Una colica renale per un bonifico

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Detesto i panini in tutte le loro forme anche se farciti nel migliore e saporito dei modi.
Li detesto, divorati in bar, tavole calde, rosticcerie, paninoteche, in piedi davanti a una bottiglietta di succo, o seduti al freddo a quei tavolini rotondi di metallo lucido.
Niente di più  triste, niente di più  anonimo.
Spesso siamo lì  in attesa di un appuntamento a seguire, avvocato, medico, notaio, banca.
Siamo lì  in attesa perchè  arrivi l’ora presta delle 14,30-15,00, l’ora dei primi appuntamenti, facendo passare il tempo, senza pensieri sereni né  rilassati, il dopo.
A seguire il solito caffè  due-sorsi, e il conto da pochi euro.

No, questa non è qualità di vita, questa è “l’arrangio”, davanti al tv del bar acceso sulla guerra, dove ad ogni morso di panino corrisponde un inviato di guerra che ti parla di eccidi e popoli in fuga.
Certo prima  “lo bisinesse”, poi il resto, prima il grano, poi il resto: famiglia, salute, svaghi, relax, pace tra i popoli.
No sono indignato, quasi offeso, ma c’è poco da dire perché sono io quello che sto lì col paninazzo scaldato e schiacciato a piadina e lo stomaco chiuso.

Sono in attesa dell’incontro dove finalmente mi dovranno saldare tutte le fatture emesse, rimandate, sbagliate, non arrivate, rinviate, in tutti questi mesi.
Il mio interlocutore è un famoso  “osso duro”, braccia cortissime e con una difficoltà innata nell’emettere bonifici, o assegni.
Portone in legno massiccio, targa in ottone e campanello soft. Suono e mi apre una piccola non gradevole segretaria mezza età.

“Permesso?”.
Mi fa cenno di accomodarmi, con il suo telefonino in mano e testa bassa.
“Questo  è  il totale che le devo, controlli”.
Faccio cenno di sì, manca qualcosa ma il grosso c’è tutto.
“Ecco le faccio un bonifico istantaneo”.
Digita rapidamente al cellulare, e pochi secondi mi appare l’avviso della transazione andata a buon fine. Incredibile.
“Ma cos’ha oggi si sente poco bene ? Chiedo.  “Ha un aspetto, mi scusi…. terribile”.
Mi risponde a bassa voce:  “Si ho da stamattina una violenta colica renale qui tutto a destra, con dolori che mi tolgono il respiro, come una lancia infuocata conficcata nel fianco. Ho già preso tre buscopan e un voltaren e con pochi risultati a quanto pare.
Ora esco con lei, corro dal mio urologo.
Signora Marcella mi chiami un taxi, subito, per favore”.

Usciamo insieme, appoggiandosi a me scendiamo nell’ampio portone dello stabile.
Bari 32 è già al portone puntuale.
“Si faccia portare all’ospedaleeee….”.

Torno al bar precedente, chiudere sempre un cerchio, così mi ha insegnato il mio maestro yoga, cioè ritornare sempre da dove si è partiti, se tutto è andato come doveva andare.
E quindi mi riseggo allo stesso tavolino per ordinare lo stesso panino già più vecchio di prima, ma più buono di prima.
Apro il web, digito colica renale e farmaci omeopatici. Quelli che utilizzo io da anni.
Si apre un mondo.
Cito testualmente dopo una supervisione accurata:

 

Lascio al medico omeopata la scelta per la cura necessaria, solo lui può  farlo, ma intanto di farmaci omeopatici per le coliche renali, non sembrano mancare!

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