ADHD significa letteralmente Attention Deficit Hyperactivity Disorder (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). Se il bambino è distratto, se non segue le direttive e si agita nel banco di scuola, può essere considerato malato e di conseguenza trattato con psicofarmaci che rientrano nella categoria degli stupefacenti.
Il termine ADHD venne coniato nel 1987 dall’Associazione Psichiatrica Americana tramite procedimento di votazione. Gli Psichiatri accreditati votarono per eleggere e definire la sindrome. La votazione per maggioranza dette un segno positivo: la sindrome esiste!
L’ADHD nasce e cresce nelle scuole. Alcuni insegnanti considerano normale e a volte prediligono un bambino che non crea problemi, anche se si isola e non relaziona con i compagni. Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) illustra le patologie e i disordini mentali dove dal 1987 ha preso uno spazio corposo l’ADHD.
Quando vostro figlio/a non aderisce al progetto produttivo-passivo, ovvero si muove troppo sul banco di scuola, è insofferente e poco interessato alla lezione e non ripete a memoria l’esatto percorso proposto dall’insegnante, allora è un serio candidato all’ADHD.
Non si ricorre più al medico scolastico (abolito con la riforma della salute pubblica) che ti fa giocare con il fonendo e saltellare sulla pesa per rilassarti o fare una corsetta in giardino, adesso si va dallo psichiatra e poi ci si sottopone a un bel trattamento psicoterapeutico e spesso farmacologico. Dopo la compilazione di un test di dubbia validità, lo psicologo o lo psichiatra esperto, può stabilire che il tuo bambino è affetto da ADHD.
Attualmente si stima che, negli USA, al 9.4% degli alunni dai 2 ai 17 sia stata prima o poi diagnosticata una forma di ADHD.
Lo psichiatra contemporaneo considera l’ADHD come una combinazione di genetica e chimica cerebrale. Ci si può nascere oppure no”, spiega Dale Archer, medico psichiatra esperto e autore di due libri sul tema.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è spesso frainteso, ma ci sono diverse soluzioni tech che possono aiutare a gestirlo. C’è anche chi crede che l’ADHD sia un effetto collaterale della vita moderna e del rapido aumento dell’uso di dispositivi digitali, ma si tratta di una convinzione errata. Anzi si possono utilizzare i videogiochi per riuscire a concentrarsi quando si ha un compito importante da svolgere.
Queste indicazioni provengono da psichiatri che hanno a cuore più le tecnologie che i loro figli. Ovviamente l’Omeopatia (così come altre discipline mediche analoghe) è avversata da quel mondo istituzionale, oppure, così come ogni visione umanistica, è considerata fuori moda e scarsamente tecnologica.
L’approccio omeopatico tende a non penalizzare o medicalizzare elementi che riguardano la vitalità dei soggetti. Questo è lesivo per il teorema educativo vigente che vuole tutti gli alunni militarizzati e impasticcati.
Come possiamo invece vedere la terapia omeopatica si è rivelata utile e valida nell’affrontare situazioni che riguardano sintomi di agitazione definite come ADHD. Un recente studio canadese ne ha confermato l’efficacia.
Lo studio
Lo studio è stato realizzato a Toronto nel Centro Nazionale di Medicina Complementare e Integrativa e registrato nel ClinicalTrials.gov NCT02086864.
Lo studio randomizzato, in doppio cieco a tre bracci, ha coinvolto 151 pazienti dai 6 ai 16 anni (età media 9.6) prevalentemente di genere maschile (73%) con diagnosi di ADHD.
I pazienti sono stati divisi in tre gruppi:
- Trattati omeopaticamente previa consultazione
- Sottoposti a una visita omeopatica e somministrato loro un placebo
- Trattati con il consueto approccio convenzionale.
I pazienti inclusi nello studio sono stati contattati nel periodo che va da luglio 2014 a febbraio 2020. I genitori sono stati poi intervistati telefonicamente per valutare l’andamento della cura ogni mese circa.
Sono stati esclusi pazienti con seri problemi mentali conducibili ad altre patologie come lo spettro autistico, stati depressivi ecc. Esclusi anche i soggetti consumatori di farmaci oltre a quelli stabiliti nel protocollo di terapia per ADHD.
Sono stati impiegati farmaci omeopatici a partire dalla 6 CH fino alla XM.
I risultati dello studio
I primi dati provengono da una osservazione del parametro CGI-P alla 28° settimana. Gli altri da ulteriori rilevamenti nel corso di otto mesi di osservazione.
Il 63% del campione dei primi due gruppi ha avuto un complessivo e considerevole miglioramento dei sintomi dell’ADHD già dal primo rilevamento.
È stato osservato un miglioramento dei sintomi dell’ADHD nei primi due gruppi (farmaco omeopatico + visita omeopatica – placebo + visita omeopatica). I dati sono stati ricavati attraverso un questionario apposito, il “Conner 3 Global Index-Parent” rivolto ai genitori dei bambini e dei ragazzi arruolati nello studio.
Non si sono invece osservate differenze nei tre gruppi per quanto riguarda gli effetti indesiderati dei trattamenti.
I genitori dei primi due campioni esaminati hanno anche osservato un aumento complessivo della qualità della vita dei loro figli.
Discussione
I risultati ottenuti in questo studio sono confortati da una recente metanalisi che ha dimostrato una rilevante e statisticamente significativa efficacia della cura omeopatica individualizzata nel trattamento dell’ADHD.
Questa metanalisi dà un valore aggiuntivo ai risultati ottenuti dal gruppo 1 (farmaco omeopatico più visita).
Sebbene ci siano degli evidenti limiti, la ricerca conferma l’efficacia del trattamento omeopatico inteso come visita più somministrazione del medicamento e monitoraggio del “follow up”.
I limiti più evidenti riguardano il fatto che i soggetti e i genitori coinvolti nello studio non avevano dimestichezza con l’Omeopatia e quindi le istruzioni potevano non essere seguite adeguatamente.
Un secondo limite è connesso con il reclutamento del campione durante il periodo pandemico che ne ha condizionato la disponibilità.
Un elemento preso in esame è stato quello dei presunti benefici psicologici dovuti all’approccio omeopatico. Ottenere dei risultati di efficacia così evidenti dei sintomi dell’ADHD fornisce un certo valore alla visita omeopatica così come è concepita nella sua componente psicologica, ma anche all’effetto placebo (gruppo 2). Durante la visita omeopatica vengono indagate diverse attitudini in una ottica globale, dinamica, familiare e non standardizzata ne’ limitata a un punteggio. Questo può indurre nella famiglia comportamenti più salutari che possono aver influito sui risultati.
Per l’Omeopatia il bambino con ADHD non è un malato da sedare, ma concepisce la sua sintomatologia come un insieme di segni costituzionali e ambientali attraverso i quali il sistema famiglia va conosciuto e aiutato nel suo complesso.
Il consolidamento delle prove di efficacia della medicina omeopatica nell’ADHD fa ben sperare di un utilizzo della stessa anche nel settore pubblico dove i protocolli terapeutici psichiatrici sono molto restrittivi e scarsamente efficaci.
La redazione di Generiamo Salute consiglia questo libro per approfondire l’ADHD attraverso l’approccio omeopatico; R. Petrucci e V. Nemeth – ADHD o quanto l’infanzia può essere spensierata