Gatto e cane anziano cosa fare

23 Ottobre, 2022
Tempo di lettura: 7 minuti

Siamo al parco, Fido ha 12 anni. Fa il solito salto del solito muretto ma stavolta incespica maldestramente. Una, due, tre volte… sembra proprio che non abbia preso bene la mira, o che le sue articolazioni, un po’ arrugginite, non rispondano bene ai comandi. 

Stessa storia per Micia, 14 anni, che prima era sinuosa come una pantera mentre adesso impiega diversi tentativi per salire sulla sua poltrona preferita.

Dobbiamo preoccuparci? In realtà no. Dobbiamo solo prendere atto che il cucciolo o il gattino microscopico che oltre 10 anni fa abbiamo accolto nella nostra famiglia si sta fisiologicamente trasformando in un nonnino. La cosa in se può fare tristezza ma a ben vedere dovremmo essere felici di aver aiutano un amico a 4 zampe a raggiungere la senilità attraverso le nostre cure ed attenzioni.

Cosa si intende per senilità

L’invecchiamento consiste in un fisiologico insieme di cambiamenti che portano l’individuo ad avere maggiori difficoltà a mantenere l’omeostasi, ovvero l’equilibrio dello stato di salute, e che lo rendono più suscettibile ad ammalarsi rendendolo più fragile. Questo processo biologico riguarda tutte le specie sia animali che vegetali ed è perfettamente normale. Vi sono diverse alterazioni a carico di diversi organi ed apparati che accompagnano l’invecchiamento. Ad esempio, a livello della cute, assisteremo a perdita di elasticità, diradamento del pelo, aree screpolate, comparsa di piccole neoformazioni. Cani e gatti anziani hanno spesso problemi al cavo orale con infiammazione dei denti, presenza di tartaro. Possono avere problemi digestivi legati ad un rallentamento della motilità intestinale, e diversi apparati possono mostrare i segni del tempo. Le articolazioni vanno incontro a fenomeni di artrosi, il cuore può affaticarsi e presentare alterazioni anatomiche tali da richiedere una cura di supporto, la ghiandola prostatica nei maschi può ingrandirsi. Anche i sensi sono meno acuti rispetto ai giovani; vista, olfatto, gusto, tatto e udito possono essere meno performanti e l’accudimento del nostro amico inizia a richiedere qualche attenzione in più. Anche il cervello talvolta perde colpi ed i riflessi dei nostri amici sono rallentati. Tutto questo però rientra nella fisiologica evoluzione delle specie biologiche e pertanto non dobbiamo intristirci o avvilirci, ma semplicemente aiutare il nostro amico ad avere una serena e dignitosa vecchiaia!

Disfunzione cognitiva del gatto e del cane anziano

Dopo gli 8 anni di età si osserva nel cervello dei nostri amici una modificazione anatomica e funzionale delle cellule nervose. Questo processo, seppur fisiologico e lento, potrebbe portare in età molto avanzante ad una vera e propria disfunzione cerebrale, ovvero un’alterazione cognitiva e dell’umore che si ripercuote sui rapporti sociali dei nostri amici, e che include alterazioni di memoria, apprendimento, percezione dell’ambiente e consapevolezza. Fido e Micia possono non ricordare più dove sporcare, o non riconoscere subito i membri della propria famiglia. Se notiamo uno di queste alterazioni dobbiamo rivolgerci al nostro veterinario di fiducia che andrà prima ad escludere cause organiche quali patologie sottostanti fisiche. Una volta stabilito che non vi sono cause fisiche e metaboliche che possano portare a queste alterazioni comportamentali, possiamo parlare di disfunzione cognitiva senile. Questa sindrome nel 70% dei casi appare molto simile alla sindrome di Alzheimer che colpisce gli esseri umani e si manifesta con amnesie e perdita dei comportamenti abituali. 

I principali sintomi della disfunzione cognitiva senile sono: disorientamento, alterata interazione con i familiari, cambiamento del ritmo sonno – veglia, perdita delle solite abitudini dell’espletazione dei bisogni fisiologici, diminuzione dell’attività in generale. 

Quando un gatto o un cane è vecchio?

Nell’ultimo ventennio l’assistenza veterinaria e l’attenzione degli umani conviventi con cani e gatti hanno fatto si che la vita media dei nostri amici con la coda si allungasse di molto. Se prima un cane di taglia media era anziano già a 10 anni, adesso lo diventa, salvo complicazioni, a 11 -12 anni, ed un anno in più nella vita media di un cane non è poca cosa! La vita media poi si è allungata perché se a 11-12 anni iniziano i primi segnali di invecchiamento, non è escluso che il nostro amico posso arrivare a vivere anche 16, 17 anni, e nel caso di animali di taglia piccola perfino 18, 20. 

