Mal di testa: cosa fare

24 Settembre, 2022
Tempo di lettura: 9 minuti

Quando parliamo di mal di testa ci riferiamo ad un insieme complesso e variegato di sintomi, in una regione del corpo, la testa una parte del corpo alla quale attribuiamo molta importanza, per questo è utile allargare la comprensione di questo sintomo. Analizzare gli aspetti simbolici di una malattia è il primo passo per comprenderla da un punto di vista complessivo. La malattia non è infatti solo uno scompenso meccanico, ma è un aspetto di un più generale modo di relazionarsi al mondo, che accomuna corpo e psiche. Ogni “parte” del corpo ha un suo linguaggio e un suo modo stare in relazione con quel tutto che siamo e al quale apparteniamo. Da dove possiamo iniziare questo viaggio se non dall’inizio, dalla testa… andiamo e cerchiamo di comprendere meglio cosa si intende quando parliamo di cura per il mal di testa in genere e dei suoi aspetti simbolici. Il mal di testa forse più di altri sintomi è utile leggere in questa visione d’insieme.

Mal di testa emicrania e cefalea: cosa sono

Mal di testa, cefalea, emicrania, rappresentano uno dei più frequenti problemi per cui il paziente si rivolge al medico e per cui spesso inizia un giro di consultazioni complesso e non sempre coronato da successo.

La sequenza delle indagini ha uno scopo estremamente nobile ed importante, probabilmente inevitabile: l’esclusione di patologie organiche ed invasive. Nell’80% dei casi l’iter diagnostico si conclude con un “nulla di fatto” che, se da un lato solleva il paziente dalle preoccupazioni più serie, dal punto di vista clinico lo lascia con il problema intatto.

Così come si definisce “essenziale” l’ipertensione quando se ne escludono cause organiche, si potrebbe pensare di definire con lo stesso termine la cefalea.

Terminata la ricerca inizia il problema della terapia.  Mentre nei casi con eziologia evidente si tratterà di una terapia causale (cioè l’eliminazione delle cause e dei fattori che portano alla malattia), nelle forme essenziali non può che essere sintomatica. Detto che spesso la ricerca diagnostica si concentra così tanto sulle problematiche più gravi da trascurare elementi molto più comuni, tra i quali al primo posto mettiamo l’alimentazione corretta e la qualità del cibo, vediamo e consideriamo i significati e gli aspetti psicosomatici della cefalea con relativi approcci e trattamenti di aiuto.

Mal di testa di origine muscolo tensiva.

  • Cefalea di origine ormonale.
  • Cefalea da sovraccarico epatico.
  • Mal di testa digestivo.
  • Cefalea da stress per i troppi pensieri e mancanza di riposo.
  • Cefalea dovuta a sbalzi pressori.
  • Tante e diverse cause.

Il mal di testa come linguaggio del corpo

Gli aspetti simbolici degli organi del corpo hanno una grande importanza: essi descrivono una sorta di patrimonio comune di senso, raccolto nei rapporti tra uomo e natura, storia del singolo e della comunità, coagulato attorno al corpo vivente dei suoi organi come il ponte permanente tra queste realtà. Una malattia, insomma, non è mai separata dai significati racchiusi nell’organo della zona interessata, e la cefalea non fa eccezione.

Entriamo dunque in argomento per ciò che riguarda i simboli della testa.

Il capo: un contenitore.

La testa è intesa da sempre come luogo e contenitore della coscienza, cioè della capacità di conoscere il mondo e se stessi.

Tutto il cammino dell’evoluzione, l’Universo stesso è inteso come un processo che tende a questo risultato. Se con l’uomo viene al mondo la coscienza, il mondo stesso finalmente può giungere a compimento. Visione, luce, spirito sono peraltro anche patrimonio della coscienza del capo nella cultura orientale.

Allo stesso modo si presenta l’analogia capo-coppa. In alcuni riti antichi capo e coppa coincidevano anche praticamente, quando il sangue dell’immolato, del congiunto deceduto o del nemico ucciso veniva bevuto direttamente nel suo stesso cranio. Questo rito è ancora oggi operante nella messa cattolica, in cui il vino-sangue è bevuto da un calice-coppa, o nelle premiazioni di gare e competizioni sportive, quando vino e champagne innaffiano capaci coppe in segno di vittoria.

È la parte più “elevata” del corpo.

Il fatto che la testa, sede della coscienza, occupi la parte più elevata del corpo, connette il rapporto alto-basso proprio del corpo umano al più grande generale rapporto tra cielo e terra, tra elemento sottile (dove risiedono gli dei più potenti) ed elemento terreno. Questo vale sia in termini di importanza (la più elevata è la parte più importante, il vertice), sia in termini di potere. Abbiamo così modi di dire come caput mundi, capufficio, ecc.

