Negli ultimi anni il dibattito sulla salute mentale ha assunto un peso sempre maggiore, spinto da ritmi di vita intensi, incertezze sociali e pressioni lavorative. E mentre molti Paesi faticano a proporre soluzioni innovative, gli Emirati Arabi Uniti stanno attirando l’attenzione internazionale per un approccio integrato e all’avanguardia che include l’Omeopatia. Su Generiamo Salute ne avevamo già parlato, ma i riscontri che giungono da Abu Dhabi e Dubai meritano un aggiornamento attento, soprattutto perché intercettano esigenze molto sentite anche dal pubblico italiano.
Perché l’Omeopatia convince nei disturbi mentali
La svolta sembra essere legata alla prospettiva olistica dell’Omeopatia, che storicamente attribuisce grande importanza alla sfera emotiva del paziente. Medici omeopatici negli Emirati sottolineano come, anche in presenza di sintomi fisici, sia fondamentale indagare emozioni, reazioni allo stress, modalità di risposta alla rabbia o alla paura. Questo porta a una profilazione individuale della cura, difficilmente replicabile con protocolli standardizzati. L’attenzione al “chi siamo” e non solo al sintomo è una caratteristica che molte persone, sensibili al nesso mente-corpo, riconoscono come decisiva.
Meno effetti collaterali e minore dipendenza dai farmaci
Un elemento che sta favorendo il boom dell’Omeopatia emiratina è la percezione di maggiore sicurezza rispetto alla farmacologia tradizionale impiegata in psichiatria. Sedativi e antidepressivi, pur essendo strumenti essenziali, possono produrre assuefazione, effetti collaterali e difficoltà nel sospenderli.
Il dottor Harkirat Singh Wilkhoo, specialista in salute e stile di vita al RAK Hospital, spiega che i farmaci convenzionali “tendono a produrre un effetto sedativo e possono essere associati a effetti collaterali, dipendenza e difficoltà di ritiro”.
Per molti pazienti questo è un punto cruciale: evitare assuefazione e impatto negativo sulla lucidità è una priorità. L’obiettivo a lungo termine è che “il paziente sia libero sia dai sintomi sia dai farmaci in corso”.
Dove la medicina convenzionale non arriva
Tra i casi riportati spicca la storia di un paziente residente ad Abu Dhabi che, per anni, ha lottato contro ansia e insonnia, accompagnate da dolori alla gola e disturbi visivi. Dopo vari consulti gli era stato detto che “non c’era cura” e che avrebbe dovuto “imparare a conviverci”. È stato allora che ha deciso di provare l’Omeopatia, su consiglio di un amico: “Ha funzionato: dopo quattro o cinque mesi la mia condizione è migliorata del 70-80%”.
Secondo il dottor Yasir Shafi, medico omeopatico presso Wellth, questa scelta è perfettamente naturale poiché “la mente è di enorme importanza”. Anche nelle malattie fisiche — spiega — si indagano le emozioni, le reazioni allo stress, i trigger personali. «Esaminiamo chi è il paziente, quali sono le sue emozioni, come reagisce a stress o rabbia: il trattamento considera la totalità della persona».
Verso modelli integrati
Negli Emirati sta prendendo piede la collaborazione tra Terapia farmacologica, Psicoterapia e Omeopatia, in un’ottica integrativa che punta al risultato, non alla contrapposizione ideologica. È un segnale importante per l’Italia, dove molte strutture stanno iniziando a considerare l’interazione tra discipline, pur con velocità diverse a seconda delle regioni. L’obiettivo condiviso è colmare le lacune terapeutiche e ridurre costi emotivi e sociali legati alla cronicizzazione dei disturbi.
Accanto ai rimedi omeopatici, alcuni medici insegnano semplici tecniche comportamentali basate su tre step: consapevolezza dei propri trigger, riconoscimento dell’impatto emotivo e capacità di “uscita” dal pensiero disfunzionale tramite attività alternative. Non si tratta di psicoterapia complessa, ma di un supporto concreto che aiuta a dominare ansia, insonnia e irritabilità.
Risultati percepiti dai pazienti
Chi intraprende un percorso omeopatico riferisce maggiore qualità del sonno, diminuzione dei pensieri intrusivi, umore più stabile, energia rafforzata e maggiore desiderio di socialità. Molti segnalano anche un calo degli attacchi di panico e una gestione più equilibrata delle situazioni stressanti.
Nel Paese mediorientale stanno confermandosi come laboratorio avanzato per l’integrazione dell’Omeopatia nella salute mentale. Per l’Italia, osservare con attenzione questa evoluzione significa prepararsi a offrire risposte più personalizzate e meno invasive. Se la priorità è restituire ai pazienti autonomia e benessere senza sovraccarico farmacologico, l’esperienza emiratina merita ascolto. L’interesse crescente non è moda, ma effetto di risultati tangibili. Generiamo Salute continuerà a monitorare con attenzione questa frontiera terapeutica.
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