Si stima infatti che i cani di taglia piccola ed i gatti siano più longevi di quelli di taglia grande e che il loro invecchiamento incominci intorno ai 12 anni, mentre i cani di taglia grande e gigante sono considerati anziani già a 7-8 anni. Nel nostro paese sono segnalati almeno 2 milioni di Pet che superano i 7 anni di età ed in USA 1,5 milioni di Pet che superano i 15 anni di vita.

Aumentare l’aspettativa di vita dei nostri pet

A parte la genetica che è il primo fattore ad influenzare la longevità individuale, vi sono diversi fattori che contribuiscono ad allungare la vita media di cani e gatti in tutto il mondo. In generale i cani di taglia piccola ed i gatti sono più longevi, come lo sono i meticci rispetto agli animali di razza pura. Vi sono poi aspetti legati alla nutrizione ed alla condizione fisica dei nostri amici poiché si è visto che gli animali obesi vivono meno a lungo di quelli in peso forma, e che le diete ricche di grassi e povere di fibra espongono ad una diminuzione dell’aspettativa di vita. Infine anche l’ambiente incide moltissimo sulla longevità, in quanto animali che vivono in condizioni rurali sono più longevi, mentre quelli che vivono in zone urbane hanno aspettativa di vita minore. Questo fatto si può spiegare con la presenza di maggiori pericoli (incidenti ad esempio) ed inquinamento nelle zone urbane rispetto a quelle rurali. 

Come rendere fido e micia più longevi

A parte la genetica sulla quale purtroppo possiamo agire relativamente, ci sono una serie di presidi da adottare per allungare il tempo di vita dei nostri amici. Le prime cose su cui lavorare sono sicuramente l’alimentazione e lo stile di vita. Bisogna da subito offrire ai nostri amici un’alimentazione sana che sia bilanciata sotto tutti i profili dei macro e micronutrienti, che non sia troppo ricca di grassi e che abbia un buon tenore di fibra alimentare. Per questo possiamo affidarci alle aziende specializzate che producono mangimi per cani e gatti ma a fronte di un certo margine di sicurezza sulla composizione del mangime, avremo quasi sempre la presenza di conservanti ed appetizzanti di origine chimica, i quali effetti sono spesso poco noti. Offrire quindi una dieta casalinga appare la soluzione migliore, a patto che questa alimentazione sia bilanciata e formulata da un veterinario esperto in nutrizione e quindi cucita su misura sulle esigenze del nostro Pet. Oltre ad essere bilanciata la dieta offerta deve garantire il controllo del peso forma che deve rientrare in range ben precisi in base alla specie, la razza, l’età, lo stato fisiologico e la condizione individuale. Un animale sterilizzato avrà infatti un minor fabbisogno calorico rispetto ad uno non sterilizzato; così come un animale che fa intensa attività fisica ce l’avrà maggiore. 

Lo stile di vita è importantissimo; Fido e Micia hanno delle esigenze etologiche e comportamentali ben precise e non si può pretendere che un animale triste, depresso, sedentario o ansioso possa essere sano. Bisogna rispettare queste esigenze offrendo a Fido e Micia uno stile di vita consono alla propria natura. Tante passeggiate e possibilità di interagire con i propri simili per il cane e, se possibile, un piccolo territorio di caccia e luoghi dove rifugiarsi in caso di bisogno per i felini. 

Longevità e diagnostica

Per prevenire i segni ed i sintomi legati all’invecchiamento si possono effettuare una serie di esami strumentali diagnostici, in modo da valutare lo stato di alcuni organi ed apparati più sensibili, ed il cui funzionamento è essenziale per l’omeostasi individuale. Gli esami ematobiochimici di base e specialistici sono il primo step da eseguire. Un esame biochimico completo può rivelare il cattivo funzionamento degli apparati emuntori quali fegato e reni; può svelare patologie metaboliche come il diabete e far suppore altre patologie ormonali legate all’età come le disfunzioni di tiroide o ghiandole surrenali. Molto importante è anche un esame ecografico addominale che affiancherà l’aspetto di imaging ecografico a quello biochimico, stadiando eventualmente lo stato di disfunzioni o insufficienza d’organo. Fondamentale poi, dopo una certa età, è un esame cardiologico corredato da ecocardiogramma che potrà evidenziare e tenere sotto controllo eventuali patologie o deficit cardiovascolari. In ultimo, ma non da ultimo, una visita ortopedica soprattutto se Fido e Micia si mostrano particolarmente refrattari al movimento o se hanno zoppie o andature affaticate e diverse dal solito. Nei casi in cui l’invecchiamento ha determinato un’alterazione del sensorio dei nostri amici, e quindi ad esempio del ritmo sonno veglia, o con la comparsa di comportamenti anomali, è bene effettuare una visita neurologica e comportamentale, per cercare quanto meno di rallentare questo decadimento cognitivo e prevenire peggioramenti.

