Lo stress nel cane e nel gatto
Per stress si intende ogni causa sia fisica che psichica, che provoca, con il suo persistere, uno stimolo dannoso per l’organismo che lo sperimenta. La reazione allo stress è una tensione nervosa che causa logorio che spesso non è avvertito dalla persona o dall’animale che lo vive, ma che a lungo andare può cagionare danni allo stato di salute.
Tutti noi nella nostra vita abbiamo sperimentato lo stress e purtroppo anche i nostri amici a quattro zampe lo provano e ne subiscono i danni. Per noi umani i fattori di stress possono essere molteplici: dal sovraccarico lavorativo, alle incomprensioni con familiari o amici, anche cause fisiche possono stressarci, ad esempio le temperature estreme, la fatica, le malattie croniche.
La risposta dell’organismo è quella di reagire all’evento stressante mettendo in essere delle strategie per ridurne gli effetti. Gli esseri viventi reagiscono allo stato di stress come se la loro vita fosse in pericolo, mettendo in atto il comportamento così detto “combatti o fuggi”. Le reazioni fisiche allo stress sono modulate dal sistema nervoso che attiva le ghiandole surrenali a produrre due particolari ormoni, il cortisolo e l’adrenalina. Questi sono considerati dei veri e propri “ormoni dello stress” perché a loro volta provocano una serie di reazioni nell’organismo per aiutarlo a resistere all’evento stressante o appunto fuggire da esso.
Cortisolo ed adrenalina rispettivamente provocano un aumento della glicemia, in modo da avere più energia per un eventuale fuga, e aumento dei battiti cardiaci, aumento della pressione arteriosa per apportare più sangue alle estremità. Tutte queste reazioni fisiologiche allo stress sono funzionali ed utili se immaginiamo un animale preda inseguito da un predatore; in quel caso possono davvero salvargli la vita! Ma se vengono messe in atto cronicamente sul lungo periodo possono causare danni molto importanti alla salute dell’organismo.
Ma come reagiscono i nostri amici allo stress?
Compensare lo stress
Solitamente si mettono in atto delle strategie compensative per ridurre gli effetti dello stress, aumentando la percezione dello stato di benessere. Generalmente si tratta di comportamenti ripetitivi e a tratti stereotipati che gli animali, e talvolta anche gli uomini, attuano per alleviare lo stato di ansia e tensione che sperimentano durante l’evento o il periodo stressante. Molto spesso questi comportamenti operati da cani e gatti vengono mal interpretati dai loro umani di riferimento ed erroneamente etichettati come “capricci”.
Nella mia attività clinica quotidiana mi capita veramente spesso di sentire la parola “capriccio” associata ad un particolare modo di fare non desiderato messo in atto da cani e gatti. Quasi sempre indagando si scopre che quella condotta deriva da una strategia adattativa per sopportare un tipo di stress. Mi rendo conto che non è facile per un umano che dedica risorse, tempo e denaro al suo pet pensare che questo possa essere stressato, e comprendo la frustrazione di non essere riusciti a comprendere che il nostro amico a quattro zampe è in preda a sensazioni così sgradevoli, ma non bisogna perdersi d’animo perché si può tranquillamente rimediare, spesso con accorgimenti anche semplici e banali.
In primo luogo lo stress va riconosciuto,altrimenti non ci si può attivare per diminuirlo. Ma da cosa dovremmo accorgerci che Fido e Micia sono stressati ?
Vediamo insieme i principali segnali di stress nel cane e nel gatto
Segnali di stress nel cane
Se il nostro Fido palesa uno o più di questi segnali è bene chiedere al nostro veterinario di fiducia un eventuale consulto con un medico veterinario esperto in comportamento.
