Qual era il suo passato, quali i suoi amori di un tempo, cosa ha fatto, perché finirono? Fu lasciato, ha lasciato, ha sofferto, e per quanto tempo? E se ora si fanno ancora vive? Gli telefonano? Lo ricordano, lo salutano in sms, sono ancora presenti? E soprattutto le mancano, lui le pensa, chi sono, dove sono?
Si ripeteva: ”Le ex sono come i Samurai, non si arrendono mai”. Tutto cominciò lentamente, (perché lui è bello), come serpe nello stomaco, che sale dalla testa e scende fino al cuore. Cresceva ogni giorno di più, comprimendo l’anima e offuscando con il suo veleno di serpente, (Lachesis), il sangue.
L’occasione? Fu una email che non doveva leggere, una implosione irreale e muta. “Non posso crederci”. Disse. Eppure è lì la mail, ed è lui, e questo è il suo pc rimasto acceso, maledetto, che scrive a una sua antica amata, e si duole della sua assenza, scomparsa. Una delle sue stramaledette ex. Decise di tacere. Di aspettare, di controllarlo passo passo nelle sue giornate.
“Eri occupato, a telefono? Con chi?”
E allora provava con tecniche ora goffe, ora raffinate di sapere, di farlo parlare. Usava racconti immaginari o reali, frasi a metà, giri di parole, esempi, racconti a doppio senso, insinuante, si riferiva, chiedeva e non chiedeva, pronta a tacere. Ma lui impassibile, con superficialità e con fermezza rispondeva, “sono cose mie, del mio passato, non hanno peso tra noi”. Ma non le bastava e soffriva, si macerava in sospetti e incubi. Mirava al suo cellulare, riuscire a poterlo avere tra le mani, per guardare dentro telefonate ricevute e inviate.
Ci riuscì una volta sola, alzandosi in piena notte, col cuore in gola e la testa che batteva. Lesse numeri, messaggi incomprensibili, molti cancellati. Un fallimento puerile. Infine, una sera stremata, pose la sua testa tra le sue mani, sconfitta, pianse piano piano un oceano, per sfogare la sua… infinita… Gelosia. Lui disse stufo: perché piangi?”. Questo è il sentimento, la Gelosia, così è il suo nome. Sentimento simile ad una malattia profonda, che è capace di causare sintomi somatici per nulla trascurabili.
Così descrive l’Omeopatia il soggetto affetto: vampate improvvise di rossore al viso, sudorazione, ansia, nervosismo, depressione, eccitazione sessuale, desiderio di bere alcool, vino, aperitivi. Aumento di peso pur alimentandosi pochissimo. Difficoltà nella digestione, stipsi, capillari agli arti inferiori gonfi e violacei, lividi spontanei agli arti, sensazione di addome teso, e soprattutto voglia di parlare di continuo, di sfogarsi verbalmente con un interlocutore, anche uno qualsiasi. Oppure qualcuno a cui confidarsi liberamente: un uomo di chiesa, un maestro yoga, una chiromante? “Sì, potrei trovarne giovamento”.
Mentre il cagnolino bianco e spumeggiante al guinzaglio, meticolosamente tenuto, le tiene compagnia nei pomeriggi da sola perchè lui è a lavoro… mentre lei passeggia in uscite solitarie per uno shopping senza desideri, con la mente sempre lì… mentre con il cellulare caldo in mano aspetta la telefonata di lui che dice di amarla come il primo giorno. Sospettosa: “non ti credo, tu mi tradisci”. La Gelosia, un veleno sanguigno che non trova antidoto. Ma la Medicina Omeopatica ha il suo farmaco: Lachesis. Con il farmaco Lachesis, il sentimento lentamente si scioglie, si ritira indolente, scompare lasciando il soggetto libero di ritrovarsi e di ritrovare nel partner, nel fratello, nell’amico, la fiducia di sempre, di sempre. Come agisce? Riporta sicurezza emotiva nell’individuo, forza nella propria bellezza e nelle proprie capacità, bagliore nell’aurea dorata che, come un anello, ci circonda.
Il fisico immediatamente accompagna l’anima ritrovata, i sintomi regrediscono come l’onda di risacca che si ritira dalla spiaggia.
Le diluizioni di Lachesis? Il Medico dell’Omeopatia prescriverà: dalle basse alle alte diluizioni. 7-9-15-30CH una dose a settimana a digiuno al risveglio. A seguire la 30-200-MK-XMK. 2 mesi di cura. Aggiungo Holly, un di Fiore di Bach.
Un mese dopo
Ora è tra le braccia di lui tra piccoli baci sul collo, e sugli occhi, serena, e avverte il suo abbraccio che sente finalmente solido e puro, perché lui l’ama, e senza passato…
“Ma che profumo ti sei messo oggi, hai un profumo diverso, mmhhh… non importa”.
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