Le patologie respiratorie nel cane e nel gatto

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30 Dicembre, 2020
Tempo di lettura: 7 minuti

Con l’arrivo della stagione invernale, l’aumento dell’umidità e la diminuzione delle temperature, l’apparato respiratorio viene messo a dura prova. Queste condizioni climatiche favoriscono infatti l’insorgenza di patologie a carico dell’apparato respiratorio anche nei nostri amici a 4 zampe.

I motivi di questo aumento di manifestazioni patologiche respiratorie risiedono in cause sia intrinseche all’apparato respiratorio, che esterne.

E’ di pubblico dominio oramai, a causa della seconda ondata pandemica di Sars-CoV-2 che sta colpendo i paesi in tutto il modo, quanto il clima rigido possa favorire la diffusione di virus respiratori.

Il Sars-CoV-2, come d’altronde i suoi cugini virus influenzali e tutti i virus respiratori, riescono infatti a diffondersi maggiormente se favoriti da condizioni esterne quali il clima freddo. Questo può essere spiegato da diversi fattori; in primis i virus respiratori riescono a proliferare meglio a temperature inferiori ai 34°, e con il freddo le mucose del naso e del rinofaringe raggiungono spesso queste condizioni. Gli sbalzi di temperatura, molto frequenti passando dall’aperto al chiuso, poi alterano i meccanismi di termoregolazione che non consentono all’organismo di adattarsi alle diverse condizioni climatiche, provocando una maggiore incidenza di patologie respiratorie. In oltre durante i mesi invernali si creano maggiori occasioni di contagio frequentando luoghi al chiuso e spesso affollati.

Altri fattori possono poi essere una cattiva alimentazione carente in vitamine ed oligoelementi che fortificano il sistema di difesa dell’organismo, ed infine, ma non di minore importanza, l’effetto fisico che il freddo esercita sule mucose nasali inibendo la motilità delle ciglia che ricoprono le cellule delle vie aeree, prima e fondamentale forma di difesa dell’apparato respiratorio.

La trasmissione delle patologie respiratorie infettive inoltre è molto facile. Basta un solo soggetto contagiato a diffondere attraverso starnuti, tosse, scolo nasale ed oculongiuntivale, il virus.

L’apparato respiratorio comprende naso, cavo orale, prosegue con faringe, laringe, trachea che si biforca nei bronchi che penetrano nei polmoni. L’aria penetra da naso e bocca ed attraversa queste vie per raggiungere i polmoni attraverso i quali avviane lo scambio gassoso con il sangue.

L’anatomia dell’apparato respiratorio e le sue funzioni non sono dissimili in cane e gatto rispetto all’uomo.

Quando una o più parti di questo apparato si ammalano assisteremo all’insorgenza di peculiari sintomi.

Tra i più frequenti ricordiamo lo scolo nasale e gli starnuti, la tosse e la difficoltà respiratoria, detta dispnea. Questi sintomi possono essere segnale di diversi problemi a carico di diversi segmenti dell’albero respiratorio, o anche a carico di altri organi ed apparati.

Vediamo adesso nello specifico le diverse manifestazioni sintomatologiche respiratorie.

SCOLO NASALE

È sempre segno di un infiammazione a carico delle mucose del naso; può essere liquido e trasparente o più denso, fino a contenere tracce di sangue. Se si presenta da una sola narice può essere causato da corpi estranei, ulcere, traumi. Quando è bilaterale, ovvero interessa entrambe le fosse nasali, è probabilmente causato da una patologia sistemica, come un’infezione batterica, micotica o virale. Anche in corso di condizioni esterne all’apparato respiratorio si può avere uno scolo nasale, come ad esempio in diverse condizioni metaboliche, o nella leishmaniosi canina. Lo scolo nasale può essere accompagnato da sternuti più o meno frequenti, che servono proprio a liberarsi dall’eccessivo contenuto di muco nelle narici o da eventuali corpi estranei.  Per avere una diagnosi che individui la patologia che causa lo scolo nasale, oltre alla visita clinica possono essere utili esami ematochimici, esame dell’escreato nasale, radiografie effettuate in sedazione, ma l’esame principe per la valutazione delle cavità nasali resta la rinoscopia che va effettuata da specialisti del settore. La rinoscopia, oltre a consentire la diagnosi visiva, può avere anche azione terapeutica; in caso di presenza di corpi estranei o masse occupanti spazio infatti, con la seduta endoscopica si può procedere alla loro asportazione.