- Cambiamenti della postura e dell’espressione del viso: i cani stressati camminano in modo diverso da quelli che si sentono a proprio agio. Hanno un’andatura lenta, rigida e con la groppa bassa, spesso tengono la coda tra le gambe ed anche il volto ha un espressione tipica con le orecchie tenute all’indietro ed attaccate alla testa e gli occhi che sembrano sgranati e più aperti, tanto da mostrare la parte bianca che solitamente non è visibile. Nei casi più allarmanti le pupille sono addirittura dilatate
- Sbadigliare, ansimare, sbavare: i cani stressati e spaventati all’inizio possono sbadigliare ripetutamente. Lo sbadiglio è considerato anche un segnale calmante e non va preso come segnale di stress se effettuato quando il nostro cane è stanco; quindi, ad esempio prima di andate a dormire. Se il contesto è diverso invece rappresenta un segnale di stress; per esempio un cane che sbadiglia rivolto ad un altro cane che lo sta disturbando, sta cercando di evitare conflitti. Quando rivolgono ripetuti sbadigli verso noi umani vuol dire quindi che stiamo sottoponendo il nostro cane ad uno stress. Se il suo segnale calmante non genera l’effetto desiderato, ovvero continua l’evento stressante, il cane ansima affannando e può iniziare addirittura a sbavare. Sono tutti segnali del sistema di allerta messo in atto dalla stimolazione dell’evento stressante sul sistema nervoso.
- Agitazione e manifestazioni motorie anomale: un cane che non riesce a stare fermo e cammina come se non avesse una meta, o che trema anche se la temperatura esterna non è rigida e se non c’è stato un evento che gli ha provocato paura o dolore, è probabile che sia stressato. Il tremore infatti se non riesce ad essere contestualizzato in una sequenza di eventi fisiologici che lo possono aver scatenato, come il freddo, la paura o il dolore, è un segnale di forte stress. Anche scrollarsi come se volessero togliersi dell’acqua di dosso, è un comportamento che se ripetuto molto di frequente può essere un segnale di stress. I cani si scrollano solitamente per scaricare delle tensioni accumulate; ci sarà capitato di vedere il nostro cane dopo la visita veterinaria, o dopo una session di gioco troppo intenso al parco, o anche dopo una litigata a suon di abbaiate e ringhi, allontanarsi dopo essersi scrollati. Ecco, è come se i nostri amici si fossero scrollati lo stress per allontanarlo! Se però il nostro cane si scrolla continuamente parliamone col nostro veterinario.
- Perdita massiva di pelo: diversa dalla fisiologica perdita di pelo che avviene durante la muta stagionale, molto spesso ce ne accorgiamo quando il nostro cane scende dal tavolo visite del veterinario. Trovare tanto pelo perso è indice dell’attivazione di uno dei sistemi ormonali dello stress che attivano anche i bulbi piliferi. Se capita spesso e per lunghi periodi potremmo avere un diradamento del pelo importante, anche in assenza di sintomi dermatologici, ed anche in questo caso andrebbe consultato il nostro veterinario.
- Evitamento e fuga: sono due facce della stessa medaglia, ovvero due modalità per sottrarsi all’evento stressante. L’evitamento è un modo per sottrarsi alla situazione stressate mostrandosi poco interessato; ecco quindi che il cane si toletta, o guarda un punto nel vuoto, oppure annusa in modo ripetuto il terreno o la sua cuccia. In questo modo si mostra poco interessato ed evita un conflitto o uno stress. Se questo stress continua e gli provoca paura e si sente messo troppo alle strette, può decidere di scappare. Anche questi comportamenti se attuati solo di rado ed in un contesto pericoloso per lui possono essere considerati conservativi, ma se diventano ripetuti, troppo frequenti e non contestualizzati, vanno indagati con l’aiuto di un medico veterinario comportamentalista.
- Alterazioni dei comportamenti fisiologici: la diminuzione o l’aumento di appetito non legati a cause fisiologiche come gravidanza, caldo, freddo, allattamento o esercizio fisico, o anche un’alterazione del ritmo sonno veglia, sono tutti campanelli d’allarme che devono farci sospettare che il nostro Fido potrebbe essere stressato per qualche motivo.
Segnali di stress nel gatto
Anche i nostri leoni da salotto ci inviano dei messaggi per comunicarci che sono stressati. Vediamo insieme a cosa far attenzione e quando attivarci per capire cosa stressa i gatti che sono animali particolarmente sensibili.
