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26 Giugno, 2025

Ascoltare per curare: il cammino di una pediatra verso l’Omeopatia

Dott. Carlo MelodiaDott. Carlo Melodia

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Il dottor Carlo Melodia intervista la dottoressa Viviana Rasulo, pediatra omeopata con una lunga esperienza, in Italia e all’estero. Ne emerge un percorso umano e professionale ricco di riflessioni, scelte coraggiose e visioni sul futuro della medicina. Una testimonianza preziosa che apre uno sguardo su un modo diverso di accompagnare i bambini e le loro famiglie nel cammino della salute.

D) Cara Viviana, grazie per aver accettato il mio invito a rispondere ad alcune domande sulle tue scelte di vita. Quelle inerenti soprattutto al tuo avvicinamento alla medicina omeopatica, pur essendo un medico di base, e per essere poi diventata una pediatra omeopatica riconosciuta.

R) Caro Carlo, prima di laurearmi alla fine del mio percorso di studi sentivo di non essere un medico completo perché mi mancava la parte umanistica della relazione medico-paziente. Perciò decisi di seguire il mio primo corso di medicina omeopatica al quale poi sono seguiti altri a Napoli e a Roma. Quando poi ho scelto la specialistica in pediatria le cose per me si complicavano perché non avevo più davanti un solo paziente ma una triade genitori-figlio nella sua complessità. Mi domandavo spesso quale origine avesse lo stato di malattia e come mantenere in piedi uno stato di salute perdurante. Il mio ambulatorio si riempiva di tossi interminabili e bronchiti recidivanti. Quando arriva la malattia forse è già troppo tardi per intervenire e cambiare il corso della nostra vita. Questa osservazione mi portava a dare una fondamentale importanza alla prevenzione legata allo stile di vita del bambino, all’alimentazione, all’ambiente sociale culturale e familiare in cui il bambino si forma. A queste osservazioni se ne aggiungevano altre legate alla genetica e all’epigenetica di cui si parla attualmente. Per tale motivo ho avuto la necessità di ampliare la mia conoscenza con la medicina omeopatica, medicina dell’uomo e per me medicina del futuro.

D) Ricordo ancora quando arrivasti, circa 30 anni fa, alla nostra LUIMO. Non te l’ho mai detto ma visualizzo ancora la tua immagine luminosa di una persona vera, attenta, interessata al prossimo, intuitiva! Oltre ad essere una velista che non guastava e poi grande fotografa mondiale. Dimostrasti subito di avere anche le idee chiare e un eloquio coerente e comprensivo. Se ne accorse proprio Goffredo Sciaudone mentre parlavi al congresso al palazzo Reale (1997) e volle conoscere da me il tuo nome e subito dopo argomentò “questa dottoressa è in gamba, non perdiamola di vista”.

R) Grazie Carlo di questi riconoscimenti che mi hanno spinto ad andare in questa direzione. L’approfondimento della medicina con l’integrazione di un’altra medicina quella omeopatica altrettanto valida, mi hanno dato la possibilità, pur rimanendo un medico che agisce in scienza e coscienza, di allargare i miei orizzonti e vedere la medicina non solo come causa ed effetto, ma, affascinata dai principi dell’omeopatia, di percepire che la vera guarigione comincia dal comprendere cosa intendiamo per stato di salute.

D) Come riuscivi, alla luce delle tue conoscenze e alle aspettative delle famiglie dei tuoi piccoli pazienti a conciliare l’uso dei farmaci con i rimedi della medicina omeopatica? E nelle tue esperienze africane in mezzo a polvere e malaria e in assenza di supporti igienici per quei bambini? Ti ha aiutato l’omeopatia?

R) Con i miei innumerevoli pazienti ho sempre parlato di alimentazione, stile di vita, spesso mi sono confrontata con la scuola, abitudini familiari, culturali, sociali. Ho lavorato per circa 25 anni in un comune dei Campi Flegrei dove abitavo e ho ricevuto due grandi riconoscimenti: il primo è stato che l’obesità nei bambini in quel distretto si fosse ridotta negli anni e il secondo che l’abitudine al latte materno fosse aumentata a discapito di guadagni di multinazionali. Se seminiamo passo dopo passo, raccogliamo i frutti della nostra modalità di lavorare. La medicina omeopatica l’ho sempre proposta, ma certo non potevo imporla deontologicamente. Portavo piano piano i miei pazienti ad avere una coscienza, lavorando sull’uso e non sull’abuso dei farmaci inutile e dannoso come d’altra parte si è visto per le attuali resistenze agli antibiotici. L’omeopatia mi ha sempre aiutato migliorando le relazioni con i genitori e la compliance del bambino. Mi chiamano “la dr.ssa degli zuccherini.” E vi assicuro che se questi zuccherini non vengono dati in maniera giusta e dopo un’attenta visita e raccolta di tutti i sintomi per la diagnosi omeopatica e dopo un esame semiotico e clinico, gli zuccherini possono fallire o peggiorare le condizioni cliniche. Da qui ho capito che una buona conoscenza dell’omeopatia è necessaria per avere dei successi anche in condizioni insperate. In Africa sono riuscita solo con l’omeopatia ad avere risultati buoni senza usare farmaci che davano soprattutto molti effetti collaterali. L’africano è come un bambino, ha un terreno fertile risponde subito ed è un terreno vergine non essendo sopraffatto da cure e farmaci. L’africano è come un neonato, un terreno pulito dove possiamo cominciare a seminare rimedi omeopatici che hanno effetti di guarigione dolci, lunghi e duraturi, senza dare farmaci soppressivi.

