Due diversi approcci al contenimento della pandemia
La pandemia proclamata dall’OMS mette d’accordo tutti, almeno sul piano formale. Direi solo su quello però, perché nella pratica assistiamo a due diversi modi di affrontarla, almeno nelle prime fasi. Da una parte ci sono i paesi, tra cui l’Italia, che posponendo le valutazioni di natura economica hanno deciso di intervenire in maniera massiccia, con misure di contenimento stringenti per limitare il contagio Salvaguardando così le categorie che rischiano un’evoluzione grave della malattia. Cina, Italia e Corea del Sud sono i paesi in cui è stata adottata questa strategia. L’altro approccio, quello utilizzato, inizialmente da Germania, USA e soprattutto Regno Unito (con l’agghiacciante frase del primo ministro Boris Johnson) che consiste in un lasciare correre, fino a quando è stato possibile il contagio, cercando di non incidere eccessivamente sugli equilibri economici. I “vecchi” a casa e gli altri a lavoro…
Questa strategia di intervento permette, probabilmente alle imprese ed ai sistemi economici di realizzare un vantaggio, su quelle economie che hanno adottato misure più rigide. Si a vantaggio del sistema economico nazionale e delle imprese di quel sistema, in termini di ripartenza, e di riorganizzazione delle risorse.
Siamo uomini o caporali? Solo numeri…
C’è dietro questa scelta un ragionamento di tipo “militare”, molto simile al calcolo che i capi militari fanno in termini di costi/benefici di vite umane durate una guerra. Secondo questo rapporto, il covid-19 colpirebbe gravemente soprattutto soggetti anziani, tendenzialmente oltre l’età dell’impegno lavorativo. Ha invece (è ancora da verificare) poco impatto su quella popolazione più giovane che ancora è in grasdo di produrre. Si tratta di un atteggiamento che ha un suo rigore logico, seppure odiosamente cinico.
Lasciando correre si raggiungerà più rapidamente quell’immunità di gregge che permetterà a queli paesi di ripartire più velocemente, rispetto agli altri che hanno scelto il secondo sistema. Per di più il costo sostenuto (in termini di decessi) non andrebbe ad incidere sul tessuto economico e produttivo del paese, al contrario questi potrebbe giovarne. Gli anziani muoiono, lasciando i loro averi ai giovani che per la loro maggiore propensione alla spesa rimetterebbero in circolazione una parte della ricchezza ereditata, innescando una sorta di palingenesi del sistema economico. Per Roberto Buffagni per esempio, il motivo è non solo legato ad una componente strettamente economica, ma chiama in causa, principi culturali e sociali profondi, fortemente radicati nella natura dei diversi popoli.
Un nuovo sistema sanitario è possibile!
Bene, sembra che stiamo dalla parte giusta! Cerchiamo di salvare tutte le vite possibili! Grazie a questo imperativo, dettato anche dalla nostra formazione culturale, abbiamo raggiunto una nuova consapevolezza. Abbiamo scoperto quanto sia importante avere un sistema sanitario per tutti e aperto a tutti. Negli anni passati ci siamo un po’ accaniti su questo sistema che un tempo fu rivoluzionario e fonte di progresso. Questo ha rappresentato, prima di tutto, il nostro SSN per oltre 1 secolo. Uno strumento di emancipazione sociale! Non parlo solo di quello statale, ma anche di quello affidato alle opere pie per esempio, che si occupava di distribuire medicamenti e cure, alle classi meno abbienti, già prima che venisse istituito l’attuale sistema sanitario.
Quando ne usciremo forse avremo una consapevolezza nuova sul nostro sistema sanitario, ci sforzeremo di farlo funzionare meglio, avendone assaggiata l’importanza. Eviteremo gli sprechi, ottimizzeremo le risorse? E’ un lavoro di cui dovremo farcene carico tutti. A partire dai pazienti, che dovranno essere consapevoli e responsabili. Pretendere misure e trattamenti effettivamente indispensabili, evitando la prescrizione per abitudine, per semplice simpatia, riducendo con senso civico gli sprechi che sottraggono inutilmente risorse. E’ certamente un lavoro difficile quello che ci attende.
Acquistare consapevolezza riguardo la nostra salute è uno sforzo enorme. Solo ora comprendiamo quanto valore può avere il nostro sforzo per gli altri. Al medico di prossimità, in primis, compete il compito di istruirci per diventare pazienti cosapevoli. Purtroppo oggi si trova nella scomoda posizione di collettore tra la rigidità del protocollo imposto e la necessità di sviluppare un approccio terapeutico personalizzato sulle diverse esigenze dei suoi pazienti.
Apriamo le finestre per una brezza d’aria nuova
E’ ora di aprire le porte del sistema sanitario a quelle pratiche globalmente riconosciute come efficaci ed economiche, per garantire un sistema sanitario veramente moderno. Ricostruiamo, attraverso il rispetto del dettato costituzionale sulla libertà terapeutica, uno strumento di progresso sociale oltre che un presidio efficiente per la salute della collettività. Abbattiamo quelle barriere ideologiche che relegano strategie terapeutiche di comprovata efficienza come tutte le medicine basate sull’uomo, in una assurda e infruttuosa posizione antagonista.
La stessa Cina, che da pochi giorni ha registrato il numero zero di nuovi contagi autoctoni, costituisce un esempio nella gestione delle epidemie. Come ci fa notare il dottor Galeazzi nel suo blog, è possibile, e fortemente auspicabile l’integrazione tra diverse strategie terapeutiche. Così come la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) si è rivelata utilissima durate l’epidemia di SARS nel 2002. Il documento stilato nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostra come, l’integrazione della MTC con le cure convenzionali abbia permesso di ridurre sensibilmente i tempi di infezione e infiammazione dei soggetti colpiti dalla SARS.
il nuovo corso
Non è difficile comprendere che l’integrazione di una medicina chimica, con una medicina energetica, come la Medicina Omeopatica, possa portare indiscussi benefici. I pazienti vedrebbero aumentare la velocità di guarigione, riducendo così i costi di gestione posti letto; godrebbero di migliore livello generale di salute, riducendo i costi sulle prescrizioni di farmaci e di diagnostica a carico del sistema sanitario. Quando tutto questo sarà finito, rimbocchiamoci le maniche: pazienti, operatori della salute, dirigenti e politici per costruire una nuova idea di sanità pubblica. Efficiente, parsimoniosa e aperta verso le opportunità che le medicine non convenzionali offrono. Verso un unico obiettivo: migliorare la salute di tutta la comunità nel principio di una congruità economica.