Vieni, usciamo. Tempo è di rifiorire.”
Gabriele D’Annunzio
Prepararsi alla primavera significa entrare nell’energia del rinnovamento, della rigenerazione, della rinascita.
È questo il momento di nuovi colori, di alimenti freschi, di fiori, di foglie, di energia verde. L’esplosione primaverile che ricominciamo a intravedere intorno a noi, sta accadendo anche nei nostri tessuti e nelle aree antiche del cervello. Senza che ce ne accorgiamo l’organismo sta vivendo la primavera che arriva.
Aprirsi alla rinascita
La luce ha un’importanza fondamentale per il tessuto cerebrale e per le ossa: quindi è utile stare il più possibile all’aperto soprattutto nei parchi, nei giardini, (se si può) nei boschi. Riempirsi gli occhi di fiori, come le primule, le viole significa trasmettere immagini di fioritura, che dall’ipotalamo verranno poi irradiate negli organi. I profumi a base di resina e di foglie assolutamente naturali, come la mirra, il rosmarino, l’incenso, la menta, stimolano le aree olfattive del cervello a liberare gli ormoni fondamentali per la rigenerazione dei tessuti. Poi, sempre importanti, sono i cibi depurativi sulla tavola, ogni giorno: marzo è il mese di spinaci, erbette, gramigna, cicoria, carciofo e cardo.
La depurazione, o meglio, la detossificazione, è uno dei primi obiettivi del mese. Lo sapevano bene gli antichi che, per aiutare il corpo ad affrontare in forze l’inizio della stagione della fioritura, soprattutto in concomitanza con l’equinozio di marzo, raccomandavano di seguire brevi periodi di alimentazione leggera, con soli vegetali crudi e acqua, di eseguire bagni e saune ma, soprattutto, di integrare la dieta con gli alimenti “spazzini”, quindi cibi ricchi di fibre ed enzimi che liberano dai metaboliti tossici gli organi che governano la rinascita, come il fegato, i reni, l’apparato circolatorio e le mucose respiratorie.
I succhi di erbe dei prati, gli ortaggi, i cereali integrali in chicco, il kefir, “spazzolano” delicatamente le pareti intestinali, meglio ancora se accompagnati a probiotici, fonte di sostanze vive e vitali che rigenerano l’organismo nella sua totalità.
Un percorso alimentare di pulizia degli scarti accumulati durante l’inverno, prevede quindi, per tutto il mese di marzo, uno o due giorni alla settimana con solo alimenti adatti a rimuovere le scorie più pesanti come i residui di farmaci, i grassi alimentari, le polveri dello smog che la stagione fredda ha fatto infiltrare in profondità negli organi e nei tessuti.
Se queste tossine non vengono eliminate, favoriscono uno stato infiammatorio latente, che sottrae energia ai processi del risveglio primaverile ed è alla base dei fenomeni allergici.
Spesso, infatti, è proprio nel mese di marzo che si avverte un calo delle forze psichiche e fisiche, questo rende deboli e più esposti ai malanni di stagione. La chiamano “sindrome del risveglio” ed è spesso la spia di un organismo debilitato, che affronta con difficoltà il passaggio alla primavera.
Nella visione psicosomatica utilizzare la fitoembrioterapia, nelle sue principali indicazioni, significa intervenire sia sul disturbo fisiologico che sulla causa che origina nella mente.
I fitoembrioestratti contengono infatti sia i principi vegetali che “l’energia vitale” della pianta.
Per evitare disturbi più seri, a causa delle scorie non drenate, ci vengono in soccorso i fitoembrioestratti di Betulla Verrucosa e Mirtillo Nero.
Il compito di liberare il corpo dalle scorie che intasano organi e tessuti, spetta alla Linfa di Betulla, un’autentica miniera di resine, flavonoidi, vitamina C, sali ed enzimi che rinnovano tutte le funzioni metaboliche. Alla Betulla è essenziale poi abbinare un buon ricostituente: l’ideale è il Mirtillo nero, che, grazie alla sua ricchezza in antociani, tonifica e rigenera circolazione e mucose.
Questi due fitoembrioestratti, utilizzati insieme, contrastano la gotta, tonificano reni ed ossa – i minerali contenuti nella Betulla ripuliscono reni e midollo da scorie e ristagni responsabili delle infiammazioni – e favoriscono il drenaggio di sangue e vasi.
Gli antiossidanti presenti nel mirtillo rinforzano inoltre retina e capillari oculari, prevenendo i cali di vista.
Un altro ottimo alleato è il Ribes nero .
Il Ribes nero promuove la depurazione del sangue, stimolando l’eliminazione delle tossine dall’organismo accumulate con l’alimentazione, contrastando la formazione di colesterolo cattivo, soprattutto quando estratto dai semi e utilizzato in forma oleosa.
Il Ribes nero rappresenta una valida alternativa al cortisone, perché agisce stimolando la corteccia surrenale a secernere cortisolo ematico naturale, che inibisce i processi infiammatori senza produrre gli effetti dannosi del cortisone farmacologico (ulcere gastriche, iperglicemia, ritenzione idrica e ipertensione) contrastando infiammazioni articolari, reumatismi e artrosi.
