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9 Ottobre, 2025

Matteo Bassetti, non hai preso proprio niente da tuo zio?

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In questi giorni infuria l’ennesima polemica innescata questa volta dal dott. Matteo Bassetti, da un lato Professore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università di Genova, dall’altro tuttologo e influencer su temi sanitari, su un argomento che in certi particolari consessi è apprezzato e porta amicizie: screditare l’Omeopatia.

Il nostro baldo influencer pubblica sui social: “Sono tutti uguali quelli che sostengono che l’omeopatia funziona, quando un medico dice che non serve. Cercano di arrampicarsi sugli specchi citando articoli inutili e di basso livello qualitativo e metodologico. Cercano anche di mistificare il nulla, celebrando personaggi discutibili.”

Leggendo questo post mi sono chiesto, chissà se il prof Bassetti si riferiva anche a suo zio Massimo Bassetti, scomparso purtroppo prematuramente nel 2008, e che ho avuto la fortuna di avere come amico.

Ho colto l’occasione quindi per ricordare all’esimio accademico  e a tutti quelli che non lo conoscevano, un professionista serio, preparato, umano e generoso.

Massimo Bassetti vantava una solida formazione universitaria, avendo conseguito lauree in Medicina e Chirurgia e in Farmacia, oltre a specializzazioni in Odontoiatria e Pediatria, e stava inoltre studiando per prendere a oltre sessant’anni un’ulteriore specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, ma il suo destino non l’aveva previsto. Tuttavia, la sua fama era legata soprattutto alla sua statura di eminente Maestro nell’Omeopatia Classica.

Autore prolifico, ha lasciato un’importante eredità di pubblicazioni in Omeopatia e ha ricoperto il ruolo di relatore in numerosi convegni e seminari di Omeopatia Classica, sia in ambito nazionale che internazionale.

La sua dedizione all’insegnamento si è manifestata pienamente con la direzione della Scuola di Omeopatia Classica di Acqui Terme, a partire dall’anno accademico 1995-96, e con la Presidenza dell’Accademia Italiana di Omeopatia Pediatrica dal 1997.

Massimo Bassetti è stato un membro attivo di prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la Liga Homoeopathica Internationalis, la Royal Faculty of Homeopathy di Londra e il Groupement des Pediatres Homeopathes d’Expression Francaise di Parigi. Ha inoltre contribuito in qualità di referee e docente a numerosi eventi organizzati da Alma, l’Homeopathic International Research and Educational Society e CEMON Generiamo Salute.

Nonostante l’impressionante e prestigioso percorso professionale, il suo lungo curriculum vitae riesce a rendere giustizia solo in minima parte alla figura umana di Massimo Bassetti. La possiamo evincere dalle tenere e toccanti parole dei suoi pazienti di Aqui Terme, dove svolgeva una parte importante della sua attività di medico e docente.

Me le sono lette e rilette e ho ritrovato in queste righe la grande carica di altruismo che traspariva dal suo sorriso aperto e dalle sue azioni volte a far conoscere la medicina omeopatica e a formare nuovi professionisti in grado di portarla alle persone con rigore etico e forza morale. Chissà se Matteo Bassetti, leggendole, troverà uno spunto per approfondire questo meraviglioso metodo clinico terapeutico che suo zio (fratello di suo padre) ha dimostrato per decenni, con un instancabile lavoro quotidiano, quanto fosse utile ed efficace.

“Per noi mamme e papà acquesi la prematura scomparsa del dottor Massimo Bassetti crea un vuoto che difficilmente potremo colmare. A noi, oggi genitori di adolescenti che ha curato sin da neonati e che hanno superato l’infanzia senza antibiotici e aerosol al cortisone, il dott. Bassetti è stato sempre vicino. Lavoratore instancabile ha sempre messo un grande amore nel suo lavoro che definiva “quello che mi piace fare”.

Per tante sere, e per tre/quattro anni, finito l’ambulatorio, a volte senza cenare, teneva un corso di “Omeopatia per la Famiglia” attraverso il quale ci ha trasmesso l’amore per l’omeopatia e le terapie naturali e ci ha consentito di conoscere i principali rimedi omeopatici per la cura dei casi acuti più frequenti nelle nostre famiglie.

Ci ha sempre stupito e onorato il fatto che un medico tanto conosciuto e stimato, che girava il mondo da un convegno all’altro, che insegnava ad altri medici e farmacisti ci dedicasse tanto tempo. E ci stupiva anche l’impegno e la passione che metteva nelle sue lezioni. Lo ricordiamo come una persona tenace e piena di vita che amava i viaggi, il cinema e le buone letture e sicuramente il calcio. Ricordiamo che per fare una lezione al corso di Omeopatia per la famiglia una sera ha persino rinunciato alla diretta della “sua” Juventus, spense il cellulare e ci intimò di non dirgli il risultato perché l’avrebbe vista, registrata, alla fine della lezione, sicuramente dopo la mezzanotte.

Un po’ medico, un po’ “guru”, un po’ psicologo prima di curarti voleva capirti: da uno sguardo, da un atteggiamento, da un sogno o paura ricorrente, da un’abitudine alimentare metteva insieme i pezzi del tuo puzzle e ti prescriveva un rimedio, e uno solo, perché di quello avevi bisogno in quel momento. Di fronte a tanti “protocolli” stereotipati di cui è piena oggi la sanità una terapia personalizzata che tenga conto non solo della malattia ma di quel particolare paziente, del suo carattere e delle sue ansie, del suo trascorso famigliare è veramente una voce fuori dal coro.

Ha sempre avversato per l’omeopatia la definizione di terapia di élite ricordandoci che ci sono paesi nel mondo dove milioni di persone si curano oggi con questi rimedi e l’omeopatia viene affiancata abitualmente alle cure allopatiche. Ma noi, giovani genitori, alle prese con le primi tonsilliti o otiti ricorrenti dei nostri bimbi all’asilo, con le ansie per dermatiti e asme allergiche, ci siamo sentiti un po’ “élite” a vederli guariti senza imbottirli di cortisone e antibiotici. E li abbiamo visti crescere i nostri bambini alle elementari, alle medie con appena due o tre giorni di assenza per malattia per anno scolastico, li vediamo più sereni e certo di questo siamo riconoscenti al nostro dottore.

Si sa che anche il ciabattino va con le scarpe rotte e ci viene da pensare che abbia curato troppo bene gli altri e trascurato un po’ se stesso. Come diceva sempre “l’omeopatia non cura le malattie ma consente al paziente di guarire” e certo a volte non è facile.

I partecipanti al corso “Omeopatia per la famiglia”

Quest’ultima parte per gentile concessione di Libriomeopatia.it

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