Era bella. Era invidiata e fin da bambina, sufficientemente tormentata dalla dura educazione senz’anima dei villaggi di allora, abituati alla follia per sopravvivere e dove i figli erano, fondamentalmente, forza lavoro, servitù e bastone della vecchiaia.

Quando la videro felice nonostante la guerra e fiorire e vibrare per l’innamoramento, iniziarono la persecuzione e le molestie. La diffamazione. La calunnia e le accuse.
Cristina rimase incinta rapidamente come frutto dei primi incontri. Era giovane, aveva 18 anni, e il suo corpo era pronto per la maternità.

Dopo i primi mesi in cui si vedeva già il suo ventre rotondo e “di buona speranza”, le donne del paese iniziarono le diffamazioni, le calunnie aperte, le umiliazioni per strada, le accuse di prostituzione e peccato. Volevano linciarla. Le fecero un cerchio in piazza e le strapparono i vestiti per lasciarla nuda e costringerla a inginocchiarsi per chiedere perdono. Nella zuffa altre persone del paese e alcuni uomini ebbero compassione e ruppero il cerchio liberando la povera ragazza innamorata e madre sconvolta.

Cristina fuggì sulle montagne. Quella volta si salvò, ma perse il bambino a causa della gravità del parto da sola, che seppellì da sola sotto un albero molto vecchio dove si rifugiava e andava a giocare e a nascondersi da bambina.

Spinta dalla necessità e dall’impossibilità di scomparire completamente, tra l’altro per il suo amore per il soldato, che vedeva lì quando era possibile, temendo che se se ne fosse andata non lo avrebbe più trovato… continuò a sopportare umiliazioni e disprezzi sempre più violenti e continui.
È indescrivibile ciò che Cristina ha sofferto dentro e fuori di sé.

L’amore, tuttavia, aveva messo radici e manteneva il suo carattere eterno, per cui Cristina continuò a vedere il suo soldato e entrambi soffrirono la guerra dentro e fuori di sé. Rimase di nuovo incinta e questa volta il terrore invase la sua vita e il suo corpo a tal punto che abortì poco dopo, prima che la gravidanza fosse visibile. Era piena di paura, terrore e un dolore incommensurabile. Le ignominie vissute continuavano a passare sotto la sua immensa passione e il suo vero amore per il suo soldato che riempiva tutto dentro di lei.

Rimase di nuovo incinta e questa volta divenne una madre forte dentro e giurò a se stessa che non avrebbe perso il suo bambino. Quando il suo ventre iniziò inevitabilmente a arrotondarsi, le paure e la vergogna provate erano forti e minacciose. Cristina viveva la sua gravidanza con grande determinazione e forza, “affrontando” il mondo, ma piena di sentimenti terribili e indimenticabili. Temeva per il suo bambino, per la vergogna che avrebbe provato sua madre. Temeva più di tutte le madri che la sua bambina nascesse con qualche difetto, qualche lesione, qualche segno, qualche “macchia”.

Verso il quarto mese di gravidanza il suo soldato non tornò più. Non seppe mai dove fosse morto, se fosse morto e come fosse morto. Con molta più forza, più amore e più dolore incalcolabile, Cristina si aggrappò alla sua bambina con tutta la forza della sua vita.

Tra lacrime e ricordi. Tra amore e orrore. Claribel nacque. E come si può immaginare, era inevitabile che nascesse con il segno del dolore che corrispondeva alla vita già vissuta da prima ancora di essere concepita, alla vita dei suoi genitori che era il materasso su cui avrebbe poggiato fin dal primo momento della sua apparizione sulla terra.

Claribel nacque con un emangioma che copriva gran parte del lato destro del viso. Un segno della grande angoscia della madre per quel “mostrare il volto” che aveva sempre dovuto sforzarsi di mostrare nonostante la vergogna e il disprezzo che la sua famiglia e il suo popolo provavano per lei e l’enorme separazione e l’odio reciproco che provavano gli uni per gli altri.

Gli emangiomi sono una malformazione dei vasi sanguigni formata da grovigli capillari. Una lesione sulla pelle di una persona che già parla di separazione e abbandono. E come tutte le lesioni in cui il sangue ha un ruolo predominante, hanno a che fare con il clan e la famiglia. E in modo molto evidente con una mancanza di contatto con il padre, per un motivo o per l’altro.
Claribel è nata con la storia del suo passato scritta sul suo corpo. La sua lesione diceva tutto. Presentava anche piccoli angiomi importanti sulle gambe, soprattutto sulla destra, che evidenziavano la difficoltà a fare un passo avanti nella vita.

Cristina, dopo la morte del suo uomo e la nascita segreta di sua figlia, fuggì. In miseria, andò a vivere in un altro paese nonostante la violenza della situazione di guerra. Una famiglia ebbe pietà di lei e la accolse come domestica, come spesso si faceva allora. Lì vissero e lì Claribel crebbe e sopravvisse.

Dal 1938 al 1979, quando la conobbi, Claribel aveva circa 41 anni. Non si era sposata. Evidentemente il suo problema l’aveva molto inibita, ma soprattutto l’eredità dell’orrore vissuto da sua madre durante la gravidanza, anche se involontariamente, aveva reso Claribel una nubile perpetua piena di silenzio.

Quando venne al mio studio, il motivo era il dolore e l’aggravarsi dell’emangioma, che era diventato di un colore quasi viola, molto spesso e doloroso. Aveva provato di tutto e non riusciva a trovare sollievo in alcun modo; quindi, decise di provare la medicina omeopatica, che non sapeva nemmeno cosa fosse e non le interessava sapere. Voleva vivere e curare il suo tumore, anche se era benigno e congenito. Non sopportava il dolore e il suo aspetto. Si sentiva vergognosa e ripugnante.

Avevo appena iniziato il mio percorso nella medicina omeopatica e il primo rimedio che ho visto, secondo quanto dicevano i libri, era Hamamelis virginiana, di cui nemmeno io sapevo bene cosa potesse fare e come.

Nella mia ignoranza ho seguito le indicazioni di León Vannier e le ho dato Hamamelis 6ch 3 granuli 3 volte al giorno per 1 settimana, dicendole di farmi sapere.

Quale fu la mia sorpresa e quella di Claribel quando scoprimmo che l’emangioma si era ridotto a tal punto da non sporgere più dalla pelle e si era seccato come se fosse una vecchia cicatrice, quasi con i bordi scuri come una ferita molto vecchia guarita. Il dolore era scomparso e anche l’umore di Claribel era cambiato. Come mi disse lei stessa: “Non so cosa sia successo, ma mi sento diversa. Vedo le cose con colori diversi. Ho persino voglia di vivere”.

Quell’esperienza, inaspettata e persino inimmaginabile, all’alba della mia formazione come medico omeopata, fu una delle tante sorprese che mi spinsero a intraprendere il percorso “irreversibile” di formarmi per diventare un vero medico omeopata hahnemanniano.

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