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Diabete di tipo 2: dormire poco aumenta il rischio
11 Marzo, 2024

Diabete di tipo 2: dormire poco aumenta il rischio

RedazioneRedazione
Anche nelle persone che mantengano una dieta equilibrata. Uno studio lo dimostra

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Le persone che dormono meno di sei ore ogni notte possono avere un rischio del 16% più alto di sviluppare il diabete di tipo 2. È quanto suggerisce una ricerca condotta dall’Università di Uppsala, in Svezia. Un’analisi dei dati provenienti da quasi 250.000 adulti nel Regno Unito suggerisce che le persone che dormono tra tre e quattro ore a notte possono avere un rischio del 41% più alto di sviluppare la malattia, rispetto a coloro che dormono più di sette ore, mentre cinque o sei ore di sonno sono state associate a un rischio del 16% più alto. Ciò, purtroppo, anche nel caso che si segua una dieta corretta ed equilibrata.

Diabete di tipo 2: dormire poco aumenta il rischio

I ricercatori hanno dichiarato che sono necessari ulteriori studi per convalidare i risultati, ma hanno aggiunto che il loro lavoro suggerisce che un’alimentazione sana da sola non può compensare la privazione cronica del sonno. Christian Benedict, professore associato e ricercatore del sonno presso l’Università di Uppsala, ha detto che i risultati “non dovrebbero destare preoccupazione, ma piuttosto essere visti come un promemoria del fatto che il sonno gioca un ruolo importante per la salute”. Benedict ha aggiunto che “in genere consiglio di dare priorità al sonno, anche se capisco che non è sempre possibile, specialmente come genitore di quattro adolescenti.”

Lo studio sui pazienti del Regno Unito

Si stima che più di 4,4 milioni di persone nel Regno Unito convivano con il diabete di tipo 2 e circa 13,6 milioni siano a rischio alto di svilupparlo nel prossimo futuro. Il diabete di tipo 2 influisce sulla capacità del corpo di elaborare gli zuccheri, ostacolando l’assorbimento dell’insulina e causando livelli elevati di zucchero nel sangue. Col passare del tempo, può causare danni gravi, in particolare ai nervi e ai vasi sanguigni.

Per lo studio, pubblicato sulla rivista Jama Network Open, i ricercatori hanno esaminato i dati sanitari di 247.867 adulti nel Biobank del Regno Unito – un database contenente registrazioni mediche e di stile di vita di oltre mezzo milione di persone. Il loro obiettivo era capire se le persone che dormono troppo poco possono ridurre il loro rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 mangiando in modo sano. I criteri per un’alimentazione sana includevano il consumo di meno di due porzioni di carne rossa non processata a settimana, o meno di due porzioni settimanali di carne processata, quattro o più cucchiai di verdure al giorno, due o più pezzi di frutta al giorno e due o più porzioni settimanali di prodotti ittici.

Mangiare sano non basta

I ricercatori hanno dichiarato di aver considerato fattori come l’etnia, lo stato di fumatore, l’uso di antidepressivi, l’indice di massa corporea, la pressione sanguigna, l’istruzione, lo status sociale ed economico e l’attività fisica. Nel corso di 12 anni, 7.905 persone hanno ricevuto una diagnosi di diabete di tipo 2. Il Prof. Benedict ha detto che potrebbero essere diversi i fattori in gioco che aumentano il rischio di sviluppare questa forma di diabete tra coloro che dormono male, come “condurre uno stile di vita sedentario, la diminuzione della funzione muscolare scheletrica nel regolare i livelli di zucchero nel sangue e i cambiamenti sfavorevoli nella microbiota intestinale (batteri)”.

Diabete tipo 2: un approccio olistico

Commentando lo studio, la dott.ssa Lucy Chambers, responsabile delle comunicazioni sulla ricerca presso Diabetes UK, ha detto: “Non c’è un singolo fattore causale per il diabete di tipo 2. È noto che vi contribuiscano genetica, età e peso corporeo, ma il sonno inadeguato è spesso un fattore sottovalutato. “Questa ricerca suggerisce che una dieta sana da sola non controbilancia il rischio aumentato di diabete di tipo 2 da troppo poco sonno, ed è un promemoria che la nutrizione, l’esercizio fisico e il sonno sono tutti componenti essenziali della buona salute.”

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