Depressione post partum cos’è e come si gestisce

11 Settembre, 2023
Tempo di lettura: 9 minuti

La nascita di un bambino viene solitamente narrata come un momento di gioia, soprattutto per le mamme. Ciò nonostante, la nascita è di fatto un evento significativo che modifica la vita di una donna aumentandone la responsabilità. Questo passaggio è sancito in molte culture da rituali sociali che assicurano alla donna sostegno sociale, rinforzano l’autostima e valorizzando il ruolo di madre in questa fase di cambiamento della vita. Nei giorni immediatamente successivi al lieto evento, infatti, molte neomamme vivono un misto di sensazioni tutt’altro che piacevoli. Ansia, paura, tristezza, crisi di pianto, preoccupazione, assenza di stimoli, possono venir facilmente confusi con la stanchezza fisiologica che la presenza di un neonato inevitabilmente comporta, peraltro spesso la donna tende a minimizzare il suo stato e a sottovalutare i sintomi. Poiché tutti intorno a lei sono entusiasti e felici per l’arrivo del bebè, potrebbe addirittura vergognarsi dei sentimenti che prova, fingendo una serenità che in realtà non ha: sta male e si sente sbagliata.

 

Cause della depressione post partum

Nella maggior parte dei casi, nulla di preoccupante, si tratta di una condizione fisiologica definita depressione post partum, che riguarda la maggioranza delle neomamme. Il baby blues (così viene anche chiamato questo stato dell’umore) arriva qualche giorno dopo la nascita del bambino, causato dal brusco calo di ormoni che interessa il corpo femminile dopo il parto; il momento richiama i sintomi di una forma di  depressione che solitamente viene poi superata naturalmente in breve tempo.

Non a caso, un tempo, “le donne più anziane” non lasciavano sole le puerpuere, se ne prendevano cura, le accompagnvano in questo delicato passaggio, spesso ci si trasferiva e si abitava assieme per i primi mesi. Oggi lo stile di vita e le esigenze sono cambiate. Le madri delle neomamme facilmente lavorano ancora quando diventano nonne.

E per la stessa ragione, anche il padre del bambino può essere presente solo qualche ora al giorno. La letteratura scientifica ritiene poi che vi siano alcuni vissuti che possono favorire la depressione post partum, a prescindere dalla causa ormonale, con il rischio di un aggravamento, esempio: aver sofferto di ansia o depressione durante la gravidanza o in precedenza; avere familiari che soffrono in maniera importante di tali disturbi; soffrire di sindrome premestruale o disturbo disforico premestruale; aver vissuto nei mesi immediatamente precedenti situazioni personali o familiari molto stressanti; vivere una condizione di scarso supporto familiare o sociale; difficoltà economiche; soffrire di disturbi della funzionalità tiroidea.

In questi casi la tristezza e il calo dell’umore non cessano dopo poco tempo, rischiando di evolvere in una depressione più significativa con sintomi simili a quelli della depressione vera e propria: ansia  e preoccupazione persistenti, cali dell’umore, abbattimento, perdita di interesse o del piacere nel fare qualsiasi cosa, disturbi del sonno e dell’alimentazione. Esistono poi sintomi legati in modo diretto alla maternità, come il senso d’inadeguatezza e di incapacità rispetto alle esigenze del bambino e al fatto di prendersene cura.

 

Oggi, ancor più di ieri, una figura che può rivestire un ruolo di forte supporto è l’ostetrica.

Se in passato l’ostetrica era considerata una figura importante soprattutto durante la gravidanza e al momento del parto, in questi ultimi anni si è iniziato a capire come il suo aiuto, in realtà, sia prezioso anche dopo, una volta che il bebè è nato. Questa professionista, infatti, può fornire tutta una serie di consigli relativi alla gestione delicata del periodo post partum, supportando la mamma nel prendersi cura di sé stessa e del piccolo al meglio.

Per tale ragione ci sono ospedali in alcune regioni che, dopo il parto, offrono alle donne la possibilità di richiedere le dimissioni protette, di ricevere cioè un’assistenza ostetrica a domicilio nei giorni successivi al lieto evento.  Indipendentemente dalle dimissioni protette, però,  qualsiasi neomamma può affidarsi a un’ostetrica nel post parto, rivolgendosi a consultori o seguendo la strada del regime privato, una scelta che vale la pena fare per diverse ragioni.

