L’OMS definisce così la salute:
“stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“5
Tuttavia, il significato di “benessere” cambia molto con i tempi, le culture e il cosiddetto spirito dell’epoca, che nasce dal pensiero collettivo come prodotto del divenire storico. Un insieme reso possibile dall’incontro/scontro di interessi ideologici, politici, economici e dall’idea del progredire di una cultura o di una determinata civiltà che struttura ciò che chiamiamo attualità.
Conviene soffermarci sulle caratteristiche dello spirito del nostro tempo, per comprendere il significato di benessere individuale e sociale. Condizione questa, da mettere in relazione con gli stati di ogni singolo individuo, espressione della sua costituzione e delle leggi della natura che travalicano il cambiamento dei tempi e le mode del momento.
Postmodernità
La prima caratteristica è la postmodernità, figlia naturale della modernità e dalla quale consegue la totale disillusione di ogni ideologia, la perdita delle speranze storiche dell’essere umano e di ciò che avrebbe voluto essere. Tutti i valori umani cadono, siano essi morali, collettivi o trascendenti. Il nostro essere profondo, le aspirazioni e i nostri veri desideri, dove risiedono il vero benessere e la salute che ci appartiene, vengono prima rifiutati e negati, poi dimenticati.
Umanità frammentata
La seconda caratteristica è che l’umanità è frammentata dalle guerre e dalla repressione. Inizia così la diaspora globale di tutti i mondi, degli uomini, delle razze, dei popoli, del corpo e della propria anima. L’uomo viene travolto dall’esplosione demografica, dalla frequenza del continuo cambiamento e dal terrore di una minaccia di distruzione totale incombente. Il mondo si apre alla globalizzazione come colonizzazione non integrata degli uomini, esponendoci ed essere figli del pianeta, ma senza le radici in esso. Come una nave senza timone, l’uomo viene abbandonato al suo destino, in balia della tormenta. Si impone la tecnocrazia, come conseguenza della scomparsa degli “Uomini” che non ci sono più. Ci si avvia verso la condizione di macchina, strutturando così il progressivo e definitivo contrasto Cultura / Natura.
Nel caos della distruzione della collettività e delle società compatte, della totale laicizzazione e teofobia, con la perdita di radici in cielo e in terra, si esaspera la ricerca del “sé” senza gli altri. Quindi, a causa della totale frammentazione, si impone l’individualismo come meta per la sopravvivenza, accompagnato dal corteo di significati propri, giustificati dalla stessa necessità di sopravvivenza: egoismo, egocentrismo, arroganza, prepotenza, diritto di “essere ciò che si è”, senza il rispetto di alcun criterio che non sia fisicamente misurabile, immediato, senza fini trascendenti o sociali. Tutto ciò avviene grazie al mostruoso sistema della società dei consumi, che si muove solo per soddisfare tutti gli impulsi immediati del corpo (in una macchina, unico stimolo esistente) per riempire il senso di vuoto trascendente che ci permea. Ognuno sente il diritto di essere ciò che è. Ognuno pretende di esserlo, anche al di fuori degli altri, del Cosmo, delle leggi inderogabili dell’Universo. A dispetto della saggezza arcaica e di qualsiasi “altro”, per cercare di non morire.
L’accumulo
La terza caratteristica è l’accumulo. L’incapacità di rinunciare anche alla spazzatura, a ciò che nuoce. L’incapacità di riconoscere ciò che è necessario. La confusione tra ESSERE e l’AVERE. Tale confusione arriva ad un punto tale che, nell’allontanarsi sempre più dall’”essere”, si crea un meccanismo compulsivo di “dover” soddisfare il “non-essere”. A Tale spinta si contrappone la Natura che lotta per restituirci il nostro posto e che ci regala il cosiddetto “castigo educativo” è cioè la malattia come allerta e avvertimento del mal-vivere individuale, sociale ed ereditario. E, in questo modo ci impone la cura e la correzione, per tornare alla salute, all’ordine, al vero benessere ed alla pace del buon vivere.
In sintesi si pretende di vivere male e stare bene. Si pretende di sostituire uno stile di vita sano con le Spa, i centri benessere, un breve ritorno alla natura, quasi mimato, parziale, inquinato ed adattato al commercio consumistico, a simulacro di salvezza intuitiva. Pretendiamo di evitare l’affondamento della nave, aggiungendo altra acqua – anche se pulita – senza gettare la zavorra in mare.
In questo quadro tuttavia, la Natura comanda e impone il suo linguaggio e ci ricorda che “è la Natura che fa, da forma e guarisce le malattie.
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