D) Quando ho potuto ho ascoltato con estremo interesse le tue conferenze e le tue lezioni. Ho apprezzato la linearità del tuo pensiero, la coerenza e la concretezza del tuo lavoro. Mai ideologia, mai critiche sulle scelte terapeutiche, sempre effettuate in scienza e coscienza; come recita il nostro codice deontologico. Hai sempre e solo valutato la giusta necessità terapeutica in quel momento storico. 

R) Essere medico e confrontarsi con le vite umane soprattutto quelle dei bambini non è semplice, come non lo è prendere delle decisioni giuste. Bisogna sempre valutare il caso volta per volta, conoscere i benefici e i limiti delle due medicine e prendere una decisione da medico coscienzioso, insieme al genitore. Quello che mi ha sempre spinto e mi ha dato forza nell’omeopatia è che notavo che i bambini curati omeopaticamente dalla nascita, con colloqui anche con i genitori per supportarli nel loro primo impatto sulla genitorialità, si ammalavano sempre di meno e sviluppavano recidive sempre minori. ES. un’asma o una tonsillite recidivante si presentava soprattutto nei bambini molto medicalizzati mentre era solo episodica e facilmente curabile in breve tempo nei bambini che si curavano con la medicina omeopatica, soprattutto in quelli che usavano i rimedi omeopatici dalla nascita.

D) Per quanto riguarda la clinica, alle volte abbiamo fatto scelte condivise di opportunità terapeutica in cui si è valutata l’estrema ratio di una indicazione allopatica. Ma altre volte, come nel caso una bimba a me vicina, ricoverata nell’ospedale di Pozzuoli, che seguimmo assieme circa 15 anni fa, avvenne al contrario che nella gravità del caso furono i farmaci a non funzionare e a portare la bambina ad una deriva quasi di non ritorno (il primario ci convocò per avvertirci assieme a tanti medici di tutto ciò); furono invece in questo caso i rimedi (il rimedio) omeopatici a salvarla migliorando il quadro già un’ora dopo della stessa prima assunzione e nel giro di tre gg?

R) Sì Carlo ricordo molto bene… riunioni e consessi di medici con il primario che non riuscivano a venirne a capo. Poi è bastato un rimedio omeopatico che ha cambiato completamente il quadro, con lo stupore di tutti. Ovviamente se parliamo di interventi farmacologici negli ospedali parliamo di situazioni a rischio e di utilizzo di farmaci anche in dosi massive. A volte è necessario… ma, quando il quadro non è chiaro e si brancola nel buio, possiamo trovare la chiave proprio in quel rimedio omeopatico che riporta il paziente alla guarigione. Per mia esperienza è soprattutto nei casi acuti di febbre molto alta in cui normalmente si fa un abuso di Tachipirina e di Nurofen, che la medicina omeopatica, con la potenza della sua diluizione e dinamizzazione del rimedio giusto, può dare una spinta anche immediata alla guarigione cambiando completamente un quadro clinico acuto.

D) Spesso hai sostenuto che durante la tua pratica professionale pubblica osservavi nei bambini una tendenza a recidivare su vari piani: pelle (eczemi), mucose (bocca e orofaringe), respiratorio (bronchiti e asma) o anche un cattivo accrescimento con disturbi trofici delle ossa, capelli, unghie e altro; come pure cistiti recidivanti e diarree. Mi sembra che per modificare la tendenza a recidivare coinvolgessi i genitori e indicavi degli opportuni rimedi omeopatici; quelli che noi chiamiamo cronici o costituzionali (?)

R) Questa domanda è fondamentale perché mi fa toccare proprio la base dell’omeopatia. Ognuno di noi nasce con una costituzione familiare e personale che con il tempo si struttura o rigidamente o flessibilmente. Quello che possiamo fare con l’omeopatia è comprendere quali sono i piani e le tendenze familiari ad ammalare e quale è la predisposizione detta in omeopatia “Miasma” che si manifesterà come quello “Psorico” dominante nella nostra vita con un’alternanza a seconda dei momenti di vita che viviamo e delle esperienze da cui siamo permeati e degli insulti virali o batterici che ci colpiscono. Nel neonato, massima espressione di energia vitale, il terreno è fertile e proprio lì noi possiamo agire riequilibrando quel miasma con cui nasciamo tutti che si chiama Psora e che è responsabile nei bambini di crosta lattea, pelle secca eczematosa, manifestazioni vere e proprie di eczema atipico, coliche gassose. La pelle è il nostro confine con cui veniamo in contatto con il mondo esterno e da cui eliminiamo e manifestiamo la nostra natura miasmatica sin dalla nascita, sempre se c’è un piccolo disequilibrio. Facendo sì, con il rimedio omeopatico, che la guarigione avvenga dall’interno verso l’esterno noi portiamo a guarigione completa, finché poi durante la vita intervengono altri insulti che possono essere ambientali, da famaci, virali, esperienziali, sociali, separazioni, lutti, che  ci condurranno a quel cambio che si manifesterà attraverso disturbi unici e irripetibili che appartengono solo a quel bambino e che per la loro soggettività hanno bisogno di una scelta del giusto rimedio.

D) Ritengo infine una ricchezza per l’omeopatia la tua presenza e il tuo riferimento esperienziale. Sarebbe interessante periodicamente se tu ci facessi dono della tua scienza omeopatica parlandoci della tendenza cronica alla nascita e nella prima infanzia e della possibilità in termini terapeutici a riequilibrare la natura deviata.

Grazie ancora. 

R)  Certamente resto a disposizione, spero di essere stata chiara e vi ringrazio di questa opportunità arricchente di scambio tra voi e noi medici.

Ringraziamo la LUIMO (Associazione per la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica) per averci gentilmente concesso di riportare questa intervista tratta dal loro sito: https://www.luimo.org/il-tema-del-giorno/omeopatia-e-pediatria

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