STARNUTI

Lo starnuto ( o sternuto) è per definizione un atto riflesso respiratorio, che consiste in una profonda inspirazione seguita da una rapida espirazione attraverso le vie nasali. Il rumore è più o meno intenso in base al volume  della colonna d’aria che va ad urtare contro le fauci e le coane; è una manifestazione di una reazione di difesa della mucosa nasale a diversi stimoli diretti o indiretti, provenienti da regioni vicine (cute del naso, congiuntiva). Gli stimoli che provocano un accesso di starnuti possono essere di natura tattile o chimica o, nel caso della congiuntiva, il tessuto che riveste la parte esterna dell’occhio ed i suoi annessi, anche fisica, come ad esempio l’esposizione dell’occhio, specie se infiammato, a una luce intensa. Le cause dello starnuto sono quindi molteplici e spaziano dall’infiammazione delle mucose nasali, ai corpi estranei, all’accumulo di muco. Come per lo scolo nasale occorre una visita dal medico veterinario e se dopo adeguata terapia medica non si ha un miglioramento dei sintomi, vanno considerate le stesse opzioni diagnostiche dello scolo nasale, quindi esami ematochimici, eventuali radiografie in sedazione e rinoscopia.

TOSSE

La tosse è un brusco atto respiratorio causato da un riflesso irritativo, ed è caratterizzata dalla violenta emissione dell’aria inspirata. La tosse ha la funzione di liberare la gola e le prime vie respiratorie da corpi estranei, muco, secrezioni. Il riflesso della tosse è quindi un adattamento difensivo, un po’ come lo starnuto, ma se inizia a manifestarsi più volte durante il giorno e per parecchi giorni, è il caso che Fido e Micia facciano un giro dal loro veterinario curante.

Le cause della tosse possono infatti essere molteplici; dall’ infiammazione ed irritazione delle alte vie respiratorie, all’infiammazione dei polmoni, ma anche per la presenza di parassiti intestinali che compiono migrazioni nell’organismo durante la loro permanenza, fino alle cause cardiovascolari.

Inoltre sono numerosissimi i virus e batteri in grado di provocare infiammazione tracheobronchiale e polmonare, sia nel cane che nel gatto.

Nel cane, ad esempio, abbiamo una tipica malattia respiratoria chiamata “tosse dei canili” in quanto si manifesta più frequentemente in contesti affollati, come sono infatti purtroppo molto spesso i ricoveri per cani abbandonati. La tosse dei canili è una patologia respiratoria sostenuta da alcuni microorganismi tra i quali virus come l’adenovirus ed il virus dell’influenza canina, herpesvirus, nonché batteri come la bordetella bronchiseptica, lo pseudomonas, la klebsiella, i micoplasmi. La tosse dei canili decorre nella maggior parte dei casi in modo benigno ed in alcuni anche autolimitanti. Tuttavia in molti pazienti canini l’infiammazione della trachea e l’irritazione locale sono in grado di scatenare una tosse davvero insistente che può portare anche a conati di vomito e rigurgiti di muco, che richiede pertanto l’intervento di un veterinario.

Per il nostro felino di casa invece è tipica l’infezione respiratoria così detta “rinotracheite infettiva” del gatto. Anche questa è un’infezione multifattoriale, sostenuta da alcuni virus quali il calicivirus, l’herpes virus, ed una componente batterica, ovvero la clamidia e la bordetella bronchiseptica. La malattia si manifesta con segni infiammatori di gola, occhi, scolo oculo-congiuntivale e nasale, afte ed ulcere nel cavo orale, congiuntivite, tosse, e spesso si associa ad altri disturbi, anche generali, soprattutto nei gatti immunodepressi, anziani o nei cuccioli molto giovani. In questi pazienti è opportuna la consultazione di un medico veterinario in quanto i sintomi respiratori a livello bronchiale possono rapidamente trasformarsi in polmoniti, ed anche perché molto spesso i pazienti affetti da questi sintomi, hanno grossa difficoltà ad alimentarsi e vanno incontro rapidamente a deplezione delle loro energie con conseguente prostrazione e peggioramento di tutto il quadro sintomatologico.

Sia nel cane che nel gatto condizioni di immunodepressione, malnutrizione, età estreme rappresentano fattori di rischio che possono complicare le suddette sindromi respiratorie.

