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20 Febbraio, 2025

Il Primo anno di vita del bambino

Considerazioni personali e non, curiosità pediatriche e omeopatiche

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Nella mia vita professionale, ricordo tra i tanti, tre episodi molto curiosi accaduti alla prima visita pediatrica.

ECCO MIO FIGLIO!!!”: Così un padre entrò in studio esclamando enfaticamente e sollevando il PRIMOGENITO MASCHIO come Simba viene presentato dal Re Leone ai sudditi della foresta o come se fosse presentato al Tempio… e mi consegnò questo principe, come fosse unico al mondo…

Non sapevo se ridere o se piangere, sicuramente ero molto meravigliata da questo eccesso.

Speriamo che non sia diventato un bullo…

Si prenda cura di mia figlia, perché non so cosa le faccio!” Questa fu l’accoglienza di una madre a me giovane medico, ancora sull’ingresso della porta di casa prima di entrare, vestita da pieno inverno e con la borsa del medico ben salda. Non potete immaginare il mio stato d’animo combattuta tra l’andarmene e l’entrare. Purtroppo entrai e realizzai  da subito, poi successivamente confermate, le grandi problematiche materne prima, poi della figlia che sviluppò una forma psicotica molto grave.

Siamo disperati: la bimba non mangia!!!: neonata di pochi giorni nell’afa di agosto. A casa, i due genitori in panne. Allargai i fori delle tettarelle con un ago caldo, rassicurai i genitori che la “cantante” stava bene, consigliai di uscire a passeggiare. La ragazza ora è una giovane adulta super sana. Lei fu la mia prima paziente omeopatica nel 1996, oggetto della tesi di fine corso, per la piena fiducia dei genitori verso di me e l’Omeopatia. Ancora intrattengo con tutti loro rapporti affettuosi.

Tutto questo cosa significa? Già dal primo rapporto pediatra-genitore-bambino si instaura un rapporto intimo, esplorativo e conoscitivo che porta a cogliere tutti gli aspetti della crescita del piccolo, nella sua complessità.

Spesso, fortunatamente, la Natura salva i bambini dall’ambiente esterno e permette loro di passare attraverso le tappe fondamentali del Primo anno di vita, integri; a volte occorre dare una “spinta”, a volte bisogna agire più in profondità.

Lasciando stare gravidanza e parto, che qui supponiamo siano stati fisiologici, quali sono le tappe fondamentali cui il pediatra fa riferimento durante le visite?

SUZIONE: capacità di attaccarsi al seno, capacità di succhiare con forza più o meno regolare. A volte il neonato preferisce un seno all’altro per sua postura preferita o per problemi al capezzolo materno. Il neonato si aggrappa al seno materno in genere e cercherà lo sguardo di lei che dovrà essere ricambiato.

TESTA: il capo cresce regolarmente e veloce nei primi sei mesi per rallentare il secondo semestre. La testa deve essere simmetrica come il volto. Se esistesse qualche asimmetria potrebbe essere da postura in utero o da schiacciamento durante il travaglio e parto o da posizione di decubito. Piccoli accorgimenti e seduta dall’osteopata in genere sono risolutivi. La fontanella bregmatica, sulla sommità del capo, (in realtà di fontanelle e suture ce ne sono varie ma alla nascita dovrebbero essere in genere già chiuse e saldate) si chiude verso i 14 mesi. Una chiusura troppo veloce o troppo tardiva deve essere sempre valutata. La fontanella deve essere normotesa(a livello del cranio) non pulsante né cava. In tali casi il medico valuterà. Il capo da ciondoloni a poco a poco assume una posizione eretta, stabile verso il terzo mese e si completa con la posizione seduta senza appoggio attorno al sesto mese in tutta la sua forza. A questo punto la posizione seduta permette una buona stabilità nel seggiolone e facilita il relativo divezzamento. Se il bimbo non sta seduto bene, per me è sconsigliabile il divezzamento: non è ancora pronto! Prima di questa acquisizione, l’uso di amaca o sedia a dondolo può essere d’aiuto, senza forzare posture anomale della colonna vertebrale.

