Redazione

Alti costi dell’energia sono un pericolo per la salute

L'allarme arriva sia dal pubblico che dal privato: servono più risorse per garantire i livelli assistenziali
5 Settembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Il problema non è solo per le tasche. La violenta impennata dell’inflazione, trainata dai costi energetici alle stelle, rischia di ripercuotersi anche sulle strutture sanitarie, mettendo a rischio la salute dei cittadini. Il problema è comune tanto alla sanità pubblica, tanto a quella privata, dal momento che cliniche e ospedali hanno consumi energetici elevatissimi e un gran numero di macchinari che non è possibile spegnere. È chiaro che con i livelli attuali, i prezzi delle prestazioni sanitarie rischiano di diventare proibitivi.

Alti costi dell’energia sono un pericolo per la salute

Secondo il presidente di Fiaso ( Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) Giovanni Migliore «occorre un contributo adatto a garantire la copertura totale delle spese aggiuntive per la bolletta. In maniera da poter sterilizzare nei bilanci gli effetti del costo extra dell’energia». Se in un primo momento Migliore aveva ipotizzato un aumento dei prezzi del 30%, oggi quella stima pecca evidentemente per difetto. A fronte di una richiesta di 500 milioni di euro, «Il Governo aveva deciso di accordare la richiesta per 200 milioni che, tuttavia, gli ulteriori rincari hanno ora reso insufficienti».

Dal pubblico al privato, tutti avvertono sui rischi

Ma, come detto, la questione non riguarda solo le strutture private. Secondo Barbara Cittadini, presidente nazionale dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop), «Le strutture hanno un consumo di energia elettrica e di gas assolutamente rilevante. Parliamo di un aumento nei costi di gestione più che triplicato, che mette a rischio la sostenibilità dei costi economici necessari per garantire l’erogazione dei servizi». Cittadini sottolinea che «gli aiuti previsti per far fronte al rincaro dei prezzi di energia elettrica e gas escludono gli ospedali accreditati di diritto privato», mentre a suo dire sarebbe necessario «un immediato e adeguato incremento delle risorse finanziare per il Servizio sanitario nazionale di 1,6 miliardi. Da utilizzare a copertura dei maggiori oneri e da ripartire equamente fra gli erogatori di diritto pubblico e di diritto privato».

Anche le Istituzioni danno l’allarme

E anche dalle Istituzioni si alza un grido di allarme. Proviene dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio: «La bolletta energetica sta diventando sempre più pesante. Per tutte le strutture del sistema sanitario, sia pubbliche che accreditate. Solo nel Lazio la maggiorazione dei costi per il sistema sanitario pubblico supera, nella stima a fine anno, i 100 milioni di euro senza contare la componente accreditata. È necessario che il Governo predisponga delle misure idonee a garantire i livelli essenziali di assistenza, sterilizzando gli aumenti per le strutture sanitarie e garantendo così i servizi».

Tutto ciò, va detto, capita in una fase in cui ancora dobbiamo combattere le ricadute della pandemia di Sars-Cov-2. È di grande importanza trovare una soluzione per non abbassare il livello delle prestazioni sanitarie, sebbene siano chiare le difficoltà economiche che ci troviamo ad affrontare.

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