L’ostetrica nel post parto è sempre pronta a dare una mano e a intervenire in caso di difficoltà ed emergenze. Ma il suo ruolo va oltre il sostegno meramente pratico. Si tratta di una figura significativa anche dal punto di vista psicologico, quando le prime settimane di vita del bambino, per quanto meravigliose, possono essere destabilizzanti. Tutto si traduce in alcuni semplici bisogni della neomamma: di una parola, di ricevere conforto, incoraggiamento, di essere abbracciata, di sentirsi dire che è brava e che andrà tutto bene.

È fondamentale comunque che un professionista della salute, o qualcuno vicino, aiuti a rendere consapevole la puerpuera della transitorietà del problema e del fatto che a volte questa forma di depressione può essere una tappa naturale nella vita di una donna. L’attenzione non dovrebbe trascurare anche un diverso tipo di depressione, quella che può colpire non solo la madre, ma entrambi i genitori. Naturalmente, qui non si intende il fisiologico e transitorio squilibrio che la relazione vive nei primi tempi dalla nascita del figlio, ma la crisi che può condurre i due partner  a vivere costantemente in un palpabile nervosismo. Il problema principale di questa forma di  depressione  è la frustrazione affettiva ed erotica, la perdita della dimensione di coppia: è nato il figlio e la coppia di innamorati rischia di morire. Niente di più sbagliato.

Il segreto per uscirne è tornare a fare squadra, stare uniti, non perdersi ma prendersi dei momenti in cui dialogare per individuare le cause del malessere e ristabilire una buona situazione. Mantenere un forte legame con il partner, anche a livello intimo, aiuta la donna a non sentirsi fagocitata esclusivamente dal ruolo di madre. Spesso, all’origine di una depressione post partum, troviamo infatti due fattori: il perfezionismo e la tendenza di alcune donne a viversi solo ed esclusivamente come madri.

 

Il perfezionismo

Il perfezionismo materno ha a che vedere con un supposto bisogno di controllo assoluto sul bambino e su tutte le incombenze a lui necessarie. Questo rischia di produrre pensieri ossessivi sulla propria adeguatezza al nuovo ruolo, che inevitabilmente sfoceranno nell’idea di non potercela fare, di non essere all’altezza, di essere una cattiva madre. La colpa è del modello ideale e irraggiungibile che la neomamma ha in mente, non certo delle sue vere capacità. Mai sottovalutare che riposare bene è importante. La presenza di un neonato fa saltare i ritmi del sonno e dei pasti, e la mamma non può pensare di fare tutto da sola. Infatti, quando il livello energetico si abbassa oltre una certa soglia, che è diversa da soggetto a soggetto, la depressione si innesca, in modo a volte lieve, a volte marcato, ma sempre con una deflessione dell’umore in modo tale da influenzare, almeno in parte, le attività quotidiane. È come se le energie vitali fossero svanite e la persona, la mamma in questo caso, davanti ad impegni come l’occuparsi dei bambini, della casa, della famiglia, non si sentisse in grado di affrontarli, cadendo in uno stato di prostrazione. Le  energie  vengono costantemente reintegrate grazie a due principali apporti, il cibo e il riposo, perciò, affinché la neomamma recuperi le forze, è fondamentale il ruolo e la collaborazione del partner.

 

Il femminile

Il secondo fattore, anche questo legato al tema delle aspettative, consiste in un annullamento più o meno consapevole di tutte le prerogative del femminile a vantaggio della funzione materna. Il primo ambito che viene trascurato è in genere la sfera erotica (greco:  erotikos, da eros amore), e questo ha un’incidenza diretta sull’insorgenza degli aspetti depressivi, in qualche caso la trascuratezza riguarda l’ambito delle relazioni in genere.

Pochi però sanno che c’è un altro fattore fondamentale che entra nel bilancio energetico dell’individuo: il piacere.

