Redazione

Perché l’influenza colpisce di più gli anziani? Uno studio

Uno studio punterebbe il dito sul modulatore immunitario prostaglandina E2 e l'incidenza che ha sui macrofagi alveolari
30 Novembre, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

“Guardando la curva dell’epidemia di influenza in queste prime settimane, abbiamo un avvio sprint con casi 5 volte superiori a quelli registrati nelle stagioni pre-Covid. È probabile che quest’anno avremo un picco in anticipo, intorno alle feste di Natale, mentre di solito la punta più alta dei contagi non si aveva prima di fine anno”. Le previsioni del segretario della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti non sono incoraggianti. Come per ogni epidemia di influenza, i rischi maggiori sono per le persone anziane. Ma per quale motivo l’influenza colpisce di più gli anziani?

Perché l’influenza colpisce di più gli anziani? Uno studio

Secondo un team di ricercatori americani, la causa sarebbe un modulatore immunitario, la prostaglandina E2, che col passare degli anni andrebbe a incidere sulla salute complessiva dei polmoni, viatico principale per le infezioni da virus influenzali. A firmare lo studio, pubblicato poi su Nature Communications, sono Judy Chen, Eliza Maria Mosher e i loro team dell’Università del Michigan. A quanto pare in età avanzata diminuiscono le funzionalità dei macrofagi alveolari, che costituiscono un’efficace barriera contro virus e batteri.

L’importanza dei macrofagi alveolari e della prostaglandina E2

I macrofagi alveolari sono cellule immunitarie che si trovano negli alveoli polmonari e che sono in grado di ingoiare molti agenti patogeni, tra i quali, appunto, i virus dell’influenza. La loro riduzione di numero ha quindi un’incidenza diretta sulla vulnerabilità dei polmoni. I macrofagi potrebbero però non essere l’unico fattore rilevante: altro aspetto da considerare potrebbe essere il funzionamento della prostaglandina E2, un modulatore immunitario lipidico. Lo stesso studio sostiene infatti che con l’andare degli anni i i livelli di prostaglandina E2 nei polmoni aumentano, interferendo con la normale azione dei macrofagi polmonari.

Bloccare il recettore prostaglandina E2 migliora la resistenza all’influenza

Il team dell’Università del Michigan ha elaborato un farmaco in grado di bloccare il recettore prostaglandina E2. Dopo averlo somministrato ad alcune cavie da laboratorio, ha potuto constatare che gli animali che avevano assunto il farmaco presentavano più macrofagi alveolari e mostravano una maggiore resistenza all’influenza.

Immunità individuale

Al di là delle importanti conquiste della biomedicina, coltivare l’immunità individuale e chiedersi la causa (o meglio le cause, infatti non ce ne può ma essere una sola) della diminuzione dei macrofagi alveolari e dell’aumento dei livelli di prostaglandina E2, è sul lungo periodo un’azione  meglio tollerata dal nostro corpo.  Il nostro sistema immunitario vive di costanti stimolazioni, regolazioni, aggressioni e risposte da un numero inverosimile di agenti fisiologici o potenzialmente patologici. Lavorare sull’equilibrio del sistema con risorse e presidi naturali mirati all’individualità e peculiarità del sistema stesso, permettono, con i limiti invalicabili posti dal trascorrere degli anni, una vecchiaia in accettabile stato di salute.

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