Crescita identitaria e forza immunitaria

29 Luglio, 2020
Tempo di lettura: 3 minuti

L’argomento all’ordine del giorno in questo momento sanitario è il rapporto interattivo tra germi e difese immunitarie. Sappiamo che la strutturazione di una buona identità immunitaria non può prescindere dallo stato del microbiota intestinale e corporeo, sistema estremamente sensibile allo stile di vita, all’alimentazione, all’inquinamento elettrochimico ambientale, allo stress ed all’abuso di farmaci; in epoca di distanziamento sociale, occorre anche considerare il valore delle relazioni affettive, dal momento chenasciamo come animali sociali e grazie alle relazioni interumane forgiamo la nostra identità psichica ed immunologica.

Unità mente-corpo

Da un punto di vista psicosomatico identità psichica ed immunità biologica sono intimamente connesse. Anche le moderne conoscenze PNEI suffragano la stretta interazione dinamica e bidirezionale tra questi due aspetti. Una delle cellule chiave del sistema immunitario, il linfocita, reca sulla propria membrana recettori biologici sensibili a tutti i neurotrasmettitori. L’esperienza clinica di chi pratica qualsiasi medicina “olistica”, cioè del medico che osserva il paziente secondo un’ottica globale e non riduzionista, conferma tutto ciò: numerose sono le condizioni patologiche dove le alterazioni del sistema immunitario sono intrecciate con fattori stressogeni o condizioni psichiche conflittuali.

Le emozioni influenzano il funzionamento delle nostre cellule immunitarie e il nostro stato di salute condiziona il nostro equilibrio psichico. Una malattia depressiva abbassa il tono del sistema immunitario predisponendo a patologie anche gravi, e non è un caso che nell’Ottocento la TBC venisse considerata la “malattia dei tristi”, oppure che spesso si osservi un’incredibile capacità di risposta immunitaria in pazienti oncologici che dimostrano altrettanta voglia di vivere.

Tutte le condizioni prolungate di sofferenza sono il substrato favorevole in cui si sviluppano patologie degenerative, anche a causa di un aumento dello stress ossidativo tessutale. Il terreno biopsichico è fondamentale: se si vive male è più facile contrarre infezioni. Rabbia repressa, paura e angoscia, così come le preoccupazioni o i sentimenti di solitudine e abbandono sono spesso causa di sofferenza di determinati organi e di sovra infezioni microbiche respiratorie.

Talvolta è il corpo che si fa carico di una parte del disagio psichico, alleggerendo il fardello mentale per una sorta di complicità fraterna: sono i casi di conversione somatica di eventi emotivi di grande impatto, difficili da sostenere se l’Io è troppo fragile, come per esempio un lutto improvviso; é grazie alla somatizzazione che in questi pazienti il dolore emotivo diventa più sopportabile. Accade anche, come dimostrano sia l’omeopatia che la psicoanalisi, che il farsi consapevoli dei contenuti psichici rimossi crei i presupposti per una guarigione fisica, grazie anche ad una maggior strutturazione immunologica e identitaria.

L’equilibrio dinamico tra salute e malattia

Sia l’identità psichica che l’attività immunitaria sono improntate “al riconoscimento del sé e del diverso da sé ” all’interno della complessa interazione uomo-natura-società. Le conoscenze psicoanalitiche ci dicono che questo confronto si verifica anche all’interno di ciascun individuo nella costante interazione coscienza-inconscio e personalità A – personalità B (le nostre due facce). Psiche e sistema immunitario sono dunque responsabili della costante e sincronica ridefinizione dei nostri confini, dove si confrontano in maniera fluttuante e dialettica aspetti opposti interni ed esterni.

Il percorso di crescita identitaria di ognuno di noi è sottoposto nell’arco dell’intera esistenza a questo confronto-scontro volto a ridefinire permanentemente la nostra forma psico-fisica. Nelle malattie che tutti noi incontriamo nel corso della vita, siamo obbligati a fare i conti con trasformazioni identitarie adattative e/o evolutive. Ammalarsi è inevitabile, è una caratteristica strutturale della condizione umana: per crescere e diventare consapevoli delle nostre peculiarità e diversità dobbiamo transitare attraverso “normali” alterazioni dell’equilibrio dinamico salute-malattia.

Sviluppo infantile e malattie

Anche in campo pediatrico osserviamo tutto questo: i bambini si ammalano più o meno frequentemente per poter crescere; grazie alle febbri ed ai normali esantemi infantili (che appartengono ad ancestrali programmi biologici) il loro sistema immunitario-identitario si rimodella consentendo loro di diventare adulti sia da un punto di vista biologico che caratteriale. In questo processo naturale di crescita incontrano il dolore fisico ed emotivo ed imparano ad esprimerlo a livello corporeo e a livello verbale. Dobiamo interrogarci su quali emozioni si nascondono dietro ad una tonsillite, ad un otite, ad un’asma o ad una polmonite, ad una manifestazione gastrointestinale o cutanea per poter aiutare questo percorso
identitario.

Occorre altresì, come ci insegna la medicina omeopatica, che i trattamenti medici siano rispettosi di questi processi e non li ostacolino. Nell’interazione con l’ambiente, con adulti e coetanei, e grazie anche alle normali infezioni, il sistema immunitario del bambino si sviluppa e si fa più robusto. Questa conoscenza sapienziale appartiene alla tradizione medica e dovrebbe essere ulteriormente valorizzata oggi dalle importanti conoscenze provenienti dal mondo della psicologia e della pedagogia. Solo rispettando questi processi naturali possiamo assolvere al nostro compito sanitario e socio-educativo, consapevoli che ne possano trarre giovamento le prossime generazioni, ovvero la società del futuro.

5 Commenti

  1. Articolo interessantissimo con tanti spunti che mi risuonano veritieri! Grazie!

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  2. Articolo molto interessante , soprattutto in questo momento , nel quale il distanziamento ,l’obbligo vaccinale e tanto altro bloccano il naturale e ancestrale sviluppo dell’individuo.
    Sempre illuminante Dott.Zucca .

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  3. Bellissimo articolo da cui emergono i principi guida di un percorso intrapreso tanti anni fa da me e dalla mia famiglia con il dott. Zucca a cui sono molto grata.

    Rispondi

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