Ci sono azioni, e sono le migliori, che più ci fanno spendere energie, più ci mettono nella condizione ideale per recuperarle. Le azioni piacevoli, quelle che suscitano passione, le azioni che aspettiamo magari come un’oasi di gioia in una giornata difficile, da una parte consumano energie, dall’altra però restituiscono sensazioni fondamentali: un momento di piacere attiva nel cervello ormoni e mediatori chimici che aumentano l’appetito, predispongono a un buon sonno, fanno sentire in pace con se stessi.

 

La consapevolezza come soluzione

La combinazione di questi due fattori crea un cortocircuito interno alla donna di cui la depressione costituisce l’aspetto più evidente, il sintomo. Sotto, c’è il rapporto con se stessa, con la propria femminilità a 360 gradi. Prendere consapevolezza di queste tendenze comportamentali è il primo scudo contro la depressione post partum, che non arriva per dare il tormento ma per far evolvere e superare ogni modello di donna e di mamma, perché c’è un solo modo di esserlo, il proprio!

 

Alimentazione e prevenzione della depressione post partum

Una dieta sana ed equilibrata, con alimenti ricchi di acidi grassi buoni omega 3 6 9 (si trovano nel pesce, nelle alghe e in molte altri cibi come noci, semi di lino, olio EVO) e povera di sostanze eccitanti come alcool e caffè, è l’ideale per mantenere l’umore sopra la soglia di pericolo.

Può essere un piacevole aiuto anche qualche quadretto di cioccolato fondente, considerato alimento funzionale poiché ricco di triptofano, che agisce sulla sintesi di melatonina e serotonina (neurotrasmettitore legato all’umore). Consapevoli degli effetti collaterali dei farmaci antidepressivi, se cerchiamo un aiuto, meglio considerare favorevolmente la medicina naturale, soprattutto se la mamma sta allattando, circostanza che richiede una particolare attenzione.  È utile ricordare, a questo proposito, che la depressione post-partum può essere curata anche con l’aiuto dell’Omeopatia, i medicinali omeopatici non hanno controindicazioni per l’allattamento. I rimedi più utilizzati in questo contesto sono China, Sepia, Phophoricum acidum e Aurum metallicum. I dati incoraggianti che mostra l’approccio omeopatico in questo settore suggeriscono l’ipotesi, utile oltrechè opportuna, di discutere protocolli di intervento di medicina integrata tra specialisti.

 

L’importanza dell’integrazione

Uno studio recente indica che un basso livello di  vitamina D  potrebbe rappresentare un rischio di esposizione alla  depressione perinatale.

Fare scorta di vitamina D stando all’aria aperta e al sole aiuta il corpo a produrla da solo, ma in certi casi è bene aumentarne il dosaggio tramite integratori di qualità, di comoda assunzione, anche spray, che si trovano facilmente in commercio. Anche il probiotico contrasta i sintomi di ansia e depressione post-partum. Alcuni studi hanno mostrato una correlazione tra l’assunzione di alcuni probiotici e il miglioramento dei disturbi dell’umore: a questo proposito è stato recentemente coniato il termine “psicobiotici”L’effetto biologico positivo del probiotico sembra essere imputabile alla sua azione positiva sulla produzione di serotonina. Grazie all’azione diretta sul sistema nervoso, anche il magnesio organico aiuta a combattere l’ansia e lo stress. È quindi utilizzato spesso nelle terapie antidepressive e  consigliato come integratore in momenti  particolarmente difficili, come il periodo post parto.

 

L’oligoterapia nella gestione della depressione post partum

L’oligoterapia è una marcia in più per la cura del nostro organismo. Gli oligoelementi sono sempre più consigliati e utilizzati per gli effetti benefici. Intervengono come catalizzatori in una determinata reazione biochimica, sono quindi indispensabili per un corretto svolgersi delle reazioni chimiche all’interno del nostro organismo e quindi del metabolismo umano. Le mamme che allattano, hanno spesso la necessità di questo tipo d’integrazione, soprattutto quando l’alimentazione è poco corretta, monotematica e l’organismo necessita di sostegno. Abbiamo la possibilità di assumerli singoli o come mix già assemblati che semplificano di molto l’intervento nelle varie problematiche, è una fonte importante fra i rimedi naturali, tuttavia gli oligoelementi non dovrebbero essere considerati come un trattamento unico per la depressione post parto ma ottimi quando associati alla fitoterapia, al comportamento alimentare e allo stile di vita.

