Il Natale è ormai alle porte e milioni di italiani si apprestano a festeggiarlo in compagnia di amici, parenti e persone care. Nelle tavole abbonderanno leccornie di ogni genere, dolci e salate, accompagnate sapientemente da vini, bollicine e liquori. Per mia fortuna sono Napoletano e il nostro è senza dubbio una dei Natali più belli al Mondo se non il più bello.
Qui i cenoni delle Vigilie e i pranzi di Natale e Capodanno sono delle vere e proprie imprese pantagrueliche, e già solo i nomi delle pietanze, ricchi di onomatopee, risvegliano una fame atavica… e l’indice glicemico sale sale sale….
Partiamo dagli antipasti:
Pizza di scarole, insalata di polpo, alici marinate, salmone, zeppole fritte, pizzelle di baccalà, pizzelle di cavolfiore, broccoli di Natale, insalata di rinforzo.
I primi: spaghetti e vongole, alle olive e capperi, ai con frutti di mare, pasta al forno, cannelloni, capellini in brodo, minestra maritata.
I secondi: Pesce arrostito, al forno, capitone, baccalà fritto, seppie e piselli, frittura mista di pesce, scampi, gamberi, gamberoni, seppia imbottita, crudo di pesce, capesante al gratin, soutè di vongole, impepata di cozze.
I dolci: struffoli, roccocò, mustacciuoli, susamielli, babà, cannoli, cassata, pasta reale.
In conclusione si finisce a giocare a carte in compagnia di: noci, nocelle, fichi secchi, fichi al cioccolato, datteri, noci brasiliane, arachidi, castagne, castagne del prete, castagne spezzate, mandorle, scorzette candite e chi più ne ha più ne metta!
Carboidrati semplici e indice glicemico
Queste pietanze sono ricche di Carboidrati semplici ad elevato indice glicemico!
Sappiamo che i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) non sono costanti, ma seguono un andamento curvilineo; fasi di crescita si alternano ad altre di diminuzione, dipendenti dai pasti e dalla loro composizione. La glicemia si alza moltissimo e rapidamente quando un pasto è composto principalmente da grossi quantitativi di carboidrati semplici (ad elevato indice glicemico), mentre aumenta con gradualità se i carboidrati sono complessi ed associati a proteine, grassi e fibre.
Quanto più brusco è l’incremento della glicemia dopo un pasto, tanto maggiore è il rilascio di insulina che determina un repentino abbassamento dei livelli di glucosio a valori addirittura inferiori a quelli di partenza.
Gli effetti del picco glicemico
1) Gran parte del glucosio non viene utilizzato ma subito accumulato sotto forma di grassi nel tessuto adiposo.
2) Il ritorno troppo rapido a livelli di glicemia bassi rappresenta per l’organismo una situazione di carenza di carburante e quindi determina la sensazione di appetito, dunque l’assunzione ulteriore di cibo.
Si crea quindi una condizione paradossale: l’assunzione di un eccesso di “glucosio” ne determina il rapido sequestro in forma di deposito di grasso; la carenza di carburante che ne consegue porta, tramite lo stimolo dell’appetito, a un’ulteriore assunzione alimentare di risorse energetiche.
Giustamente mi direte: “Dottò ma mo pure a Natale c’amma sta accort’ cu ‘o magna?”
Traduzione: “Dottore ma anche a Natale dobbiamo fare la dieta?”
Risposta: keep calm and enjoy your Xmas! (Nei limiti del buon senso).
Assumere 2 misurini di fibra Psyllium in abbondante acqua 15 minuti prima dei pasti principali e 1 misurino di sali basici 15 minuti dopo.
Le proprietà e i benefici del Psyllium
I semi di psillio presentano un rivestimento ricco di mucillagini, ossia polisaccaridi appartenenti alla categoria delle fibre idrosolubili. Tali composti assorbono una gran quantità di acqua dal lume intestinale formando un gel che aumenta il volume delle feci e ne riduce la consistenza, stimolando così i movimenti intestinali e facilitando l’evacuazione.
