Le principali problematiche comportamentali nel gatto

Come individuarle e valutarle per porvi rimedio

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23 Settembre, 2020
Tempo di lettura: 5 minuti

Nell’articolo precedente abbiamo già elencato i principali comportamenti patologici al quale fido può andare incontro. Il nostro felino di casa purtroppo non è da meno. Quando adottiamo un gatto dobbiamo sempre ricordare chi ha appena varcato la soglia della nostra casa. I felini non domestici, e gli stessi gatti, sono animali con un comportamento fisiologico ben definito. Sono predatori attivi che trascorrono la maggior parte della giornata impegnati in piccole azioni di caccia. Prediligono cacciare di sera e di notte. Di giorno invece tendono ad oziare per recuperare le energie spese durante la caccia notturna.

Marcano di continuo il loro territorio. Delimitano il perimetro attraverso la deposizione di feromoni (una specie di informazione olfattiva, che viene riconosciuta dagli altri conspecifici). Lo fanno attraverso l’emissione di urina e lo strofinamento di alcune parti del corpo come il muso e le zampe, sugli oggetti circostanti. Intessono complessi rapporti di “amicizia” sia con i conspecifici, che con l’uomo e talvolta con altri animali.

Essi scelgono in maniera del tutto peculiare con chi, in che modalità e per quanto tempo accompagnarsi. Sono quindi molto diversi dai canidi e dal cane domestico che ricerca prevalentemente una stabilità emotiva e territoriale nell’ambito della relazione con il branco di appartenenza. Più che un branco oserei dire che il gatto ha bisogno di una “società” nella quale è libero di partecipare o meno alle attività della stessa. Alterna momenti di grande desiderio di tranquillità e solitudine, a momenti di desiderio di condivisione e di coccole.

Quando queste condizioni di vita non possono essere garantite perché ad esempio, un gatto viene lasciato da solo in appartamento, senza un territorio di caccia, senza arricchimento ambientale e senza la possibilità di interagire con un qualsiasi essere vivente per molte ore al giorno, possono insorgere numerosi problemi comportamentali. Ma vediamo nello specifico cosa può accadere al nostro felino di casa.

Problemi comportamentali del gatto

Abbiamo già trattato le particolarità dei felini domestici, caratterizzati dall’avere un proprio carattere peculiare, dall’essere ognuno dotato di una personalità e sensibilità che li distingue l’uno dall’altro. Come ho già accennato in un precedente articolo, non esistono due gatti uguali che si rapportano allo stesso modo all’ambiente che li circonda. A causa di queste spiccate differenze è spesso molto più complesso risolvere i disturbi del comportamento di questi animali.   Proviamo a individuare nello specifico quali sono i problemi comportamentali che più frequentemente si manifestano nel gatto.

Evitare la lettiera

Se micio evita accuratamente di utilizzare la lettiera e preferisce spargere le sue deiezioni in altri luoghi, una volta esclusi problemi patologici a carico di vie urinarie, renali o metabolici, dobbiamo provare a cambiare sia il contenitore che il tipo di sabbia e se possibile, anche il luogo dove fisicamente la cassetta si trova. Spesso sabbiette profumate o di materiali particolari non sono gradite. Alcuni gatti poi preferiscono cassettine aperte ed altri chiuse.

Se la cassetta è posizionata in un luogo dove ci sono rumori o confusione, spesso il gatto ha difficoltà a sentirsi rilassato durante l’evacuazione e sceglie di fare altrove i suoi bisogni. Anche la pulizia è molto importante. E’ opportuno tenere sempre pulita la lettiera. In caso di più gatti conviventi, resta il consiglio di mettergli a disposizione una lettiera a gatto, più una neutra. Se ad esempio abbiamo 3 gatti sarà opportuno mettere a disposizione della piccola colonia 4 lettiere.

Marcatura urinaria

I gatti usano l’urina per marcare il territorio. Quando sono in conflitto con altri gatti o quando sono insicuri, “marcano” maggiormente delimitando con più accuratezza il loro spazio. Cambiamenti nella routine, come traslochi, spostamenti di mobili, o l’arrivo di un altro componente in famiglia, sia umano che animale, possono provocare una marcatura territoriale aumentata. Nei gatti non sterilizzati è un comportamento fisiologico; se il gatto invece è già sterilizzato ed il comportamento persiste anche dopo che il fattore stressogeno scatenante è cessato, è sempre bene consultare il vostro veterinario che saprà consigliarvi al meglio.

Graffi su mobili, divani e tende

I gatti per loro natura graffiano per difendersi, farsi le unghie e per marcare il territorio e per giocare. L’atto del graffiare è un comportamento parafisiologico e più che cercare di reprimerlo, vale la pena indirizzarlo su oggetti specifici; dotarsi di appositi tiragraffi di diversi materiali e consistenze potrà essere di grande aiuto nella tutela dei vostri divani, mobili e tende. Questi oggetti si reperiscono facilmente nei negozi di prodotti di animali o in siti internet dedicati.

