La bibbia di Hahnemann era nuovamente scomparsa.
Il medico tedesco: – E’ stata quell’incapace della nuova cameriera. L’avevo affidata a lei e, adesso, quella sciocca donna non ricorda più dove l’ha messa.-
Melanie: – Non ti preoccupare, io ho la persona giusta per ritrovarla: Heinrich Schliemann!-
Hahnemann, esterrefatto:- Cosa può fare lo scopritore dei resti di Troia?-
Melanie:- Se ha ritrovato Troia, troverà anche la tua bibbia!-
In quel momento la casa fu scossa da un boato assordante.
Arrivò la cameriera spaventata e urlante:- Schliemann ha fatto crollare il muro della sala!-
I coniugi Hahnemann si precipitarono e trovarono il famoso archeologo intento a sferrare formidabili colpi di piccone contro quel che restava della parete.
Hahnemann, sconvolto:- Perché mi state distruggendo la casa?-
Schliemann si asciugò il sudore dalla fronte e disse: – Si potrebbe dire che il piccone e la pala per gli scavi di Troia e delle tombe regali di Micene furono già forgiati e affilati nel piccolo villaggio tedesco dove ho passato otto anni della mia prima giovinezza. –
Il medico tedesco: – Dovete cercare la mia bibbia e non tombe regali.-
Schliemann: – Fino al più lontano futuro viaggiatori di tutti i continenti affluiranno nella capitale greca per ammirarli e studiarli.-
Hahnemann rivolto alla moglie:- E’ pazzo o soltanto idiota?-
Melanie spiegò: – Non ti sente perché è sordo. Soffre di otomastoidite cronica e all’orecchio sinistro gli è stato riscontrato un colesteatoma. Puoi curarlo?-
Hahnemann: – Se riesco a prendergli il piccone che tiene in mano, lo curo a modo mio!-
In quel momento passò davanti a loro la moglie di Schliemann adornata di sfavillanti gioielli.
Hahnemann:- Questi sono i gioielli che ho regalato a mia moglie. –
L’archeologo: – E’ il tesoro di Priamo!-
Hahnemann afferrò con le sue mani il collo di Schliemann:- Questi gioielli mi appartengono e li rivoglio indietro!-
I due, avvinghiati l’uno all’altro, ruzzolarono a terra. Il pavimento, indebolito dalle precedenti picconate, crollò sotto di loro e i due precipitarono in cantina. In mezzo a una nube di polvere, si udì la voce di Schliemann:- Ho guardato fisso negli occhi Agamennone.–
Melanie togliendosi pezzi di calcinacci dai capelli si precipitò a vedere cos’era accaduto. Trovò il marito arrampicato su un armadio nel tentativo di sfuggire a Schliemann che, vestito come un antico guerriero greco, lo minacciava con la spada.
Hahnemann implorò la moglie:- Vai a prendere un tubulo di Tellurium e dallo all’archeologo, così gli migliora l’udito e capisce che lui non è Agamennone ed io non sono un nemico troiano. Intanto cerco di tenerlo buono recitandogli passi dell’Iliade. “Cantami, o Diva, del Pelide Achille l’ira funesta…Aiò, che male la punta della spada nel mio fondoschiena! …che infiniti addusse lutti agli Achei, …aiò, basta pietà, fermatevi herr Schliemann, vi prego, o non riuscirò più a sedermi per dei mesi!…molte anzi tempo all’Orco….Ahi! maledetto archeologo…. incapace ed inetto…generose travolse alme d’eroi, e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò…io invece ti darò in pasto ai maiali,…Ahi!…appena riuscirò a scendere da qua.-