In caso di allergie primaverili, si può potenziare la sua attività, associandolo a Rosmarino e Ginepro dalla forte attività detossinante del fegato.
Ma, in primavera, affinché ci si apra al nuovo e alla fioritura, anche la mente va ripulita e rigenerata.
Per questo è possibile utilizzare sia fitoembrioestratti che fiori di Bach.
Il fitoembrioestratto di Betulla Pubescente, drenante e depurativo profondo del terreno acido, ad esempio, simbolicamente, a livello mentale, aiuta ad eliminare anche il rimugino di pensieri acidi.
Mentre tra i Fiori di Bach, Agrimony, l’agrimonia, fiore della maschera, aiuta a liberarsi da ciò che ostacola l’emergere della propria identità, atteggiamento resposabile spesso di sovrappeso e uso di farmaci per silenziare l’inquietudine dell’anima.
Rock Water, l’acqua dei fiori di Bach, scioglie le rigidità, permettendo il fluire del piacere, della gioia e del rinnovamento.
Ma andiamo ad esaminare l’attività di alcune piante utilizzate sia come fiori di Bach che come fitoembrioestratti.
È molto affascinante vedere come l’identità di alcuni fiori può affiancarsi all’identità delle stesse piante utilizzate come fitormbrioestratti.
Il Melo, Crab Apple,
utilizzato come fiore di Bach, libera da pensieri ossessivi di paura, sporco o contaminazione.
Il soggetto Crab Apple ha un forte bisogno di detossificarsi anche da sé stesso e rifiorire, ripulito e nuovo.
Come fitoembrioestratto il Melo risulta essere di grande aiuto nel Risveglio, nella presa di coscienza. È un forte antiossidante a favore del sistema endocrino e della fertilità.
quando utilizzato come fiore di Bach, libera e alleggerisce la mente da pensieri ricorrenti o addirittura ossessivi.
È un fiore che dona pace.
Anche come fitoembrioestratto è una pianta che “alleggerisce”. Sostiene la circolazione venosa, contrastando la sensazione di gambe pesanti, “senza riposo”. Simbolicamente, aiuta ad “avanzare” nella vita facendo tesoro delle esperienze vissute.
è il fiore di Bach che permette il passaggio alla luce, a momenti nuovi, al cambiamento dopo periodi di buio.
Non a caso, la forma del gheriglio di noce, ricorda sia l’intestino che il cervello, quindi il collegamento basso-alto, buio-luce, le energie yin e yang.
Quando utilizzato come fitoembrioestratto, lavora sia sul “radicamento” parte bassa, intestino, che in superficie, pelle, organo di comunicazione verso l’esterno. Aiuta quindi a “cambiare pelle” e risolvere somatizzazioni a carico degli organi di scambio e rinnovamento: gli organi emuntori.
La Rosa canina, Wild Rose,
rappresenta la delicatezza, il silenzio, la riservatezza, la gioia di vivere.
A marzo Wild Rose agisce come una sorta di stimolante “floreale” del corpo e della mente. Può essere di grande giovamento a chi si sente stanco e avverte cali di pressione, diminuzione dell’appetito, dell’entusiasmo e della vitalità.
Il rimedio aiuta a rimettere in moto il metabolismo e riaccende l’interesse per la vita. Wild Rose si dimostra inoltre un ottimo supporto per le persone anziane poco reattive agli stimoli esterni, e può essere efficacemente associato a qualunque altra terapia.
La Rosa canina, ricchissima di vitamina C e flavonoidi dalle proprietà astringenti, antinfiammatorie e antistaminiche, utilizzata come fitoembrioestratto, risulta utile nelle allergie alimentari, per modulare le difese immunitarie, sfiammare l’intestino e favorire il drenaggio.
Le tossine nel soggetto allergico secondo la visione psicosomatica
Sempre secondo la visione psicosomatica, le allergie, specie quelle legate alla primavera e ai pollini, potrebbero essere la conseguenza del vivere in un contesto emotivo-affettivo che minaccia di soffocare l’identità, l’impulso e la spontaneità della persona. In questi casi il sistema immunitario, che dell’identità psicosomatica è il garante, chiude le porte all’invasione delle “tossine relazionali” scatenando una crisi che “allontana” dal mondo esterno.
Metaforicamente, “liberare dal carico tossico” questi soggetti, risulta di fondamentale importanza nella gestione della “risposta allergica” come risposta e risorsa, e nel contrastare lo stato “infiammatorio” generato.
Dovremmo tenere sempre ben presente infine, che trattenere un’emozione, un impulso, la tendenza a fare una certa cosa, si manifestano attraverso cambi di durata e intensità del respiro e della frequenza cardiaca: essi sono a loro volta collegati con uno squilibrio del sistema di drenaggio del corpo. Il corpo traduce con il sintomo, e con lo squilibrio appunto, una vita vissuta in maniera insoddisfacente.
La stagione primaverile accompagna naturalmente la fioritura, o meglio, l’impulso di far sbocciare il fiore unico che è in noi, nel nostro seme, che siamo chiamati ad essere, spontaneamente, senza fatica o forzature.
“Divieni ciò che sei”
F. Nietzschei