“La prevenzione delle malattie deve diventare il principale obiettivo di ogni medico.“
Henry E. Sigerist
Nel giro di pochi giorni sale a 9 il numero delle vittime da virus West Nile in Italia. La preoccupazione si sta diffondendo ed è comprensibile.
Sono in totale 89 i contagiati dal virus West Nile in 31 province italiane, confermati e notificati dall’Istituto Superiore di Sanità ISS.
Non è comunque il caso di creare allarmismi.
I dati relativi alla febbre West Nile in Italia quest’anno sono in linea con quelli dell’anno scorso, con un aumento dei casi rispetto allo stesso periodo, ma con una distribuzione simile nelle diverse regioni.
Si prevede che ampie zone d’Italia dovranno imparare a fare i conti con questo patogeno anche nei prossimi anni, dal momento che è considerata una malattia endemica in Italia. La West Nile è endemica, infatti, in vaste zone della Pianura Padana, tra Emilia-Romagna e Veneto, in Lombardia e in Toscana.
Nel Lazio era stata segnalata, sporadicamente, solo nell’avifauna e tra i cavalli, ugualmente in Campania.
Il virus può diffondersi ovunque le condizioni climatiche permettano l’incontro tra uccelli e zanzare e il riscaldamento globale sta aiutando la sua espansione.
In Europa negli ultimi anni i focolai più intensi si sono registrati in Italia, Grecia e Spagna. Il nostro Paese, complici i cambiamenti climatici, non è più immune alle infezioni emergenti. Casi di arbovirosi – malattie virali trasmesse da zanzare – sono in costante aumento e non sono più casi legati a viaggi e/o migrazioni.
West Nile desease
La febbre West Nile, West Nile Fever, è una malattia trasmessa dalle zanzare, più frequentemente del tipo Culex, a uccelli, cavalli e uomini, provocata dal virus West Nile, Wnv, un virus della famiglia dei Flaviviridae.
Le zanzare acquisiscono il virus del Nilo occidentale quando pungono uccelli infetti, quindi lo trasmettono alle persone e agli animali con le loro punture.
Quindi questo virus è presente in molte specie di uccelli, anche se molti uccelli infetti sono asintomatici, ma altri, in particolare corvi e ghiandaie, si ammalano e muoiono rappresentando quindi un indicatore di possibile malattia in un’area. I cavalli infettati dal virus West Nile possono ammalarsi e morire.
La presenza di casi equini è un buon indicatore della trasmissione del virus West Nile in una località.
Questo virus fu isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile, da cui prende il nome.
Il virus si è poi diffuso in Africa, Medio Oriente, India ed Indonesia, Europa, Russia, Australia e America, isole dei Caraibi, non in Alaska.
Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza, con il parto o l’allattamento.
La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche i mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti e conigli.
Quindi uomo e cavallo non trasmettono il virus e non costituiscono alcun rischio per la Comunità.
Sintomi dell’infezione da virus del Nilo occidentale
Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.
I sintomi più frequenti sono piuttosto generici e difficili da distinguere da un’influenza stagionale. La maggior parte delle persone (4 su 5) con infezione da virus del Nilo occidentale è asintomatica.
Circa 1 su 5 sviluppa sintomi di gravità variabile come febbre associata ad altri sintomi quali mal di testa, dolori generalizzati, dolori articolari, vomito, diarrea o eruzioni cutanee. La maggior parte delle persone con febbre tipica e mialgia guarisce completamente, ma la stanchezza e la debolezza possono durare per settimane o mesi.
Circa 1 paziente su 150 sviluppa una forma neuro-invasiva, con grave coinvolgimento del sistema nervoso centrale, come encefalite (infezione cerebrale), meningite (infezione dei tessuti che rivestono il cervello e il midollo spinale) o debolezza e paralisi.
La sintomatologia dovuta all’infezione del sistema nervoso centrale include febbre alta, mal di testa, rigidità nucale, stupor, disorientamento, coma, tremori, convulsioni, debolezza muscolare, perdita della vista, intorpidimento e paralisi.
Si può verificare anche una paralisi flaccida acuta (PFA), clinicamente e patologicamente identica a quella della poliomielite, con danno delle cellule dei corni anteriori. La paralisi flaccida acuta da virus West Nile può verificarsi senza febbre o apparente prodromo virale e spesso si presenta come una paresi o una paralisi isolate agli arti e può progredire fino alla paralisi respiratoria che richiede la ventilazione meccanica.
Gli anziani e i pazienti affetti da patologie croniche, come il diabete, l’ipertensione arteriosa, malati oncologici o soggetti con sistema immunitario compromesso sono più inclini a sviluppare la malattia in forma grave.
In circa 1 paziente su 10 con grave coinvolgimento del sistema nervoso centrale si verifica il decesso.
Diagnosi dell’infezione da virus del Nilo occidentale
Per diagnosticare l’infezione da virus del Nilo occidentale, si eseguono esami del sangue o una puntura lombare per ricercare gli anticorpi contro il virus con test di laboratorio Elisa o Immunofluorescenza.
