La Commissione Europea torna a occuparsi di ambiente e salute. E lo fa proponendo due direttive su argomenti di grande importanza per quello che chiamano il “Green deal europeo”: ripristino della Natura e lotta ai pesticidi. Da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, pareva che ai piani alti delle istituzioni europee avessero ben altro da fare che occuparsi di ambiente. La terribile crisi energetica scatenata da prezzi alle stelle e scarsezza degli approvvigionamenti ha costretto perfino la Germania, dove il partito dei Verdi è al governo, a riattivare le proprie centrali a carbone. Ma proprio in questo quadro fosco la Commissione ha deciso di dimostrare che non intende fare passi indietro, anzi.
“Fork to Farm”: l’UE torna su Natura e pesticidi
Quali sono, in concreto le due proposte? La prima intende riparare l’80% degli habitat europei che versano in cattive condizioni. La Commissione stessa assegnerà ai singoli Stati obiettivi giuridicamente vincolanti per il ripristino della Natura, a integrazione delle normative esistenti. Se tutto filasse secondo i piani, le misure dovrebbero coprire almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’UE entro il 2030, per poi arrivare a tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Il ripristino della Natura
“Il ripristino della natura”, secondo la Commissione, “va a vantaggio di tutte le componenti della società. Gli investimenti per il ripristino della natura generano un valore economico compreso tra 8 e 38 euro per ogni euro speso, grazie ai servizi ecosistemici che favoriscono la sicurezza alimentare, la resilienza degli ecosistemi e l’attenuazione dei cambiamenti climatici, nonché la salute umana. Aumenta inoltre la presenza della natura nei nostri paesaggi e nella nostra vita quotidiana, con benefici dimostrabili per la salute e il benessere, aggiungendo anche un valore culturale e ricreativo.”
Nella proposta anche gli ecosistemi agricoli
La proposta di legge prevede anche il ripristino degli ecosistemi agricoli allo scopo di migliorarne la biodiversità, e un impegno per invertire il declino delle api e degli altri insetti impollinatori. Non è tutto: i Paesi dovranno garantire di aumentare anno dopo anno alcuni importanti indicatori degli ecosistemi agricoli, quali lo stock di carbonio organico e la quota di terreno agricolo con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.
Riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi
La seconda direttiva, quella riguardante la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici, è altrettanto importante. Affronta infatti un problema di cui noi di Generiamo Salute ne abbiamo ripetutamente trattato (qui e qui, ad esempio). La Commissione vorrebbe raqgiungere l’obiettivo del 50% entro il 2050, ma limitare quelli più pericolosi già entro il 2030. In questo modo verrebbe garantita la sicurezza alimentare dei cittadini dell’Unione, così come previsto dal piano “Farm to Fork” già discusso dalle istituzioni. L’uso dei pesticidi dovrà poi essere bandito del tutto da tutte le aree a contatto con il pubblico, quali aree verdi urbane, parchi gioco o giardini pubblici, campi sportivi o sentieri pubblici.
Ora al Consiglio Europeo comincia la battaglia vera
Ora la palla passa a Parlamento e Consiglio Europeo. In queste sedi si combatterà la vera battaglia. Federbio, federazione di organizzazioni della filiera biologica e biodinamica, esprime la propria soddisfazione ma avverte: “le potenti lobby agricole, con il pretesto della guerra in Ucraina, hanno cercato di fermare queste proposte fino all’ultimo giorno e continueranno a ostacolarne il futuro iter legislativo”. Le associazioni si augurano che il governo italiano sia tra i sostenitori attivi della conversione di queste proposte in direttive vincolanti.
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