ARTI: in genere tendono a essere in flessione nei primi giorni di vita, i pugni magari chiusi, ma nel sonno tutto si rilassa e si distende. Se le mani tendono a mantenere la chiusura, il medico può facilmente, durante la visita, provocare per via riflessa la loro distensione o agire di conseguenza… Le tensioni, la rabbia possono aggravare tutto.
I sobbalzi ai minimi rumori son frequenti nei primi mesi: è una questione di adattamento anche all’ambiente. Dall’acqua all’aria/terra il cambio è grande.

OCCHI: aperti, chiusi, vigili e controllori, sguardo attento e profondo, sensibilità alla luce… tra il secondo e il terzo mese riconoscerà il volto umano, quindi il primo sorriso al contatto visivo. Questo è molto importante per seguire lo sviluppo della relazione, oltre a seguire la luce, seguirà gli spostamenti delle persone che lo accudiscono con affetto.

DENTI: i denti incominciano a “inossarsi” al terzo/quarto mese per eruttare intorno al quinto o sesto mese. Possono essere accompagnati più o meno da sintomi fisici e mentali(diarrea, febbre, dolore, pianto, agitazione, ecc.)

LOQUELA: Il bambino emette suoni da subito poi i suoni si strutturano in sillabe (baba … lala…) Inizia la lallazione (quinto mese circa), poi compaiono le parole mirate. Importante non la chiarezza della parola, ma la variazione dei suoni, attribuiti per nominare oggetti e persone diverse. Dai 2 anni il linguaggio si struttura fino alla completezza.

DEAMBULAZIONE: all’ottavo mese il gattonamento può essere avanti, indietro, un po’ confuso, lento o veloce, ma può anche mancare. Allora il bimbo inizia ad appoggiarsi alla sedia, al divano, a quello che trova per alzarsi in piedi, traballa, cade, si rialza, cerca una mano più o meno a lungo… ed ecco poi si separa fisicamente intorno ai dodici mesi e VIA… Non va forzato, non va sostenuto per le spalle per fargli fare i passi, va osservato e gli va risposto se chiede aiuto. Deve essere un suo piacere questa fase dove assume sicurezza graduale, senza traumi né forzature. Una caduta può creare paura che blocca il procedere.

Anche l’esperienza del parto è importante per me in questa fase: nel parto fisiologico il bambino assume posture e attua manovre per procedere e sopravvivere. Nel parto cesareo manca la discesa nel canale del parto e può riflettersi più tardi nella paura dei movimenti di discesa con relativa paura di cadere che, nell’acquisizione della deambulazione, può essere un ostacolo. In questo va aiutato sia dall’osteopata che dall’Omeopatia…

SONNO: ogni neonato dovrebbe dormire a lungo nella sua culla o lettino, in ambiente tranquillo e sereno, meglio in una sua cameretta (anche gli adulti possono disturbare). I primi tempi di vita soprattutto i risvegli più o meno sonori e in allarme dovrebbero essere solo per fame. Poi gradualmente i periodi di veglia aumentano con attenzione e interesse all’ambiente, assumendo un ritmo sonno-veglia più regolare.
Ho notato che i bimbi, allattati a lungo al seno e a richiesta, si svegliano più frequentemente nella notte per richiedere il seno.

APPETITO: variabilissimo! Il metabolismo è diverso come in tutti noi. Dal pacioso al nervoso. Velocità, voracità, facile sazietà. Bisogna adattarsi a tutto. Questo, controllando la crescita, senza preoccupazione se resta del latte nel biberon o se la richiesta è in più. Poi si regolerà col divezzamento lento, fisiologico e il più possibile naturale, senza forzature. Ognuno ha i suoi gusti. E magari già in gravidanza sono stati segnalati dal bambino alla mamma desideri o rifiuti di certi alimenti, coi cambi ben noti di gusti o desideri capricciosi delle gravide.

