Redazione

Contrastare l’Alzheimer con una vita sana

Contro il Morbo non esistono farmaci miracolosi o soluzioni valide per tutti i casi. L'unica strada è cercare di prevenirne l'insorgenza grazie a abitudini salutari e stabilità emotiva. In tutto ciò l'Omeopatia può avere un ruolo importante.
9 Dicembre, 2019
Tempo di lettura: 2 minuti

La demenza di Alzheimer è una piaga senile che può trasformare la vita in un inferno. La routine quotidiana di un anziano colpito dal morbo, col tempo diventa sempre più difficile, costellata da perdite di memoria, difficoltà a correlare i pensieri alle parole, incapacità di riconoscere persone e luoghi familiari. Una condizione drammaticamente invalidante che colpisce 500mila persone solo in Italia, più di 25 milioni nel mondo. 

Ad oggi la Scienza non ha saputo opporre alcuna valida difesa contro questo terribile nemico. Già solo arrivare a una diagnosi certa è molto difficile. La certezza medica si può raggiungere solo con un’autopsia, attraverso l’individuazione di placche formatesi nel cervello. I test che vengono normalmente effettuati, quindi, sono di tipo funzionale. Il medico sottopone il paziente a una lunga serie di esami con lo scopo di valutare l’attenzione, la comprensione degli avvenimenti, le capacità mnemoniche.

Quand’anche si sia arrivati alla giusta diagnosi, farmaci che siano in grado di far regredire la demenza portata dall’Alzheimer, allo stato attuale non esistono. Una sconfitta così eclatante da aver indotto la Pfizer, una delle multinazionali farmaceutiche più grandi al mondo, ad abbandonare del tutto la ricerca di nuove terapie per indirizzare altrove le proprie risorse. Le terapie farmacologiche che vengono oggi utilizzate puntano su principi attivi che funzionano come inibitori dell’acetilcolinesterasi, l’enzima che distrugge l’acetilcolina, il neurotrasmettitore carente nel cervello dei malati di Alzheimer. Ma questo tipo di approccio non può fare altro che rallentare, fra l’altro in modo molto contenuto, l’insorgere dei sintomi. Una volta verificatisi, il medico allopata, può unicamente, attraverso i farmaci disponibili, cercare di alleviare i sintomi, in particolare l’ansia, l’insonnia, la depressione. 

Eppure, nonostante tutto, c’è qualcosa che possiamo fare per difenderci e per difendere le persone a noi più care. Nel tempo, infatti, si è osservato che mantenere rapporti familiari stabili, legami sentimentali, una fitta rete di relazioni, e, più in generale, una vita affettiva appagante, aiuta a prevenire l’insorgere dell’Alzheimer. A conferma di ciò, nei piccoli centri abitati l’incidenza del morbo è più bassa che nei grandi agglomerati urbani, dove gli anziani non possono godere di quel senso di comunità forte che si sviluppa invece nelle realtà più piccole. Anche una corretta alimentazione e un’attività fisica regolare sembrano avere efficacia, sia in funzione preventiva che come terapia per rallentare l’insorgenza e l’aggravarsi dei sintomi.

L’Omeopatia non ha la bacchetta magica per risolvere una situazione così complessa, ma non per questo è inefficace. L’approccio omeopatico, attraverso una maggiore focalizzazione sull’individualità del paziente e dei suoi sintomi peculiari, può cercare di predisporre uno stato emotivo meno favorevole allo sviluppo del morbo, o di lenire le sofferenze del malato. Questo grazie anche all’importanza data dall’Omeopatia ai sintomi mentali dell’interessato,

Un uso intelligente e sinergico di vari approcci, rimane tutt’ora il modo migliore per prevenire e curare il morbo e godere di una qualità di vita migliore.

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