Quali integrazioni per aiutare nonno fido e nonna micia a vivere al meglio la terza età 

Oltre all’alimentazione corretta, lo stile di vita e la diagnosi precoce di patologie legate alla senescenza, possiamo avvalerci di una serie di integratori e nutraceutici che aiuteranno il nostro amico a migliorare la sua condizione o quanto meno a rallentare il processo di invecchiamento. I più diffusi e presenti in una serie di integratori di uso comune sono gli acidi grassi essenziali, in particolare quelli Omega3-Omega6. L’utilizzo così diffuso di questi integratori è supportato da numerose evidenze che si basano sulla loro azione a livello di membrane cellulari, in particolare quelle dei neuroni. Con l’invecchiamento, infatti, le membrane cellulari perdono fluidità e gli scambi attraverso esse diventano difficoltosi. Il trasporto di sostanze chimiche da e per le cellule è alterato, come pure alcune attività enzimatiche e reazioni cellulari. Gli acidi grassi Omega3-Omega6 sono in grado di migliorare la permeabilità e la fluidità delle membrane cellulari, in quanto costituenti di esse stesse. Quando risultano carenti quindi, o quando c’è un aumentato fabbisogno, come nel caso degli animali anziani, è buona norma integrarli nella dieta quotidiana. Gli Omega3-6 in oltre hanno azione antiinfiammatoria che contrasta l’infiammazione cronica legata all’età, e proprietà blandamente vasodilatatorie che consentono di ridurre la pressione sanguigna sistemica, migliorando la perfusione di molti organi e tessuti.  Tra questi ricordiamo l’EPA ed il DHA, facilmente reperibili in numerosi tipi di integratori. 

Altre sostanze molto utili a rallentare e prevenire i segni dell’invecchiamento sono gli antiossidanti. Vi è infatti la così detta “teoria radicalica dell’invecchiamento” secondo cui l’aumento dei radicali liberi è associato alla produzione di molecole pro-infiammatorie che a loro volta determinano infiammazione cronica e danni ad organi e tessuti. I radicali liberi sono atomi o molecole che scaturiscono da complesse reazioni di ossidazione e che vanno a velocizzare il processo di invecchiamento e che si producono naturalmente a seguito di una serie di comportamenti scorretti, quali assunzione di farmaci, stile di vita errato e alimentazione scorretta. Attraverso l’alimentazione vengono assunti molti principi antiossidanti, specialmente in alimenti di origine vegetale. Tra i più conosciuti ricordiamo i polifenoli, composti provenienti da svariati tipi di alimenti vegetali, e la vitamina E, vitamina liposolubile presente anch’essa nei vegetali e che ha un’azione diretta di protezione delle membrane cellulari.

In conclusione…

Cosa fare quindi se i nostri amici mostrano segnali di invecchiamento? Come al solito la prima cosa da fare è osservarli e riportare qualsiasi comportamento bizzarro al nostro veterinario curante, il quale saprà indirizzarci su esami diagnostici, alimentazione e comportamenti da adottare con il nostro amico.  Una volta fatto il punto della situazione, dobbiamo lavorare anche un po’ su noi stessi, accettando che Fido e Micia non hanno e non avranno più lo sprint di prima, e pertanto andranno modificate le abitudini condivise. La passeggiata sarà un po’ più breve e magari se senza guinzaglio in un luogo protetto. La cuccia un po’ più comoda e magari ad un’altezza più accessibile. E le nostre pretese di attività frenetiche con i nostri amici andranno ridimensionate. Tutto questo non ci impedirà di vivere questa età meravigliosa accanto a loro che continueranno a regalarci il loro affetto incondizionato accompagnato tra l’altro da tanta saggezza! E soprattutto ricordiamoci sempre che noi siamo il centro del mondo per Fido e Micia e, che per tutto quello che ci regalano, abbiamo il dovere di garantirgli una vecchiaia serena e piana d’amore! 

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