Quando il gioco si fa duro

Spesso i giochi dei nostri felini domestici si trasformano in vere e proprie battute di caccia in casa. Quando la preda da annientare diventano i nostri polpacci la cosa può risultare sgradevole! Se il gioco poi si trasforma in una vero e proprio accesso di aggressività vanno prese delle precauzioni. Il primo consiglio che mi sento di dare riguarda i gatti che vivono da soli. Questi, restano molte ore in solitudine, probabilmente senza uno spazio esterno. Introdurre un altro gatto potrebbe essere la soluzione. Questo, in armonia con il carattere e la disponibilità, del gatto residente, a condividere il territorio.

Si può poi creare un arricchimento ambientale.  Si possono utilizzare alcuni accorgimenti, quali mettere a disposizione di Micio svariati giochi, creare delle postazioni alte dove possa arrampicarsi e dei nascondigli dove potersi acquattare. Anche una scatola di cartone con dei fori o una busta di carta possono fungere da divertente passatempo per il nostro felino. Si può modificare la distribuzione del cibo. Proviamo a suddividere la razione giornaliera in piccole ciotole dislocate in varie aree dell’appartamento. In questo modo Micio avrà l’impressione di guadagnarsi il cibo cacciandolo. Nei casi di aggressività eccessiva, è sempre bene consultare il proprio veterinario poiché potrebbe dipendere anche da cause fisiche come malessere o dolore.

Comportamenti compulsivi

Alcuni felini particolarmente stressati possono avere dei comportamenti compulsivi come il leccamento continuo del mantello. L’atto di toelettarsi è fisiologico ed è un comportamento solitamente legato ad uno stato di benessere del gatto, che ha anche funzione calmante e rasserenante. Nel caso in cui il comportamento divenisse continuo, è bene contattare un veterinario comportamentalista. I comportamenti compulsivi e stereotipati sono sempre spia di un forte malessere emotivo. Nel caso di una tolettatura ossessiva vanno in oltre esclusi problemi cutanei e parassitari. Una volta escluse cause organiche, vanno ricercate le cause stressogene che possono indurre il nostro amico a pulirsi in continuazione.

Creature della notte

Molti proprietari di gatti lamentano spesso di essere svegliati nel cuore della notte dal loro amico felino. I gatti sono animali a metabolismo notturno, vedono meglio di notte, ed in natura quindi caccerebbero di notte per poi riposare ed oziare durante il giorno. Alcuni accorgimenti per evitare risvegli indesiderati potrebbero essere quelli di far stancare il gatto proponendogli delle attività e dei giochi la sera prima di coricarsi. Se poi chiedono incessantemente cibo di notte ci si può dotare di un distributore automatico di pappa da settare con una distribuzione notturna.

Vocalizzazioni eccessive

Quando i gatti miagolano lo fanno principalmente per attirare l’attenzione o per chiedere cibo. Nel primo caso, se i richiami diventano ossessivi, bisogna provare a dare retta al gatto quando si sarà calmato. Per la richiesta del cibo, spesso, ignorandoli, smetteranno di chiederlo. Se però miagoli e vocalizzazioni diventano davvero molto frequenti, è sempre consigliata una vista veterinaria.

Alcuni disordini neurologici, specialmente in vecchiaia, alcune patologie metaboliche, come anche la perdita del ritmo sonno veglia in età geriatrica, possono essere controllati con l’ausilio di integratori. Anche alcune patologie organiche possono comportare un aumento dei vocalizzi, e quindi, soprattutto se abbiamo un gatto anziano, conviene chiedere consiglio al nostro veterinario curante.

 Ansia da separazione

Anche i gatti soffrono molto la solitudine, malgrado siano considerati animali molto autonomi ed indipendenti. In realtà la compagnia dei loro amici umani gli è molto gradita e possono quindi soffrire la loro assenza. Per ridurre il disagio della solitudine, oltre che valutare l’adozione di un altro gatto che possa essere di compagnia, si può cercare di stancare il gatto facendolo giocare prima di uscire e lasciargli a disposizione qualcuno dei suoi giochi preferiti durante la nostra assenza. Se la situazione peggiora come sempre è opportuno rivolgersi al veterinario.

Per tutto c’è un “rimedio”

Concludendo, in caso riscontriate nel vostro amico a quattro zampe qualcuno dei precedenti comportamenti, non esitate a parlarne con il vostro veterinario di fiducia il quale saprà distinguere se i sintomi dipendono da una condizione fisica o mentale e potrà di conseguenza, indirizzarvi da un professionista della medicina comportamentale. Non trascuriamo i segnali che ci inviano, le patologie emotive sono molto profonde e possono rendere la convivenza con i nostri compagni davvero difficile.

In questi casi l’Omeopatia, medicina energetica per eccellenza, può agire sullo stato fisico ed emotivo in profondità e senza affetti collaterali. Questa, in associazione con terapia comportamentale, potrà riequilibrare in modo rapido, dolce e duraturo, anche la sfera emotiva dei vostri pets. Consiglio sempre di rivolgersi ad un medico veterinario omeopata esperto in grado di prescrivere quel rimedio che con la sua azione profonda libererà il vostro amico dal suo disagio.

2 Commenti

  1. La mia gatta persiana, 3 anni, cukrca un mese fa ha avuto una cistite, curata con terapia antibiotica. Da allora ha smesso di fare pipi (solo pipi) nella lettiera.. che fare ?

    Rispondi
    • Cara Nicoletta, il m miglior consiglio è di trovare un bravo veterinario omeopata che possa vedere Cukrca e valutare un intervento mirato e individualizzato per lei.

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