INTESTINO E FECI: nell’allattamento al seno sono gialle, liquide e frequenti, a volte esplosive. Col latte artificiale sono più solide e meno frequenti. Aria da fermentazione può aumentare alla sera: a volte una correzione della dieta materna o del bimbo è sufficiente a risolvere. Col divezzamento, le feci cambiano, una volta al dì, più regolari, sempre se tutto va bene.

RIGURGITO: è fisiologico data la struttura di esofago e stomaco nel lattante, nella maggior parte dei casi. Non preoccupiamoci se il bimbo cresce bene, ma ogni tanto ci innaffia…

PELLE: in genere rosea, liscia; occorre buona igiene con prodotti naturali, idratazione con oli naturali. Il bagno va fatto senza l’ansia di un’immersione quotidiana come fanno tanti genitori. L’immersione nel bagnetto deve essere lenta e graduale, non rapida e improvvisa. Deve essere un tempo di relax, non di stress. In sud America so che usano nel sonno serale radice di Eschscholzia per favorire il sonno. Magari noi qui abbiamo lavanda e camomilla.

CARATTERE: ognuno ha proprio il suo. Già molti bambini si presentano con le loro caratteristiche che mantengono per tutta l’esistenza, altre volte all’inizio sono legati ancora alla vita uterina quindi hanno aspetti materni più che paterni, per poi virare verso altro lido con la crescita e il distacco.

PIANTO: ogni tanto bisogna permettergli di piangere, gridare, strillare. È la comunicazione dei disagi. Il pianto però deve essere consolabile, e deve essere ascoltato e capito. E chi lo ascolta deve imparare a riconoscere la richiesta e dare consolazione.

E potremmo continuare ancora a lungo e, anche a richiesta …

Succede però che a volte si devia dalla “normalità della crescita” in toto, allora si potrà intervenire sul bimbo con il rimedio omeopatico di fondo che l’omeopata prescriverà conoscendo tutto il quadro per riequilibrare l’energia in subbuglio. Nel caso non sia possibile o i genitori siano un po’ reticenti allora ci si può limitare a dar “una spinta” omeopatica nell’acuto scegliendo un rimedio temporaneo, comunque sempre adatto al bimbo.

Posso fare qualche esempio senza addentrarmi nei particolari di ogni rimedio.

Per la dentizione lenta o fastidiosa e ritardo della crescita ossea: gruppo della calcaree (Calcium carbonicum, Calcium phosphoricum, Calcium fluoricum, Calcium silicicum).

Per il reflusso grave: Aethusa cynapium o Asa foetida.

Per le coliche: Lycopodium, Carbo vegetabilis, Colocynthis, Cuprum metallicum

Per il ritardo dello sviluppo fisico psichico: Borax, Calcium carbonicum, Calcium phosphoricum, Baryta carbonica, Causticum.

Per stipsi ostinate: Nux vomica, Lycopodium.

Per le dermatiti: Sulphur, Graphites, Rhus toxicodendron.

Conclusioni

Tutto questo che ho raccontato deve essere preso come una “media” dell’evoluzione del bambino nel primo anno di vita.

Le variabili sono tante, impossibile elencarle tutte. Ogni bambino è un sé stante immerso in un nucleo circostante storico-culturale-etnico e che il pediatra deve scoprire insieme con la famiglia.

Ora non si fanno più visite a domicilio. Ma vi posso assicurare che questo era molto importante: toccare con mano l’ambiente in cui un bambino cresce e, in primis, la casa è sempre stato un punto di partenza di terapie mirate al suo benessere, non solo fisico, ma anche psichico. Chi viene nello studio pediatrico ti mostra una minima parte della realtà: tutti noi siamo un complesso di cose, il bambino di più, spugna come è delle situazioni circostanti.

Per fortuna con l’Omeopatia e, per me, in aggiunta alla pediatria, si riesce a entrare maggiormente nell’ambiente oltre che nella persona, facilitando il percorso di “BUONA SALUTE”, che poi è la cosa che interessa a tutti noi, medici e pazienti.

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