Bucci, il Foglio e l’Omeopatia

"Cattivi scienziati" e ricerca scientifica in omeopatia
8 Dicembre, 2022
Tempo di lettura: 3 minuti

Stavolta mi devo occupare del Foglio.

Nel sito di questo quotidiano infatti, compare un articolo, Non ci sono prove che l’omeopatia sia utile come “rimedio integrativo, a firma di Enrico Bucci che nella sua rubrica “Cattivi Scienziati” decide di inscrivere l’Omeopatia nel suo personale registro dei cattivi.

Lo fa mettendo in un unico calderone la triste vicenda di un bambino morto di otite curata male e l’esperienza che alcuni Medici stanno portando avanti presso l’ospedale di Pitigliano, di integrare le terapie oncologiche con la medicina omeopatica ( vedi Il Centro di Medicina Integrata di Pitigliano compie 10 anni ).

La conclusione è come al solito iperbolica; anche se ci sono degli studi, sono per forza di cose spazzatura, perché la Medicina Omeopatica non può funzionare.

Se da un lato mi viene spontaneo chiedermi se nella definizione di studi spazzatura rientrino anche quelli su farmaci recenti per i quali si è avuta l’approvazione all’immissione in commercio, salvo poi scoprire che si tratta di studi incompleti con molti dati falsati e senza alcun follow up, dall’altro lo ringrazio perché mi fornisce, parlando di Omeopatia ed oncologia, lo spunto per riportare alcuni progressi nella ricerca scientifica omeopatica.

Nel 2018 la FDA ha approvato l’utilizzo di una molecola, il tirossido di Arsenico nella terapia della Leucemia Promielocitica Acuta (APL) sulla base dei risultati di un trial su 156 pazienti svoltosi tra ottobre 2007 e settembre 2010.

Il buon Bucci, che si interessa di ricerca in campo oncologico, è di certo a conoscenza di questo paper, possibile quindi che lo abbia letto, ma con buona probabilità, gli è sfuggito un piccolo particolare; il triossido di Arsenico è la sostanza di partenza nella preparazione di un Medicinale Omeopatico, l’Arsenicum album.

Questa analogia non è certo sfuggita ad alcun ricercatori indiani che partendo dall’approvazione di questa sostanza  per la cura di tumori ad esito abbastanza infausto, hanno voluto verificare se fosse evidenziabile una attività anticancerosa di Arsenico album  diluito alla 6CH.

Nello studio in vitro Arsenicum album Induces Cell Cycle Arrest and Apoptosis, and Inhibits Epithelial-Mesenchymal Transition in Hormone-Dependent MCF7 Breast Cancer Cells, pubblicato sulla rivista Homeopathy di novembre, gli autori hanno trattato delle cellule MCF7 del cancro al seno con Arsenico album 6CH per valutarne l’attività antiproliferativa ed  potenziale apoptotico. In queste cellule hanno esaminato l’effetto del rimedio su ciclo cellulare, generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e modulazione dell’espressione di geni chiave, aberranti nel cancro.

Nei risultati i ricercatori riportano che Il trattamento delle cellule di cancro al seno con Arsenicum album 6CH ha arrestato il ciclo cellulare nelle fasi sub-G0 e G2/M, una evidente induzione apoptotica ed una  con una contemporanea downregulation del gene Bcl-2. Hanno inoltre osservato una inversione della transizione epiteliale-mesenchimale ed una riduzione della migrazione delle cellule.

Tutti effetti che, sottolineano gli autori, suggeriscono che l’Arsenicum album abbia ha un significativo potenziale antiproliferativo e apoptotico nei confronti delle cellule del cancro al seno. Sulla base di queste evidenze, suggeriscono l’estensione dello studio dell’attività di questo rimedio anche in vivo.

Ora, come dice Bucci, “una pubblicazione è solo l’inizio della valutazione di un risultato scientifico, non la sua consacrazione” e sono pienamente d’accordo, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

La ricerca in Medicina omeopatica è iniziata da tanto tempo, ha prodotti numerosi lavori, pubblicati sui riviste peer-review e rintracciabili sui principali database scientifici, lavori che mediamente sono di ottimo livello (vedi R.Roberts “la ricerca in omeopatia è di altissimo livello).

Sarebbe pertanto ora di svestire i panni del crociato e usare nei confronti della medicina omeopatica lo stesso scetticismo che andrebbe usato nei confronti di ogni studio scientifico sulla salute dell’uomo.

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