“Sono felice, mi va tutto bene, la salute, la testa, anche i miei pensieri sempre contorti sembrano divincolarsi e diventare lineari.
I soldi, le banche, tutto per ora sembra procedere in discesa.
Mia moglie è bellissima, anche i miei figli sono bellissimi, non potrei desiderare di meglio”.
Ma, (e c’è sempre quell’odioso Ma), da tempo, ora ricordo, c’è una afflizione dell’anima che appare e scompare, comincia al mattino insieme alla sveglia puntata, mi lascia bere il caffè, radermi, profumarmi. Ma è sempre lì.
Poi in macchina emerge forte e sottile, sarà il traffico, penso, con l’agenda aperta sull’altro sedile, e il cell che miagola già.
Ansia ha detto il mio medico di base, “assuma queste, leggere benzodiazepine, non danno sonnolenza, la prenda appena alzato. Vedrà, poi mi dice”.
“Che faccio, mi impasticco? Meglio aspettare, anzi ora vado in farmacia e mi faccio consigliare da Mariangela”.
Mariangela sorride ogni volta che mi vede, dolce nel suo camice bianco e lo stemma rosso sul petto, come le medicine che offre, con leggerezza ed enfasi.
Sa di Omeopatia come di chimica spinta, gira tra le creme per viso e corpo, alle flebo di Tadenam, all’Homeos 42, con estrema disinvoltura. Molto professionale.
Le parlo della mia Ansia, del respiro frequente, della tachicardia, la voglia di fare tutto in fretta, concludere, stringere, chiudere, non perdere mai tempo.
Le dico: “Venga a prendere un caffè dottoressa, è qui di fronte”.
Accetta, la farmacia è piena, ma ci sono gli altri colleghi, e la titolare non c’è.
Non è la giornata giusta, fa freddo e tutto grigio, e già mi pento dell’invito, ho fretta, devo andare.
“Pensi, dottoressa, che a volte vorrei aver già finito prima di cominciare, qualsiasi cosa, in realtà non mi godo nulla, sono qui, e penso già a quello che devo fare tra poco.
No, non prendo caffè, non più di uno (bugiardo), meglio un orzo in tazza grande, e devo sempre stare attento ai dolci, mi mandano di corsa al bagno con coliche terribili soprattutto al mattino”.
Tre minuti dopo riprendo la macchina in doppia fila, e via al primo appuntamento, sono un rappresentante di materiale edile, molti clienti nell’agenda, sette da visitare solo questa mattina.
“Maledetto caffè d’orzo, senti che bruciore di stomaco, ora prendo subito una compressina da 20mg che passa”. Il dolore arriva sempre all’improvviso, come una scheggia alla bocca dello stomaco, un ago, bruciante.
Squilla il cellulare è Mariangela, dice che stava pensando a me e mi proponeva una cura omeopatica a base di Argentum nitricum capsule scalari 6K-MK, una al risveglio da sciogliere in bocca a digiuno, sono 30 numerate, e non bisogna sbagliare la sequenza.
“Sì, sono per l’ansia”. “Ok, va bene domani passò a prenderle. Ah vanno ordinate ok allora aspetto, mi richiama lei, grazie”.
Siamo alla fine della cura omeopatica, siamo alla fine dell’ansia, siamo alla fine delle mille corse in auto, siamo arrivati a vivere il presente come giusto che sia. E noi con lui.