Altro significato simbolico rintracciabile per il capo è quello di guscio, di elemento protettivo di un contenuto prezioso, il cervello, così come il guscio della lumaca o della tartaruga proteggono la vita dell’animale.

Non dimentichiamo l’analogia morfologica del gheriglio di noce molto simile al nostro cervello, racchiuso nel guscio.

Corona per aureola riuniscono le due parti della testa.

Un simbolo universale legato alla testa è, infine, quello della corona: la corona è portata sul capo da uomini importanti ed elevati sopra agli altri, come re e imperatori. Aerea e immateriale, è l’aureola che la tradizione cattolica attribuisce a santi e angeli. Circondando il capo essa collega i due emisferi, raccoglie la destra e la sinistra, l’irrazionale e l’inconscio. Simbolo del raggiungimento di un livello di integrazione maggiore di questi due aspetti, riuniti in un anello simbolico posto sul capo, la corona indica i depositari di una coscienza e conoscenza allargate, di chi ha portato alla luce tutti gli aspetti più profondi di sé stesso e dispone di una versione globale dei fenomeni, di una padronanza assoluta dei propri mezzi.

Nella cultura orientale, il settimo chakra, Sahasrara chakra, o chakra della corona, in quanto situato all’estrema sommità della nostra testa, al contrario degli altri sei chakra non governa nessun organo, ma trovandosi al vertice dei nostri centri energetici è responsabile del corretto funzionamento della corteccia cerebrale e della ghiandola pineale, oltre che delle nostre più alte forme di pensiero, quali la trascendenza, la conoscenza e la spiritualità.

I diversi significati del mal di testa

Dopo aver considerato quali simboli richiama il capo, cominciamo ad accostarci, almeno a grandi linee, ai significati che può rivestire la cefalea.

La testa è la sede di quell’attività che chiamiamo pensiero, immaginazione, ragione. Nel cercare l’origine del mal di testa si deve dunque partire da questa constatazione fondamentale: il disturbo che colpisce la sede del pensiero. È significativo che il più delle volte, in preda a un attacco di cefalea, la nostra attività mentale si trovi a essere inibita alla radice: non riusciamo più a ragionare. Pensare sembra farci male. In realtà in questo modo esprimiamo il desiderio di tenere lontani i pensieri troppo invadenti, o che ci possono turbare.

Cosa si vuole trattenere?

A volte non si vuole affrontare una situazione che per qualche motivo ci disturba, oppure vogliamo nasconderci di fronte a qualcosa che sta dentro di noi e che ci mette in crisi.

Può essere l’aggressività che non scarichiamo o che addirittura reprimiamo alla radice perché all’origine di sensi di colpa che non sappiamo gestire.  O può essere il timore per gli altri, l’insicurezza che ci assale al punto di irrigidire in una morsa i muscoli del collo o della nuca procurandoci il mal di testa da tensione.

Infine è la sessualità a occupare un ampio spazio  nella genesi delle cefalee. Reprimere la libido, soffocare il mondo istintuale, distrarre l’attenzione dai desideri per gettarla in frenetiche azioni sostitutive, può condurre a gravi scompensi, a quegli squilibri che spesso si manifestano poi, sul piano fisico, attraverso un attacco di mal di capo.

Mal di testa: rimedi naturali e approccio olistico

Con i Fiori di Bach che agiscono a livello vibrazionale energetico attraverso un processo di risonanza emozionale (nel senso che tendono a far emergere le dimensioni conflittuali della persona per attivare e catalizzare gli stati di consapevolezza del sé) possibile correggere disagi emotivi, pensieri ed atteggiamenti che conducono a quegli scompensi dove origina la cefalea.

L’aiuto della floriterapia nella cura del mal di testa, cefalea, e emicrania

Cerato (Piombaggine), interviene sullo stato di perenne incertezza molto penoso da sopportare, sulla mancanza di concentrazione e sull’astenia.

Sul piano energetico agisce sul sesto chakra, in particolare sull’ipofisi, che governa la volontà e la conoscenza psichica di sé stessi,

Clematis (Clematide), ricollega i piedi alla testa aiutando a rimanere centrati nell’azione, a non fuggire la realtà.

Sul piano energetico ripristina il flusso tra il primo chakra, la radice, e il settimo, che governa il sistema nervoso centrale, la testa, i capelli, la ghiandola pineale.

Centaury (Centaurea), dona determinazione e forza di volontà.

Sul piano energetico agisce sul primo e secondo chakra, riequilibrando le emozioni e l’energia primaria.

Gentian (Genziana), restituisce creatività mentale ed entusiasmo per la vita.

