Fritjof Capra e Hazel Henderson

Visto dal 2050 il virus non fa poi così paura – saggio breve di F. Capra e H. Henderson

Come sarà il mondo dopo la pandemia? Clima, industrie, energia, trasporti, città, salute… Immaginiamo il futuro per capire le cause profonde della crisi. E per cogliere le possibilità di cambiamento.
6 Aprile, 2020
Tempo di lettura: 3 minuti

Fritjof Capra e Hazel Henderson due tra i maggiori esponenti del pensiero sistemico provano a immaginare il futuro post pandemia

“Il Virus visto dal 2050”, da questo titolo futuristico parte un mini-saggio scritto da Fritjof Capra e Hazel Henderson, due delle menti migliori che i tempi recenti ci abbiano regalato. Fisico teorico lui, economista lei, Capra la Henderson hanno sempre spinto l’Uomo verso un futuro fatto di maggiore armonia con la Terra sulla quale viviamo, adottando uno sguardo positivo e ottimista, illuminato dalla estrema attualità del pensiero sistemico di cui sono due dei principali capiscuola.

Mentre ci accingiamo ad entrare nella seconda metà del ventunesimo secolo, siamo finalmente in grado di comprendere i fatti accaduti da un punto di vista evoluzionistico e sistemico.

Future studies

Ai loro occhi di esperti nei future studies, il Coronavirus con cui ci troviamo ad avere a che fare in questi giorni non è un flagello come noi lo percepiamo, ma potrebbe essere

Fritjof Capra “l’origine del Coronavirus e l’impatto che ha avuto nel mondo nel 2020”. da questa surreale premessa parte la lettera scritta da Fritjof Capra e Hazel Henderson, due delle menti migliori che i tempi recenti ci abbiano regalato. fisico teorico lui, economista lei, Capra e la Henderson hanno sempre spinto l’Uomo verso un futuro fatto di maggiore armonia con la Terra sulla quale viviamo, adottando uno sguardo positivo e ottimista.

 

l’occasione che la razza umana attendeva per poter imprimere una sterzata positiva alla strada della sua evoluzione. Un “punto di svolta”, per riprendere il titolo di un saggio pubblicato da Capra nell’82. Stiamo al loro gioco, e proviamo a riconsiderare a posteriori, dal 2050, cosa questo virus ha veramente cambiato nelle abitudini dell’Uomo. Lì nel futuro, a quanto pare, il sistema economico che conosciamo è andato in crisi: la nostra società del finto benessere, alimentata da combustibili fossili e tesa all’unico obiettivo del PIL, ha improvvisamente mostrato la fragilità delle fondamenta sulle quali poggiava. 30 anni prima, l’ossessione di massimizzare il fatturato aveva portato le industrie a spingersi sempre più in profondità nei polmoni verdi del Pianeta, costringendo gli animali selvatici, originari abitatori, a fuggire dai loro habitat per rifugiarsi ovunque possibile. Le persone indigenti, dall’altro lato, alla disperata ricerca di cibi proteici cominciarono a nutrirsene, venendo a contatto con virus e batteri altrimenti confinati nel profondo delle foreste. Era solo questione di tempo perché una pandemia globale scoppiasse, e così è stato.

Nuove fonti energetiche

L’umanità però ha imparato la lezione, ed attraverso le parti più sane della società, costituite dai movimenti ambientalisti, dai giovani e dalle associazioni di volontariato, ha spinto perché l’approvvigionamento energetico fosse riconvertito al solare. Del resto, già nel 2020 le tecnologie necessarie esistevano, e in un batter d’occhio divennero anche più efficienti di quelle estrattive. Il virus, poi, si è trasmesso agli animali, costringendo la gente a ridurre enormemente il consumo di carne e pesce, e ad evitare gli allevamenti intensivi potenziali focolai di contagio, per optare per una dieta più sana a base vegetale, talvolta integrata da carni e pesci allevati in piccoli insediamenti, a chilometro zero, con miglioramento delle proprietà nutritive ed impatto sull’ambiente infinitamente più contenuto. Il graduale abbandono delle megalopoli da milioni di persone, rese pericolose dalla circolazione della malattia, ha spinto l’Uomo ha cercare forme sociali e di aggregazione più congeniali al suo sviluppo. La popolazione si è redistribuita in centri più piccoli che hanno favorito le relazioni sociali. La rete informatica ha consentito di rimanere in connessione col resto del mondo. I viaggi sono diventati più rari ed ecologici. Niente più potenti aerei a reazione ma barche a vela e treni a energia solare, forse più lenti, ma di certo meno traumatici per il Pianeta. Perfino le guerre, che tutti consideravano facenti parte del DNA della razza umana, sono cambiate. Dalle bombe alla guerra basata sull’informazione, meno costosa e meno violenta.

una città verde del 2050

Una realtà interconnessa

In sostanza ciò che è davvero cambiato, è la concezione che l’Uomo ha di sé stesso: non più il re di un mondo circostante che gli è alieno, ma una parte di un Tutto interconnesso, in cui ogni parte può vivere solo grazie all’equilibrio e all’armonia con tutte le altre. Per dirla con le parole di Capra e Henderson, “Oggi, guardando al passato dal 2050, capiamo che la Terra è la nostra insegnante più saggia e che i suoi terribili insegnamenti hanno salvato dall’estinzione sia l’umanità che gran parte delle comunità viventi planetarie che noi tutti condividiamo”.

 

 

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1 commento

  1. Mi piacerebbe fosse tutto vero ed attuabile, ma chi fermerà nel frattempo i potenti di Biederberg, i neo-liberal-capitalisti che anelano ad un potere tendente a soffocare le genti in un giogo che ci ricorda un mondo fatto di potenti, di vassalli da una parte e un popolo debole ed indifeso dall’altra? Chi ci difenderà dalla Nuova Religione composta dai sedicenti Scienziati Ufficiali che ci riporteranno ai tempi dell’Inquisizione? Che stanno terrorizzando la gente con uno stupido virus atto solo a coprire ben altre malefatte come G5, vaccinazioni ecc. Sono pessimista ma non rinuncerò certo a battermi per un mondo migliore che rispecchi il sogno propostoci dall’articolo. Un farmacista naturalista e omeopata. Delbianco Italo

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