Natale, le undici di sera. Hahnemann, sapendo che Melanie lo stava aspettando in camera da letto, sbuffò indispettito: – Le sembra questa l’ora giusta per farsi visitare? –
Marilyn Monroe: – Se avessi rispettato tutte le regole, non sarei arrivata da nessuna parte.
Hahnemann: – Sa in quale giorno dell’anno siamo?-
Marilyn: – “Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.”-
Hahnemann la osservò bene. La donna, un’attrice vestita con una camicetta candida, un paio di pantaloni bianchi e un nastro rosso tra i capelli, mostrava un atteggiamento un po’ strano. Giocherellava con gli oggetti, camminava ancheggiando, squittiva, si succhiava il pollice e annusava i fiori come se aspirasse tabacco. Alternava momenti di dolce timidezza, ad altri in cui si mostrava nervosa e sgarbata. Era un miscuglio di ambiguità. Poi, improvvisamente, scoppiò a piangere.
– Va bene, venga nel mio studio.- Disse Hahnemann, precedendola, mentre leggeva la lettera di presentazione vicino al lume di una candela accesa.
Norma Jeane, vero nome dell’attrice, soffriva di depressione, aveva avuto due aborti di cui uno spontaneo; aveva anche problemi di alcolismo.
Hahnemann: – Cosa la rende infelice?-
Marylin: – Non sono stata abituata alla felicità: è qualcosa che non ho mai dato per scontato, ma pensavo che sarebbe arrivata con il matrimonio.-
Hahnemann, continuando a leggere la lettera: – Il primo matrimonio è fallito perché lei era troppo giovane. Mi parli del secondo, quello con Joe Di Maggio.
– Marilyn: – Dal mio matrimonio speravo di ricavare amore, calore, affetto e comprensione. Invece è stata una relazione basata sulla freddezza e sull’indifferenza.-
Hahnemann: – Cosa mi dice di quello con Arthur Miller? –
Marilyn: – È un uomo brillante e uno scrittore meraviglioso, ma credo sia meglio come scrittore che come marito.-
Hahnemann: – Qua c’è scritto che lei abita a Hollywood. –
Marilyn: – E’ un posto dove ti pagano mille dollari per un bacio e cinquanta centesimi per la tua anima. –
Hahnemann, per la prima volta, alzò lo sguardo dal foglio e, guardando la donna, per poco non gli pigliò un colpo. Marilyn era supina sul tappeto, nuda.
Hahnemann: – Perché si è spogliata?-
Marilyn: – La notte mi vesto solo di Chanel N. 5…-
Hahnemann, a mani giunte, percorrendo con lo sguardo schiena e glutei dell’attrice: – Lei è una stella!-
Marilyn, girandosi verso di lui: – Non basta andare a letto per diventare una star… Ci vuole di più, molto di più. Però aiuta. –
Hahnemann, avvicinando, con mano tremante, una boccetta piena di liquido all’attrice: – Actea racemosa, 10 gocce al giorno. Adesso cosa intende fare?-
Marilyn: – Il sesso fa parte della natura, e io seguo la natura.-
Hahnemann: – Io sono un uomo sposato.-
Marilyn: – I mariti non sono mai amanti così meravigliosi come quando stanno tradendo la moglie.-
Marilyn Monroe e Actea racemosa.
Donna depressa, lamentosa, sfortunata ed inquieta; grande volubilità d’umore con facili passaggi dalla esuberante gioia alle lacrime fino a raggiungere la disperazione più cupa. Chi meglio di Marilyn corrisponde alle caratteristiche psicologiche di Actea racemosa?
Le causalità del rimedio le ritroviamo già alla nascita di Marilyn, quando il suo vero padre non volle riconoscerla e la madre, Gladys, affidò Norma Jeane, vero nome della Monroe, ad una povera coppia che, per denaro, prendeva bambini in affido. Senza dubbio Marilyn deve avere avuto un notevole shock emotivo quando, ritornata a vivere con la madre, la vide portata via di forza per essere ricoverata in un istituto psichiatrico. E Marilyn, di traumi emotivi deve avere avuto parecchi in orfanotrofio. In quanto agli amori infelici, ci sono tre matrimoni falliti di cui il primo con un vicino di casa, James Dougherty, avvenuto quando lei aveva soli sedici anni, poi tutta una serie di relazioni sentimentali, anch’esse finite male. Probabilmente per tutti questi motivi Marilyn si diede all’alcol. Sicuramente entrambe le gravidanze terminate in altrettanti aborti aggravarono la sua già precaria instabilità nervosa.
Tutto queste situazioni crearono, secondo coloro che la conobbero una donna, Marilyn, con poca stima di sé, ma in possesso di un lato aggressivo, molto più intelligente ed infelice di quanto possa far pensare l’immagine che il cinema diede poi di lei: molto simile al rimedio Actea racemosa.
ACTEA RACEMOSA Descrizione.
Cimicifuga racemosa, è una pianta velenosa appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee. Contiene estrogeni, acteina, alcaloidi.
Azione generale.
Si esplica su:
- sistema genitale femminile (iperestrogenismo),
- sistema muscolare (artromialgia)
- sistema nervoso (spasmi – cefalea – dolori).
Tipologia sensibile: Fasi di eccitazione caratterizzate da loquacità, irrequietezza, eccitabilità e fasi di depressione con tristezza, malinconia, sfiducia. Alternanza di disturbi fisici e psichici. Freddolosità.
Generalità
Modalità:
< durante le mestruazioni con il freddo e l’umidità
> con il caldo (salvo la cefalea che > fresco), mangiando
Lateralità: sinistra
Sintomi caratteristici
Sintomi genitali:
- dismenorrea proporzionale al flusso (sempre spossante)
- disturbi del ritmo mestruale
- dolori che attraversano il bacino e irradiano alle cosce.
Sintomi artro-muscolari:
- dolori acuti, folgoranti, erratici
- contratture dolorose cervicali
- sensibilità di tutta la colonna vertebrale (in particolare dorsale)
- impossibilità a sdraiarsi sul dorso
- falso angor, dolore infiammatorio sinistro
Sintomi neurologici:
- cefalea occipitale che irradia agli occhi
- senso di torpore e annebbiamento
- loquacità eccessiva
Terapia: 5/7 CH per i sintomi generali. 30/200 CH quando sono presenti le caratteristiche mentali del rimedio.
3 commenti
GIORGIO CLAUDIO GAMBARINI
grazie, era un po’ di tempo che non leggevo più degli “incontri impossibili” correlati di notizie biografiche del personaggio. ben fatti e stimolanti!
Generiamosalute
Le siamo grati per il suo apprezzamento, nella rubrica dedicata ne troverà molti altri.
giovanni faperdue
Interessante!
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