Sul piano energetico agisce sul quinto chakra che governa la gola, la tiroide, il sistema respiratorio e le mani, ovvero la creatività nel concreto, il prahna,

Holly (Agrifoglio), scioglie l’odio, allontana sofferenza e infelicità nate dalla rabbia inepressa, implosiva, spesso causa di alterazioni della pressione sanguigna, responsabile del mal di testa.

Hornbeam (Carpino bianco), viene consigliato a chi è costretto ad una quantità ‘eccessiva’ di lavoro mentale, senza un adeguato compenso fisico. Eccellente per scaricare una testa troppo pesante, risulta un efficace rimedio per tutti i problemi agli occhi che derivano da un ‘eccesso’ di stanchezza.

Impatient (Balsamina) o “Non mi toccare”, aiuta a ritrovare i giusti ritmi, rilassamento, serenità e dolcezza d’animo, in soggetti dove tutta l’energia è richiamata dalla testa. La conseguenza è lo stress prolungato, il calore che va alla testa, provocando ipertensione ma anche eczemi su mani e volto, bruciore e secchezza della cute. Il calore è il tentativo di portare fuori una personalità focosa, calda, difficile da incanalare, per cui il sangue facilmente “va alla testa” (eczema viso) o “prudono le mani” (eczema agli arti).

Larch (Larice), sostiene l’autostima, l’amore e la fiducia in sé stessi, nelle proprie azioni, liberando dalla fissazione negativa del fallimento.

Mustard (Senape selvatica), scioglie le emozioni non risolte, facendole scaricare attraverso il pianto che diventa il primo sintomo della funzione positiva insieme ad un’intensa attività onirica. Il pianto lascia poi spazio alla gioia di vivere, allontanando paure apparentemente senza causa ed aprendo al movimento verso il mondo prima bloccato.

Pine (Pino), ammorbidisce l’eccessiva “rigidità” liberando dai sensi di colpa, aiuta ad accettare i propri limiti come naturali.

Rock Water (Acqua di roccia), stimola la ‘flessibilità’, l’apertura di pensiero, la gioia di vivere, anche nella sessualità, il rispetto di sé.

Schlerantus (Scleranto o Centigrani), aiuta a ritrovare chiarezza, ed è particolarmente utile nei disturbi del climaterio o della pubertà, quando lo scombussolamento ormonale provoca squilibri che si manifestano con somatizzazioni quali la cefalea.

Sul piano energetico agisce sul quarto chakra.

Vervaine (Verbena), aiuta a concedersi riposo mentale da convinzioni e relativi pensieri. Sul piano energetico agisce sul quinto, sesto e settimo chakra riequilibrando il dispendio e l’inflazione.

Water Violet (Violetta d’acqua), aiuta nel risolvere blocchi muscolari e tensioni che indicano l’impossibilità di ‘muoversi liberamente’. Sul piano energetico ristabilisce il rapporto tra primo chakra, sede dell’energia libidica, il quarto, che governa il cuore, il quinto, con il sistema respiratorio, e il settimo, con il sistema nervoso.

White Chestnut (Ippocastano bianco), apre la porta della gabbia, interrompe il dialogo interno torturante, permettendo al pensiero di ritrovare la sua funzione naturale al servizio dell’unità psicofisica della persona.

Sempre consigliate preparazioni personalizzate dopo attento ascolto e consiglio di un operatore del benessere o di un medico olistico.

L’aiuto dell’oligoterapia nella cura del mal di testa

Di notevole efficacia per la cefalea troviamo inoltre gli oligoelementi catalitici, che con concentrazioni minime di ioni fanno ripartire la specifica catena enzimatica prima bloccata.

Il Magnesio ad esempio, utile nella spasmofilia, ha un’azione miorilassante.

Il Manganese è efficace nelle manifestazioni di tipo endocrino quale la cefalea di origine puberale, emicranie fronto-orbitali e temporo-frontali.

Mentre il Litio, indicato nelle tensioni muscolari dolorose, agisce con tempi piuttosto rapidi in iperemotività, iperansietà, turbe del sonno.

Lo Zolfo potenzia l’azione degli altri oligoelementi.

Nel trattamento delle cefalee con la fitoterapia importante riscontro si ha nei fitoembrioestratti (fee).

I fitoembrioestratti nella cura del mal di testa

La Fitoembrioterapia estrae preziose sostanze medicamentose da tessuti embrionali di piante, principalmente gemme, giovani getti e radichette, ma anche altri tessuti in rapida fase di accrescimento quali amenti, semi, floemi e xilemi. Ecco le differenze tra fitoterapia e fitoembrioterapia. Grazie all’estrazione dell’energia contenuta nei tessuti embrionali primari dei vegetali e le proprietà dei differenti componenti (foglie, fiore, frutto, scorza, radice, semi, linfa, etc), i Fitoembrioestratti  uniscono le energie cosmica e tellurica, relative al piano mentale e fisico racchiudendo in sè la forza dei quattro elementi acqua, terra, aria e fuoco, per la similitudine con l’uomo (tramite tra Terra e Cielo).

