Vita, salute e la notte di San Silvestro

31 Dicembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Siamo arrivati alla fine dell’anno, alla famosa notte di San Silvestro. Una notte particolare, di passaggio da un anno all’altro. Una notte carica di aspettative, speranze, desideri, ipotetici grandi cambiamenti, scaramanzie di ogni tipo: dallo slip rosso o comunque qualcosa di rosso da indossare alle lenticchie, dal brindisi a mezzanotte ai chicchi d’uva da mangiare entro il finire dei rintocchi della mezzanotte.

Ma il rito che io preferisco, e che consiglio a chiunque, è quello della scelta di cosa/chi portare nel nuovo anno e cosa/chi lasciare nel vecchio.

È importante perché, per fare una scelta del genere, ognuno di noi, seppure in un periodo di estrema frenesia, deve trovare del tempo per fermarsi, isolarsi e guardarsi. Atto questo difficilissimo per quanto siamo perennemente proiettati verso l’esterno.

È fondamentale isolarsi per poter analizzare l’anno passato, le cose successe, le cose fatte però partendo da noi. Cosa vogliamo davvero? Cosa ci fa stare bene? Cosa abbiamo fatto contro voglia o per far piacere (o non far dispiacere) a qualcun altro, rinnegando di fatto noi stessi? Quante volte ci siamo traditi? Quante volte e con chi non abbiamo saputo mettere un limite? A chi abbiamo permesso di trattarci male? Per chi abbiamo calpestato la nostra dignità?

In un episodio di Harry Potter, Albus Silente spiega ad Harry che lo specchio di fronte al quale stanno è lo specchio dei desideri o delle brame: solo chi è veramente se stesso, specchiandosi non vede altro che sé.

L’ultimo dell’anno ognuno di noi dovrebbe fermarsi e guardarsi nello specchio domandandosi: cosa voglio davvero in questo nuovo anno? In questo, non da questo nuovo anno.

Perché non sarà mai un nuovo anno a darci qualcosa di nuovo, di bello, di diverso, né a toglierci qualcosa che ci fa male se non sappiano neanche noi cosa desideriamo davvero, cosa vogliamo. Ma per noi, non per gli altri. E neanche perché così fan tutti ed è giusto che sia.

Siamo noi a dover capire, dopo esserci guardati senza disperderci nel mondo esterno, tra mille cose da fare, cosa o chi vogliamo portare nel nuovo anni.

Ma, cosa ancora più importante, cosa o chi vogliamo lasciare nell’anno vecchio.

Perché se non lasciamo tutto ciò che ci fa male, che ci rallenta, che ci trattiene, che ci impedisce di essere davvero noi stessi in modo coerente, non possiamo aprirci a ciò che desideriamo. Perché abbiamo le mani occupate a tenere ciò che ci fa male e non possiamo prendere ciò che invece ci fa bene.

Non è facile, lo so, lasciare delle abitudini che ben conosciamo. Anche se sappiamo che fanno male, le conosciamo e conosciamo bene le conseguenze. Invece, lasciarle andare per fare qualcosa di diverso, di nuovo… fa paura. Molta paura. Come ogni rito di passaggio.

Ma la notte di San Silvestro è particolare: perché è una notte nella quale tutti alziamo gli occhi al cielo, brindiamo e siamo pieni di aspettative, dì sogni. Non è un rito personale – come può essere il compleanno – ma collettivo. Ed i riti collettivi sono potenti, perché mettono in risonanza tante persone, creando energie molto più forti.

Sfruttiamo quest’energia e iniziamo a guardarci davvero dentro, guardarci dentro quello specchio, e decidere cosa o chi lasciare andare per poter davvero aprirci al nuovo nel nuovo anno.

La vita e la salute sono frutto del movimento – coerente-, del cambiamento, della coerenza tra testa, cuore e pancia. Dell’adattamento.

Ma soprattutto, sono figlie della vera conoscenza di noi stessi e non delle aspettative che il nostro piccolo mondo ha su di noi.

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