- Posture anomale del corpo e del viso: anche i gatti tendono a modificare i movimenti corporei se sono stressati, ad esempio tenendo il corpo in tensione, inarcando la schiena, gonfiando la coda o muovendosi con postura rigida e bassa e con la coda attaccata al corpo. Come i cani, l’espressione del volto può modificarsi, ed il gatto stressato tende a tenere le orecchie schiacciate ai lati della testa, le pupille dilatate, gli occhi sgranati, i baffi attaccati alle guance. OItre a questi segni facciali il gatto stressato può leccarsi ripetutamente le labbra ed il muso e sbavare.
- Vocalizzazioni anomale: se il gatto ringhia, soffia miagola più del solito o addirittura emette vocalizzazioni simili ad urla, in mancanza di uno stimolo adeguato, sta manifestando il suo stato di stress.
- Anomalie del movimento: un gatto stressato può sobbalzare all’improvviso o restare nascosto e sottrarsi all’interazione con i suoi conviventi, sia umani che animali.
- Aggressività senza causa: gli agguati improvvisi o altre manifestazioni violente come morsi e graffi in un gatto che viene semplicemente avvicinato, o messe in atto senza nessuno stimolo, sono comportamenti che molto spesso scaturiscono da uno stato di stress.
- Alterazioni nelle abitudini: se il tuo gatto non vuole più giocare, dorme più del solito, tende ad isolarsi o non esce più per le sue solite scorribande in giardino, è probabile che ci sia qualcosa che lo mette a disagio. Anche la marcatura territoriale attraverso i graffi in aree della casa dove normalmente il gatto non si faceva le unghie, va considerata come segnale di stress.
- Alterazioni delle funzioni fisiologiche: come per i cani un’alterazione dell’appetito, con aumento o diminuzione della fame, o una modificazione del ritmo sonno veglia possono essere spia di uno stato di stress.
- Mantello sciupato o diverso dal solito: lo stress può provocare nei gatti un aumento o una diminuzione delle normali abitudini di tolettatura. I gatti sani e felici solitamente hanno il pelo sempre in ordine, pulito e con aspetto lucente. Oltre a diversi problemi di salute fisica, se il mantello è troppo diradato per un’eccessiva tolettatura o presenta dei nodi ed appare sporco per l’assenza delle normali operazioni di pulizia, chiediamo un consiglio al nostro veterinario.
- Deposizioni inappropriate: ovvero il gatto sporca fuori dalla cassetta. Questo è un classico segno di disagio che può scaturire sia da un problema fisico che emotivo. I gatti sporcano fuori dalla casetta quasi solo esclusivamente quando hanno un disagio e pertanto non dobbiamo mai pensare che il nostro gatto ci stia facendo un dispetto, ma dobbiamo sempre parlarne con il nostro veterinario.
Lo stress e il veterinario
Noi medici veterinari siamo particolarmente allenati a riconoscere questi segnali perché purtroppo la visita clinica e le procedure medico diagnostiche alle quali dobbiamo sottoporre i nostri pazienti animali spesso rappresentano un’occasione di stress; il contenimento fisico per effettuare un’ecografia o una radiografia, la misurazione della temperatura corporea, prelievi di sangue, applicazioni di aghi cannula endovenosi sono pratiche che neanche noi esseri umani gradiamo particolarmente, e noi comprendiamo che vanno effettuati…mettiamoci quindi nella testa di Fido e Micia quando sono costretti a subire queste manovre. I
Inoltre, anche la clinica o l’ambulatorio più puliti e profumati del mondo nascondono odori non percepibili dai nostri nasi umani: cani e gatti infatti quando hanno paura emettono dei particolari feromoni che restano nell’ambiente e l’animale che entra in visita successivamente li avverte riconoscendo quel luogo come non sicuro.
Cosa può fare quindi il veterinario per alleviare questo stato di stress e rendere la visita clinica e le relative procedure meno impegnative da affrontare? In primo luogo essere calmo e usare un tono di voce dolce e delle movenze poco aggressive, poi contenere gli animali il giusto per effettuare le procedure necessarie.