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Test sierologici
Per formulare la diagnosi l’infezione viene diagnosticata dalla presenza di anticorpi IgM specifici del virus West Nile nel siero. Questi anticorpi sono di solito rilevabili da 3 a 8 giorni dopo l’insorgenza della malattia e persistono da 30 a 90 giorni.
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Puntura lombare
Nelle persone che presentano sintomi di meningite, viene eseguita una puntura lombare (rachicentesi) per ottenere un campione del liquido cerebrospinale (il liquido che scorre attraverso i tessuti che rivestono il cervello e il midollo spinale). Il campione di liquido cerebrospinale viene inviato a un laboratorio per essere analizzato alla ricerca degli anticorpi specifici IgM del virus del Nilo occidentale. I medici possono avvalersi della reazione a catena della polimerasi con trascrittasi inversa RT-PCR, per produrre molte copie del materiale genetico del virus. Questa tecnica consente ai medici di identificare il virus rapidamente e in modo accurato.
Non esiste un trattamento specifico per l’infezione da virus del Nilo occidentale. Il trattamento dell’infezione da virus del Nilo occidentale comprende le cure di supporto solite per le infezioni di tipo virali.
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Riposo
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Somministrazione di liquidi per prevenire la disidratazione
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Paracetamolo per alleviare la febbre e il dolore, o sostanze ad azione antipiretica e antinfiammatoria
La maggior parte dei contagiati da virus del Nilo occidentale non necessitano di trattamento, ma quelli che sviluppano infezioni del cervello o del midollo spinale richiedono un attento monitoraggio e terapie di supporto, ove necessario anche la ventilazione meccanica.
Misure di contenimento
A tutela della Salute Pubblica, le regioni dove sono stati identificati i contagi hanno adottato un approccio One Health per fronteggiare questo virus, il cui ciclo biologico coinvolge uomo-animali-zanzare. Sono state tempestivamente attivate tutte le componenti del Sistema Sanitario Regionale: Aziende Sanitarie Locali, attraverso medici e veterinari, Istituto Zooprofilattico regionale, Centro Regionale Sangue, Centro Regionale Trapianti e i Comuni, perché solo attraverso un nuovo paradigma che preveda un approccio integrato di tipo One Health, salute unica – ambiente – uomo – animale, è possibile contrastare la circolazione di questo virus e prevenire le infezioni con misure di controllo, contenimento e prevenzione nei confronti delle zanzare che lo veicolano.
In particolare,
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ai Comuni nei quali si sono verificati i casi, è richiesto di organizzare e attuare tempestivamente campagne di disinfestazione nei confronti delle zanzare e vettori alati attraverso interventi larvicidi e adulticidi, secondo i criteri stabiliti dal PNA (Piano Nazionale Arbovirosi).
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le trasfusioni: contrariamente a quanto emerso in alcune ricostruzioni stampa, non è stato imposto nessuno stop alle donazioni dovuto alla diffusione del West Nile Virus. Nelle 31 province dove è stato rilevato il virus ogni sacca di sangue raccolta viene sottoposta ad un apposito test, il cosiddetto test NAT (Nucleic Acid Test) WNV, che rivela tracce del materiale genetico del virus e che permette quindi di intercettarlo anche in donatori apparentemente asintomatici. Le Regioni possono poi decidere, pur non vigendo alcun obbligo, di adottare i test NAT anche in territori dove non è stata rilevata la presenza del virus.
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In tutte le regioni vige la sospensione temporanea di 28 giorni per quei donatori che hanno sostato, anche solo per una notte, nelle province infettate.
Prevenzione
Per l’uomo non esiste un vaccino per prevenire l’infezione da virus del Nilo occidentale. È disponibile un vaccino per gli equini.
Evitare le punture di zanzara è la chiave per prevenire l’infezione da virus del Nilo occidentale. Quindi è bene adottare le seguenti precauzioni:
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Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi nelle aree geografiche interessate, soprattutto all’alba e al tramonto;
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Alloggiare in luoghi che dispongono di impianti di condizionamento dell’aria o di zanzariere alle porte e alle finestre per impedire l’ingresso delle zanzare;
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Utilizzare forti repellenti per insetti sulle superfici cutanee esposte, con ingredienti come la DEET dietiltoluamide o altre sostanze attive anche di origine naturale, approvate e verificate;
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Svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante;
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cambiare frequentemente l’acqua nelle ciotole dei propri animali domestici;
Per i bambini sono consigliate le seguenti precauzioni:
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Non utilizzare un repellente per insetti per neonati di età inferiore ai 2 mesi, ma adatto all’età;
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Non utilizzare prodotti contenenti olio di eucalipto citrato (para-mentano-diolo) per bambini di età inferiore a 3 anni;
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Vestire i bambini con abiti che coprano le braccia e le gambe o coprire la culla, il passeggino o il marsupio con zanzariere;
- Tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono in uso;
- Non applicare un repellente per insetti sulle mani, gli occhi, la bocca o una ferita, né sulla cute irritata.
L’invito, valido per tutti e a tutte l’età, è quindi di adottare tutte le misure di prevenzione per evitare la puntura delle zanzare portatrici del virus e contattare il proprio medico in presenza di uno stato febbrile superiore ai 38 gradi.
Credit Photo: NIAID