Gli oligoelementi più consigliati

Zinco: lo zinco è coinvolto nella regolazione delle funzioni cerebrali e può influenzare l’umore e il comportamento. Alcune ricerche hanno suggerito una connessione tra bassi livelli di zinco e la depressione post parto.

Tuttavia, sono necessarie ulteriori indagini per confermare questa relazione.

Magnesio: il magnesio è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e può avere un effetto calmante. Bassi livelli di magnesio possono contribuire all’ansia e alla depressione. Anche l’assunzione di magnesio oligoelemento, potrebbe essere considerata come parte di un approccio di gestione della depressione post parto, ma sempre sotto la supervisione di un professionista della salute.

Ferro: la carenza di ferro è comune durante la gravidanza e il post parto. La carenza di ferro può portare a sintomi di stanchezza, irritabilità e umore depresso, che possono aggravare la depressione post parto.

Selenio: il selenio è un minerale antiossidante che può influenzare la funzione tiroidea. Bassi livelli di selenio sono stati associati a disturbi dell’umore, compresa la depressione.

Rame: la carenza di rame può influenzare la produzione di dopamina e noradrenalina, due neurotrasmettitori collegati all’umore. Tuttavia, l’eccesso di rame può essere dannoso, quindi è importante mantenere un equilibrio appropriato.

Iodio: la carenza di iodio può influire sulla funzione tiroidea, che a sua volta può influenzare l’umore. Durante la gravidanza e il post parto, i livelli di iodio possono variare, quindi è importante monitorare la sua assunzione.

 

Madre Natura si occupa di tutti i suoi figli, anche delle mamme

Per quanto riguarda i rimedi fitoterapici, i fitoembrioestratti, con attività psicosomatica, sono i più adatti ad essere considerati. Privi di effetti collaterali ed esenti da interazioni, possono essere utilizzati in gravidanza e durante l’allattamento. I fitoembrioestratti più indicati nella sfera psico-fisico-sessuale sono quelli di Betulla Pubescente, Quercia e SequoiaSi possono unire ad oligoelementi e a preparazioni personalizzate di Fiori di Bach.

Fiori di Bach nel trattamento della depressione post partum.

Gorse è il fiore di chi si fa prendere dalla disperazione e dalla rinuncia, perché, sfinito, non vede vie d’uscita.

Larch è il fiore dell’autostima, aiuta a non scoraggiarsi per la paura di non essere all’altezza del nuovo ruolo.

Olive supporta nella stanchezza fisica aiutando a recuperare le forze.

Red Chestnut aiuta la mamma a non investire tutte le energie unicamente sul bebè, con eccessiva apprensione, ma ad occuparsi anche di sé stessa e delle proprie esigenze.

Rock Water aiuta ad essere più flessibili con se stessi e con gli altri, a non vivere nell’aspettativa e nell’idea di perfezionismo, ma a concedersi momenti di pausa e piacere lasciando scorrere naturalmente le cose.

 

Passeggiare nella natura contribuisce a migliorare il benessere durante la depressione post parto

Anche le passeggiate nella natura possono essere parte di un approccio olistico e contribuire a migliorare il benessere durante la depressione post parto. Passare del tempo all’aperto e immersi nella natura può contribuire a ridurre lo stress e l’ansia, che spesso sono i primi sintomi di questa forma di depressione, e lo si può fare tranquillamente anche con passeggino e carrozzina a beneficio di sé stessi e del bebè. Le passeggiate sono un modo per fare un po’ di esercizio fisico leggero, respirare profondamente, tutte azioni che contribuiscono a migliorare il tono dell’umore e l’energia; l’esposizione alla luce del sole può influenzare positivamente il ritmo circadiano e migliorare la produzione di serotonina, la natura, inoltre, offre un ambiente tranquillo e rilassante, che può favorire la riflessione e il rilassamento.

“Mettere al mondo un bambino è un’esperienza talmente profonda e misteriosa che da sola riesce a dare alle donne una conoscenza sufficiente della verità.”

Banana Yoshimoto

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