Le mucillagini dello psillio contribuiscono anche a ridurre l’assorbimento intestinale dei grassi, con riduzione in particolare del colesterolo cattivo, senza apprezzabili modifiche dei trigliceridi e del colesterolo buono.
Inoltre, lo psillio riduce l’assorbimento intestinale degli zuccheri con conseguente effetto ipoglicemizzante.
La fibra di psyllium agisce assorbendo grandi quantità di acqua, il che rende più voluminose e morbide le feci. Questo effetto è dovuto alla presenza di mucillagini nella cuticola, e tale fibra può essere un ottimo rimedio naturale per la stitichezza occasionale e cronica. La fibra viene fermentata in modo parziale dai batteri residenti nel colon e questo aiuta a non provocare eccessivo gonfiore intestinale. La fibra di psyllium ha un’azione benefica anche sul metabolismo dei lipidi e dei carboidrati, poiché modula l’assorbimento dei nutrienti.
Lo psyllium è classificato come “formante massa”: regolarizza i movimenti peristaltici intestinali, aumenta la velocità di transito a livello del colon e migliora la defecazione evitando sforzi eccessivi. Inoltre attribuiamo a tale fibra un’azione prebiotica: aderendo alla parete della mucosa intestinale, determina il “substrato nutrizionale ideale” per una efficace azione prebiotica sulla microflora.
Lo psillio favorisce la regolarità del transito intestinale ma può essere utilizzato non solo in caso di stitichezza, ma anche in caso di diarrea.
Tale fibra infatti, allunga il tempo di transito intestinale delle feci quando è troppo breve (diarrea) e lo accorcia quando è troppo lungo (stipsi).
Può essere assunta anche durante la gravidanza e l’allattamento.
Si raccomanda di assumere la polvere di psillio sempre con abbondanti quantità di liquidi affinché le mucillaggini possano rigonfiarsi adeguatamente per non rischiare di causare costipazione.
Equilibrio acido base
I cibi di cui abbiamo parlato hanno in prevalenza un pH che va da 2 a 4,5 e possiamo definirli acidificanti. Il ruolo fondamentale per la protezione dell’equilibrio acido base è assegnato alla matrice extra cellulare o MEC.
La Matrice extra cellulare durante il giorno è in grado di assorbire le sostanze acide che poi rilascerà durante la notte, attraverso i reni e le ghiandole sudoripare.
Quando si forma un deposito eccessivo di acidi nella matrice extra cellulare, entra in gioco il sistema biochimico detto “tampone” che, se non opportunamente sostenuto dalla presenza di sali minerali, lavora oltre la propria capacità di tamponare gli acidi, favorendo così la condizione di acidosi dei tessuti e dell’organismo.
Abbassando il pH abbiamo uno stato di acidosi metabolica, che inficia negativamente sul corretto funzionamento e la velocità delle reazioni biologiche.
Tale condizione si manifesta con uno stato di malessere dovuto all’accumulo di sostanze di scarto, infiammazioni croniche, allergie, dolori ossei, osteoporosi, cefalee, stanchezza, cattivo umore, digestione difficile, affaticamento epato-biliare, affaticamento renale, abbassamento delle difese immunitarie, disbiosi intestinale,carie e altre patologie legate al dis-metabolismo.
Occhio! Questi suggerimenti hanno il solo scopo di “limitare i danni” in soggetti sani che durante le feste non hanno troppa intenzione di stare a guardare l’ago della bilancia o di preoccuparsi più di tanto se bevono un bicchiere in più. La situazione è ben diversa per tutti coloro che soffrono di cardiopatie, diabete, dislipidemie e in generale prensentano sindrome metabolica. Per queste ultime categorie è bene attenersi alle linee guida dettate dal medico o dall’Istituto Superiore di Sanità.
Buone Feste a tutti Voi!