DISPNEA

La dispnea è un tipo di respirazione difficoltosa nella quale il paziente non riesce o ha l’impressione di non riuscire a respirare. Alcuni autori definiscono la dispnea una respirazione inadeguata o disordinata. In medicina veterinaria è sempre un sintomo da non sottovalutare poichè le cause di dispnea risiedono molto spesso in patologie importanti e pertanto il cane o il gatto con dispnea va subito portato dal veterinario. Il proprietario si accorge che il suo pet ha difficoltà respiratoria poiché durante l’atto respiratorio, a causa dello sforzo eccessivo, gonfia anche l’addome, oppure nei casi più gravi resta immobile con la testa estesa sul collo e la bocca socchiusa, proprio per cercare di assumere quanta più aria possibile. E’ quindi impossibile non accorgersi che il proprio amico a 4 zampe presenti dispnea. i motivi sono multifattoriali e spaziano da cause intrinseche all’apparato respiratorio o esterne; tra quelle intrinseche si annoverano patologie infettive batteriche, virali e micotiche a carico delle alte ma soprattutto basse vie aeree, c’è spesso un coinvolgimento dei polmoni che, riempitisi di muco o liquidi, non riescono ad espandersi a sufficienza. Dobbiamo immaginare il tessuto funzionale dei polmoni come composto da tanti acini d’uva ripieni di aria, gli alveoli. Questi durante l’espirazione si svuotano e durante l’inspirazione si riempiono di aria, consentendo li scambi gassosi attraverso la complessa rete vascolare alveolare. Quando questi acini d’uva si riempiono di secrezioni a causa di un’infiammazione, compare la dispnea. Altre cause di dispnea in medicina veterinaria sono le patologie allergiche quali l’asma, molto diffusa nel gatto, i traumi importanti con rottura del diaframma e spostamento dei visceri addominali in torace, come nell’ernia diaframmatica, o anche le contusioni polmonari con emorragie o collasso; anche le cardiopatie scompensate possono  causare dispnea, come anche il versamento addominale che comporta un aumento della pressione intra-addominale con conseguente riduzione della compliance respiratoria e della capacità di espansione. La diagnosi di dispnea è soprattutto clinica e va indagata anche con esami radiografici del torace che vanno fatti sempre dopo aver stabilizzato il paziente, in modo da non rappresentare una fonte di stress che aggrava la sintomatologia. Lo stress, infatti, conseguente alla fame d’aria, può risultare fatale e animali molto spaventati o ansiosi, che possono peggiorare più rapidamente. I pazienti dispnoici vanno infatti manipolati, trasportati e visitati con molta cautela per evitare il loro repentino peggioramento. In umana la dispnea è associata anche ad attacchi di panico che possono dare l’impressione al paziente di non riuscire a respirare. Anche in medicina veterinaria questo può accadere e pertanto va sempre valutata l’ossigenazione periferica dei tessuti attraverso l’utilizzo di un saturimetro. Se la percentuale di ossigeno è nei range della norma è probabile che non vi sia una causa organica, quanto meno pericolosa per la vita del paziente, e che la difficoltà espiratoria sia causata dall’ansia e dal panico. In tutti i casi di difficoltà respiratoria è quindi bene condurre rapidamente a visita il vostro amico a con la coda.

COME PREVENIRE LE PATOLOGIE RESPIRATORIE DEI NOSTRI AMICI A 4 ZAMPE

Il miglior modo per prevenire le patologie respiratorie di origine infettiva è quello di modulare il sistema immunitario dei nostri amici in modo che possa essere competente in caso di infezione. Questo si può fare attraverso vari accorgimenti quali una corretta alimentazione, stile di vita salubre, evitare gli sbalzi di temperatura repentini ed aiutare le cellule del sistema immunitario attraverso la somministrazione di integratori alimentari e fitoterapici che ne stimolino e modulino il funzionamento. La prevenzione passa sicuramente dalla visita presso il vostro veterinario di fiducia che saprà consigliare quali esami eventualmente effettuare. Ad esempio in molte zone endemiche può risultare utile eseguire periodicamente un esame coprologico completo con ricerca di alcuni parassiti in grado di provocare patologie respiratorie; oppure degli esami del sangue specifici, in base alla sintomatologia del paziente. Discorso a parte va fatto poi per le razze canine e feline predisposte a patologie respiratorie, ovvero le razze così dette brachicefale, quali ad esempio cani bulldog o gatti persiani, nelle quali la conformazione di narici, fosse nasali e palato molle, predispongono all’insorgenza di gravi sindromi respiratorie. In questi casi è bene consultare uno specialista che possa stadiare questo tipo di malformazioni congenite ed eventualmente intervenire su quelle più gravi.

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