Alcuni animali preferisco o essere avvolti in morbide copertine mentre per altri il senso di costrizione è intollerabile e vanno quindi contenuti il meno possibile. Molto importante è l’igiene tra una visita e l’altra, procedura che dovrebbe costituire la normalità. Lavare e disinfettare le superfici, la strumentazione e le proprie mani tra una visita e l’altra oltre ad essere una garanzia di igiene serve anche per rimuovere un po’ i feromoni emessi da un animale quando prova stress.
In alcune cliniche abbastanza spaziose c’è addirittura lo spazio per sale visite, sale d’attesa e ricoveri dedicati ai cani ed i gatti in modo da tenerli separati. Molto spesso infatti i gatti devono subire la presenza dei cani, loro usuali predatori. Si possono inoltre utilizzare dei feromoni rassicuranti sottoforma di spray o diffusori ambientali che funzionano come una sorta di aromaterapia rilassante, specialmente per i felini, molto sensibili a questo tipo di odori.
Con i cani solitamente la questione stress legato alla visita è più facile da risolvere. Se un cane viene portato sempre dallo stesso veterinario e non subisce eventi stressanti potrebbe vivere la visita e le procedure clinico-diagnostiche in modo meno ansioso; una buona strategia è quella di offrire piccoli premi e leccornie durante la visita e le procedure fastidiose in modo da rendere più “digeribile” la questione.
Anche con i gatti, se non sono particolarmente spaventati, si può provare ad offrire una leccornia per distrarli durante le visite veterinarie, ma spesso purtroppo i felini arrivano in ambulatorio già stressati per il solo fatto di essere stati trasportati fuori dal proprio territorio. Molto utile è quindi far associare al gatto il trasportino con qualcosa di positivo e questo può essere fatto lasciandolo a sua disposizione con all’interno una copertina col suo odore o una ciotolina nella quale verrà posto del cibo molto appetibile. Lasciando il trasportino a sua disposizione il gatto potrebbe non associarlo solo alla visita veterinaria o ad atri tipi di viaggi stressanti e sopportare meglio il momento in cui lo chiudiamo dentro per farlo viaggiare. Tuttavia può succedere che tutte queste strategie non apportino nessun risultato; in questi casi è necessario ricorrere alla chimica. Il nostro veterinario ci potrà prescrivere dei farmaci che rassereneranno il nostro amico, oppure optare direttamente per una visita in sedazione. Non dobbiamo avere timore di queste pratiche perché molto spesso uno stato intenso e prolungato di stress è molto più dannoso di una leggera sedazione o dell’assunzione di determinati farmaci, specialmente se le procedure che il nostro veterinario ci propone sono importanti per la salute del nostro pet.
Cosa possiamo fare se temiamo che il nostro amico sia stressato?
In primo luogo dobbiamo parlarne con il nostro veterinario che indagherà per escludere cause organiche e, una volta riconosciuta una causa emotiva, ci proporrà a consulenza di un medico veterinario comportamentalista. Va infatti in primo luogo compreso quale è il motivo, o quali sono i motivi che provocano lo stress, e dove possibile vanno rimossi o ne va modulata l’azione. Se ad esempio il motivo di stress è un cambiamento del tipo di lettiera che utilizziamo per il nostro gatto, sarà semplice intervenire comprando la lettiera che preferiva in precedenza. Se invece l’evento stressante è la nascita di un bambino, o un lutto di un familiare convivente il lavoro da farà sarà sicuramente più lungo e complicato.
La cosa importante è comunque non perdersi d’animo perché il solo fatto di aver riconosciuto che il nostro amico è stressato dimostra una nostra sensibilità e soprattutto la volontà di risolvere il problema. Per aiutare i nostri amici a superare lo stress possiamo ricorrere alle medicine non convenzionali. In primo luogo l’Omeopatia e l’Agopuntura che essendo medicine vitalistiche che curano l’individuo a 360°, agiranno come modulatrici sull’emotività dei nostri pet, aiutandoli a superare questi momenti. Parlane quindi con il tuo veterinario e cerca la consulenza di un medico veterinario esperto in una di queste due discipline, o anche di entrambe, in quanto la loro azione si potenzia l’un l’altra.