Rachel Carson: alle radici del pensiero ambientalista

5 Dicembre, 2023
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 Rachel Carson (Pennsylvania 1907-1964) ha saputo prestare il suo talento di scrittrice ai suoi studi di biologia marina e di ecologismo.

Nel 1962 pubblicò Primavera silenziosa, una sorta di manifesto del pensiero ambientalista, una critica dell’uso scriteriato di pesticidi che, presentati come il miraggio di un’agricoltura senza parassiti, stavano già dimostrando ad un attento sguardo il loro effetto devastante sull’ecosistema. L’impatto della chimica sulla catena biologica risultava in una serie esponenziale di micidiali effetti collaterali. Il suo libro fu, nell’epoca dell’arroganza del pensiero tecnologico, un sussulto di coscienza.

 

Primavera silenziosa

“Perché tacciono le voci della primavera in innumerevoli contrade d’America? È quanto cercherò di spiegare in questo libro.” Questo l’intento di un libro che alterna uno stile favoloso ed apocalittico con una ricerca di analisi e spiegazioni.

Rachel Carson è un punto di svolta nel riconoscimento dell’inizio di una nuova era geologica che possa essere chiamata Antropocene. “Soltanto durante il breve periodo che decorre dall’inizio di questo secolo ai giorni nostri, una sola “specie” – l’uomo – ha acquisito una notevole capacità di mutare la natura del proprio mondo.” L’uomo è artefice di una contaminazione dell’aria, del suolo, dei fiumi e dei mari che può essere irreparabile. L’equilibrio dell’attività dell’uomo con l’ambiente circostante sta quasi inavvertitamente diventando fragile. Carlson cita Albert Schweitzer: “L’uomo riesce raramente a ravvisare gli aspetti diabolici delle proprie creazioni.” In un lungo tempo la Terra ha creato le condizioni possibili per la vita, in un breve tempo l’uomo le sta minacciando. E via via che gli insetti organizzano la loro resistenza, veleni ancora più mortali vengono escogitati.

Il pensiero economico genera contraddittoriamente al tempo stesso una situazione di sovrapproduzione ed il mito che si debbano sterminare i parassiti per produrre sempre di più.

È importante sottolineare come sia stato in realtà il diffondersi della monocoltura intensiva a creare le condizioni perché determinati insetti proliferassero e costituissero una minaccia per i raccolti. “La produzione agricola imperniata su una sola coltura non trae alcun vantaggio dai principi che ispirano l’opera della natura; essa è un’agricoltura quale può concepirla una mente meccanica. La natura ha impresso al paesaggio una molteplice varietà, ma l’uomo ha cercato, con tutto il suo zelo, di renderlo monotono; è così che egli ha distrutto il complesso di controlli e di equilibri grazie al quale la natura mantiene ogni specie entro i giusti limiti.”

Complementare alla monocoltura è la globalizzazione delle colture, la pretesa che ogni pianta si possa importare e coltivare in ogni parte del mondo. È da mettere in conto una lotta ai parassiti, un razionale uso di insetticidi chimici, ma questa lotta sta diventando innaturalmente frenetica e fuori controllo. “Siamo dunque caduti in uno stato di ipnosi tale da farci accettare come inevitabile ciò che è negativo e dannoso, quasi che avessimo perduto la volontà o la lungimiranza di tendere a ciò che è bene?”.

Il suolo, l’acqua, il verde, la vita

Il suolo è già il luogo della trasformazione da parte del vivente di una materia inerte. Ma il suo perpetuo mutamento sembra essere ora andato oltre i termini di un equilibrio vantaggioso. I veleni chimici stanno mettendo a rischio l’esistenza di innumerevoli e necessari abitatori del suolo, una vitale comunità di insetti buoni. “Talvolta può venir travolto il delicato equilibrio esistente tra le varie forme viventi, e stabilito dalla natura per il compimento dei suoi lungimiranti disegni.” La produttività stessa del suolo ne risente.

“La vegetazione terrestre fa parte di una trama vitale in cui si intrecciano rapporti stretti e fondamentali tra le piante e il suolo, tra pianta e pianta, tra le piante e gli animali.” C’è un intreccio vitale che viene sconvolto. Le nostre irrorazioni chimiche sono una violenza alla natura. “Noi ci comportiamo con la natura come un elefante in un museo di porcellane cinesi”: Carlson cita Briejèr, uno scienziato olandese.

L’apparente immediato vantaggio di una disinfestazione può tradursi, se indiscriminata e non opportunamente pianificata, in una inutile strage. Se gli insetticidi non sono veleni selettivi, allora “si tratta di stabilire se una civiltà può muovere una guerra incessante alla vita senza distruggere se stessa e senza perdere il diritto di chiamarsi civile.”

La questione etica è evidentemente anche una questione politica. “Chi ha deciso – chi aveva il diritto di decidere – a nome delle innumerevoli schiere di persone che non vennero consultate, che la cosa più importante da farsi è quella di cancellare dalla faccia della terra gli insetti, anche se ciò comporterà l’avvento di un mondo sterile su cui non si alza più il volo di un solo uccello? Tale arbitrio denuncia la temporanea intrusione di un principio autoritario nell’esercizio del potere. Essa tradisce la buona fede di milioni di cittadini, per i quali la bellezza e l’ordine del mondo naturale hanno ancora un significato profondo e inalienabile.”

