Un blog ideato da CeMON

La pericolosa illusione delle "pillole miracolose"
18 Maggio, 2025

La pericolosa illusione delle “pillole miracolose”

RedazioneRedazione
Il caso di Senigallia sembra rivelare un sistema sanitario che antepone il profitto alla salute, prescrivendo farmaci pericolosi senza informare i pazienti

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Ogni lunedì riceverai una ricca newsletter che propone gli articoli più interessanti della settimana e molto altro.
Tempo di lettura: 3 minuti

In un’epoca in cui la ricerca della perfezione estetica e del benessere immediato sembrano essere prioritarie, semprepiù spesso assistiamo a fenomeni preoccupanti che mettono a rischio la salute delle persone. L’ultimo caso di cronaca proveniente da Senigallia ci mostra quanto possa essere pericolosa la leggerezza con cui alcuni medici prescrivono farmaci potenti, ignorando gli effetti collaterali devastanti che questi possono avere sui pazienti.

Il caso emblematico di Senigallia: quando il dimagrimento diventa un incubo

Il profitto prima della salute dei pazienti: la vicenda che ha portato un medico 72enne di Senigallia a processo è emblematica da questo punto di vista. Secondo quanto riportato dalle cronache locali, il professionista prescriveva “soluzioni galeniche” presentate come prodotti miracolosi per la perdita di peso, ma contenenti in realtà psicofarmaci e antidepressivi, insieme a ingredienti naturali come tarassaco e ananas, notoriamente dotati di proprietà drenanti.

Una paziente di 38 anni di Mondolfo ha pagato a caro prezzo la fiducia riposta nel medico: dopo aver assunto queste “pillole miracolose” per meno di un mese, è finita in ospedale con gravi problemi gastroenterici e febbre alta. Ma gli effetti più inquietanti sono stati quelli psicologici: la donna ha riferito di aver sperimentato “una sensazione di depressione con istinti al suicidio”. Tutto questo per perdere 18 chili in soli 20 giorni, un dimagrimento evidentemente troppo rapido per essere considerato sicuro.

“Non mi ha mai detto che erano medicine anche per la tiroide”, ha dichiarato la paziente, “era un barattolo già composto con 90 pillole da prendere tre volte al giorno. Cosa ci fosse dentro non lo so”. La donna non solo ha dovuto affrontare un ricovero ospedaliero di 20 giorni, ma le medicine le hanno anche riacutizzato una patologia congenita precedentemente in remissione.

Prescrizioni facili e abuso farmacologico

Questo caso non è isolato, ma rappresenta la punta di un iceberg in un sistema sanitario che troppo spesso ricorre alla soluzione farmacologica come prima e unica risposta a problematiche complesse. In Italia, secondo gli ultimi dati dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), il consumo di psicofarmaci e antidepressivi è in costante aumento, con un incremento significativo negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia.

La facilità con cui vengono prescritti farmaci potenti, spesso senza una completa informazione ai pazienti sui possibili effetti collaterali, è un fenomeno che dovrebbe allarmare l’intera società. Gli antidepressivi, in particolare, vengono talvolta prescritti anche per condizioni che potrebbero essere affrontate con approcci meno invasivi, come la psicoterapia, l’attività fisica regolare o tecniche di gestione dello stress.

Antidepressivi: quando il rimedio è peggiore del male

Gli antidepressivi rappresentano una categoria di farmaci particolarmente problematica. Sebbene possano essere di grande aiuto in casi di depressione grave clinicamente diagnosticata, vengono spesso prescritti con eccessiva disinvoltura, anche per forme lievi di malessere psicologico o addirittura, come nel caso di Senigallia, per scopi totalmente diversi come il dimagrimento.

Questi farmaci possono causare una serie di effetti collaterali significativi, tra cui:

  • Ideazione suicidaria, paradossalmente più frequente nelle prime settimane di trattamento
  • Disturbi del sonno e insonnia
  • Disfunzioni sessuali
  • Aumento di peso
  • Sindrome da sospensione, che rende difficile interrompere l’assunzione
  • Disturbi gastrointestinali
  • Apatia emotiva e appiattimento affettivo

Particolarmente preoccupante è il legame, ormai documentato da numerosi studi, tra l’assunzione di certi antidepressivi e l’aumento del rischio suicidario, soprattutto nelle fasi iniziali della terapia o nei giovani pazienti. Un rischio che la paziente di Mondolfo ha sperimentato sulla propria pelle, senza essere stata minimamente informata.

La responsabilità medica e il consenso informato: diritti dei pazienti violati

Il caso del medico di Senigallia solleva interrogativi fondamentali sul principio del consenso informato, pilastro della deontologia medica. Ogni paziente ha il diritto di conoscere esattamente quali farmaci gli vengono prescritti, quali sono i loro effetti, sia terapeutici che collaterali, e quali sono le alternative disponibili. Quando un medico prescrive un farmaco senza fornire queste informazioni, o addirittura mascherando la vera natura del preparato, come pare sia avvenuto nel caso descritto, non solo viola l’etica professionale ma commette un reato.

La responsabilità dei medici va ben oltre la semplice prescrizione: include il monitoraggio degli effetti del farmaco, l’adeguamento delle dosi se necessario, e la disponibilità a interrompere il trattamento se gli effetti collaterali superano i benefici terapeutici.

Alternative naturali: una medicina più umana è possibile

Di fronte a questi abusi della medicina convenzionale, è legittimo chiedersi se esistano approcci alternativi più rispettosi della complessità dell’essere umano. L’approccio olistico alla salute considera la persona nella sua totalità – corpo, mente e spirito – e cerca di ripristinare l’equilibrio naturale alterato, piuttosto che sopprimere semplicemente i sintomi.

Nel caso specifico della perdita di peso, per esempio, un approccio integrato dovrebbe considerare:

  • L’alimentazione personalizzata basata sulle esigenze individuali
  • L’attività fisica regolare adatta alla persona
  • La gestione dello stress e degli aspetti emotivi legati all’alimentazione
  • Il supporto psicologico quando necessario
  • L’utilizzo di rimedi naturali con un profilo di sicurezza consolidato

Anche la medicina omeopatica può offrire un supporto prezioso, proponendo rimedi individualizzati che stimolano la capacità di autoguarigione dell’organismo senza gli effetti collaterali tipici dei farmaci convenzionali.

LEGGI ANCHE: L’approccio olistico del Prof. Franco Berrino per perdere peso

Lascia il primo commento