Nella cefalea tensiva o ‘posteriore’, poiché origina da una eccessiva tensione dei muscoli del viso e del collo, consigliato il fitoembrioestratto del Fico.

Ottimo antistress, normalizza la secrezione di succhi gastrici, a livello mentale aiuta a “digerire” gli eventi della vita.

In caso di cefalea vasomotoria, detta fronto-temporale o ‘anteriore’ che si manifesta violentemente solo in talune situazioni, accompagnata da fenomeni digestivi, neurovegetativi e vascolari, un buon sostegno si può ottenere dall’utilizzo in concomitanza di fee Rosa Canina e fee Ribes Nero, peraltro preziosi alleati del nostro sistema immunitario.

La Rosa Canina aiuta nel “difendersi” dagli “attacchi” del mondo esterno, mentre il Ribes Nero aiuta a “difendersi” da pensieri negativi.

Da non sottovalutare nemmeno il trattamento con tinture madri e macerati glicerici.

  • Artiglio del Diavolo T.M.
  • Nigella glutinosa T.M.
  • Alnus glutinosa M.G.

quale schema terapeutico nelle cefalee muscolo-tensive.

  • Menta acquatica T.M.
  • Alnus glutinosa M.G.
  • Nigella T.M

quale schema terapeutico utile nelle cefalee vasomotorie.

Altre associazioni indicate le troviamo unendo oligoelementi:

  • Partenio T.M.
  • Manganese oligoelemento Catalitico
  • Zolfo  oligoelemento Catalitico

quale schema terapeutico nella prevenzione degli attacchi cefalgici.

Per ciò che riguarda l’integrazione, gli acidi grassi Omega 3-6 riducono le infiammazioni controllando gli attacchi di mal di testa ed il dolore per la riconosciuta azione antinocicettiva.

Di fronte ad un attacco di mal di testa, come accade comunque quando si prova “dolore” nel corpo, l’impulso  farebbe pensare ad assumere un classico farmaco antidolorifico pur di alleviare la ‘sofferenza’ e non sentire più nulla.

Un’osservazione importante che si deve fare e che in qualche modo giustifica il ricorso alla medicina naturale sta nel fatto che o per terapia o per profilassi si devono utilizzare carichi pesanti di farmaci, e dunque affrontarne gli effetti collaterali. Ricordiamo che un farmaco chimico si può considerare efficace quando i suoi benefici sono superiori a quelli negativi che certamente provoca.

Ma poi davvero ‘non sentire più nulla’, mettere a tacere il massaggio che il corpo ci sta inviando attraverso il dolore risulta sempre la cosa giusta da fare nel bene di noi stessi? Riusciamo a dare voce al sintomo, o alla malattia, come espressione di un disagio interiore, non risolto, amplificato, un forte grido dell’anima?

Mi sovviene una recente chiacchierata riguardante il Decadentismo, movimento culturale  che diede espressione alla profonda crisi esistenziale della civiltà europea nel periodo che va dalla fine dell’Ottocento ai primi del Novecento.

I poeti del decadentismo fecero nascere un nuovo linguaggio servendosi di simboli e analogie per produrre sensazioni.

L’orientamento dei simbolisti decadenti era quello di esaltare i problemi legati alla vita interiore e di prediligere l’esplorazione della parte subcosciente dell’individuo, un organo di conoscenza ‘privilegiato’ attraverso il quale interpretare la realtà esplorando il mistero della vita, le rivelazioni dell’ignoto, il legame tra lato oscuro e malattia (anche universale) e processo di somatizzazione.

Cercare di considerare il mal di testa come il messaggio di un amico che ci viene a mettere in guardia da qualcosa che non ci sta facendo bene, contestualizzandolo allo stile di vita, al rapporto con noi stessi, alle nostre emozioni, agli ambienti e alle persone che frequentiamo quotidianamente, alle nostre fragilità, forse richiederà tempi diversi nella soluzione del problema, una certa ricerca interiore, una selezione, consapevolezza.. ma una volta liberato quel dolore che ci aveva martellato e tenuto in ostaggio per anni, con molta probabilità lo Ringrazieremo per averci dato l’opportunità di riconoscerlo, lasciandolo andare.

“Il dolore è ancor più dolore se tace.
Giovanni Pascoli

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NEWSLETTER

Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti.

Share This