L’uomo violenta una comunità di cui egli stesso fa parte. “Dove vanno collocati gli insetticidi nel quadro delle malattie ambientali? Abbiamo visto che essi contaminano ora il suolo, le acque e i cibi, e che uccidono i pesci dei nostri fiumi e privano i giardini e i boschi del canto degli uccelli. L’uomo non può aspettarsi una sorte diversa da quella che ha colpito gli altri animali, perché anch’egli fa parte della natura. Come possiamo, infatti, sfuggire a un inquinamento che si diffonde su tutta la Terra?”

L’inquinamento può alterare l’ossidazione cellulare, inibire enzimi, modificare anche l’informazione genetica. Alcuni prodotti chimici sono mutageni, possono provocare un danno genetico, fino ad anomalie connesse con l’alterazione dei cromosomi.

Alcune sostanze usate per la disinfestazione chimica si sono inoltre rivelate cancerogene, ed è merito della Carlson di essere stata tra le prime a lanciare l’allarme. Una cellula tumorale è una cellula di cui sia stato alterato il suo naturale ciclo vitale.

La natura si ribella

Le difese della natura alla violenza dell’uomo si ritorcono contro di noi. Alcuni parassiti o patogeni acquisiscono una resistenza agli agenti chimici che rende più difficile combatterli. Ovvero agenti normalmente innocui diventano nocivi in un ambiente sterile. “Si tratta di un complesso, preciso e unitario sistema di correlazione tra tutti gli esseri viventi che non possiamo impunemente ignorare, così come non possiamo sfidare la legge di gravità quando ci protendiamo dall’orlo di un burrone per guardare l’abisso sottostante.”

Se l’azione chimica o radioattiva distrugge indiscriminatamente forme di vita utili e dannose, la natura viene spostata dal suo equilibrio e si rivolta contro. Ci rivolgiamo contro forme di vita che sono nostre alleate nel mantenimento a nostro vantaggio dell’equilibrio naturale, sottovalutando quali nemici senza il loro aiuto ci possano sopraffare.

Di fronte a un bivio

La Carlson non visse abbastanza a lungo per vedere la messa al mando del DDT negli USA, morì per le conseguenze di un tumore ai polmoni nel 1964, due anni dopo la pubblicazione di Primavera silenziosa.

Ma la sua più importante eredità, ciò che ne fa una pioniera dei movimenti ambientalisti, è di averci mostrato di essere l’uomo e la scienza di fronte a un bivio.

La lotta ai parassiti ed agli agenti patogeni può e deve oggi avvalersi di mezzi più creativi e selettivi. È la stessa prospettiva della medicina di precisione e personalizzata. Nella lotta agli agenti nocivi, la natura stessa può mostrarci la miglior via. Natura medicatrix. Il nemico meglio si sconfigge rafforzando i suoi avversari. All’uomo spetta l’intelligenza di un controllo biologico, piuttosto che la cieca violenza distruttiva di ogni forma di vita.

Occorre la consapevolezza di dover venire a patti con la vita stessa. “L’attuale smania per le sostanze tossiche non ha tenuto in alcun conto queste considerazioni. Brutale quanto la clava dell’uomo delle caverne, l’ariete del controllo chimico è stato diretto contro gli esseri viventi, questi organismi talvolta delicati e distruttibili, talaltra resistenti, elastici e capaci di reagire con inattesa violenza. Le straordinarie capacità della natura sono state costantemente ignorate dagli esecutori del controllo chimico, i quali hanno eseguito il loro compito senza un poco di preveggenza e senza provare alcun senso di modestia di fronte alle potenti forze naturali che essi volevano disciplinare.”

C’è una forza vitale morbosa ed una medicamentosa, ed è fondamentale che esse sappiano tra loro – omeopaticamente – dialogare. Metaforicamente, è ciò che può trasformare una disinfestazione in una cura. “Soltanto se teniamo conto di queste forze vitali e cerchiamo di guidarle con cautela in una direzione a noi favorevole possiamo sperare di raggiungere un ragionevole compromesso con le legioni di insetti che ci circondano.”

Brevi lezioni di meraviglia

Brevi lezioni di meraviglia è il titolo di un breve saggio incompiuto di Rachel Carlson, un racconto intimo di alcune sue escursioni nella natura con il nipote di tre anni. La natura si rivela un luogo di gioia e di bellezza, che sa destare lo stupore e la meraviglia propria dei bambini e degli adulti che li sanno accompagnare. La conoscenza di come tutto sia collegato ed interconnesso, diventa a contatto con la natura un’emozione. “Se le nozioni sono i semi che più avanti producono conoscenza e saggezza, le emozioni e le impressioni dei sensi sono il terreno fertile in cui quei semi devono crescere.”

“Anche se siete genitori che credono di non sapere granché della natura, potete fare comunque tanto per vostro figlio. Quando siete insieme a lui, ovunque vi troviate e qualunque siano i vostri mezzi, potete alzare lo sguardo al cielo: alla bellezza dell’alba e del crepuscolo, alle nuvole in movimento, alle stelle di notte. Potete ascoltare il vento, sia che soffi maestoso nella foresta o che intoni un ritornello a più voci attorno alle grondaie di casa o agli angoli del vostro palazzo; e, ascoltandolo, magicamente i vostri pensieri si libereranno.”

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