Un territorio meraviglioso martoriato dalla noncuranza di coloro che lo abitano. L’Italia potrebbe essere il giardino dell’Eden del mondo intero, per conformazione geografica e mitezza del clima. Eppure, ad andare ad analizzare i dati offerti dagli studi di settore, il quadro che ne esce è molto differente. Terza in Europa per morti attribuibili all’inquinamento, dopo Francia e Germania, con un incremento del fenomeno in età pediatrica e adolescenziale.
Italia terza in Europa per morti da inquinamento
Sono dati emersi dal convegno nazionale “Curare è prendersi cura” organizzato da Ail (Associazione italiana contro leucemia, linfomi e mieloma) e giunto quest’anno alla sua terza edizione, il convegno è stato dedicato al tema dell'”impatto ambientale e rischio sanitario” ed ha esplorato, attraverso esperti e tecnici, le correlazioni esistenti tra le esposizioni agli inquinanti ambientali e le possibili conseguenze sulla salute dei cittadini.
Comprendere il rischio ambientale
Secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, “Serve implementare un’attenzione sempre maggiore sul tema del rischio ambientale e delle conseguenze per lo sviluppo di patologie oncologiche-ematologiche. Iniziative come queste devono tradursi nella conduzione di studi metodologicamente rigorosissimi, mirati a definire in una prospettiva epidemiologia, clinica, ma anche biologica tutto quello che sottende all’impatto dell’ambiente sullo sviluppo di patologie tumorali a carico del sangue”.
One Health, unica strada
Sempre secondo Locatelli “parlare di quelli che sono i temi legati alle bonifiche ambientali sia assolutamente doveroso proprio perché abbiamo imparato in questi anni, e in ciò la pandemia è stata maestra, che la salute umana può essere prevenuta solo in una prospettiva olistica One Health: non c’è benessere umano senza benessere animale e senza benessere ambientale. Non dobbiamo mai dimenticarci che a questi temi dobbiamo rivolgere il massimo dell’attenzione per investire sul futuro e sulle future generazioni”.