Di recente Silvana, 49 anni, ha sofferto di un leggero aumento della pressione sanguigna (150/95mmHG), frequenza cardiaca a 90bpm, mal di testa muscolo tensivo, ansietà, insonnia.
Si trovava in un momento non facile, sia dal punto di vista emotivo (stress, impegni, susseguirsi di eventi negativi, angoscia), sia dal punto di vista ormonale (premenopausa per il momento senza vampate).
Il medico le prescrive le seguenti indagini:
- Emocromo completo
- Emogasanalisi
- Elettroliti
- ECG
- Ecocardiogramma
- Profilo lipidico.
I valori risultano essere tutti nella norma ma, alla luce dei valori pressori, il medico le prescrive comunque un ace inibitore, che Silvana è restia ad assumere quindi convogliamo la scelta su due rimedi di elezione:
- Oligoelementi Mn-Co; 1 fiala al mattino prima di colazione per le prime due settimane, poi a giorni alterni fino al 90esimo giorno
- Biancospino fitoembrioestratto; 10 gocce a metà mattina e 10 prima di dormire per le prime due settimane poi solo la sera fino al 90esimo giorno.
Aggiungiamo 10 minuti di meditazione al mattino e alla sera.
Silvana segue già una dieta piuttosto equilibrata, pertanto la lasciamo invariata.
Nei primi 10 giorni la pressione resta stabilmente alta, Silvana inizia a perdere le speranze, la esorto a continuare cosicchè dal 14esimo giorno inizia a calare fino a raggiungere valori ottimali (130/80) e frequenza 70.
Ipertensione e oligoterapia: l’associazione Manganese Cobalto
In Oligoterapia il cobalto in forma catalitica ha un’azione tranquillante, ipotensiva, antispasmodica e vasodilatatrice sul sistema nervoso autonomo.
L’associazione Manganese-Cobalto corrisponde alla Diatesi III di Mènètrier ed è usato come regolatore del sistema neurovegetativo.
Tutte le volte che avremo disturbi articolari, cardiovascolari, circolatori, digestivi, distonie epigastriche ed addominali, ulcere allo stomaco e al duodeno, coliti spastiche, insonnia, ansia, disturbi dell’umore, alterazioni del metabolismo, astenia, mal di testa, troveremo in questo rimedio un valido aiuto.
Quello che rende affascinante l’associazione Mn-Co e allo stesso tempo calzante nel caso di Silvana, è la sua azione antispastica e rilassante sul sistema simpatico, ovvero la componente del sistema nervoso autonomo che regola le funzioni dei nostri organi nei momenti di “emergenza”, “paura”, “sopravvivenza”, “stress”.
Ipertensione e fitoembrioestratto di Biancospino
Il biancospino agisce dilatando i vasi sanguigni, in particolare quelli coronarici, diminuendo la resistenza dei vasi. Il risultato è una riduzione della pressione arteriosa e un miglioramento dell’insufficienza cardiaca grazie a:
- Effetto inotropo positivo: aumento della contrattilità miocardica.
- Effetto dromotropo positivo: aumento della velocità di conduzione degli impulsi.
- Effetto batmotropo negativo: riduzione dell’eccitabilità cardiaca.
- Effetto cronotropo negativo: riduzione della frequenza cardiaca.
Cos’è l’ipertensione arteriosa?
L’ipertensione arteriosa è un disturbo della pressione sanguigna caratterizzato da un suo valore a riposo più alto rispetto a valori fisiologici normali.
È una delle patologie più diffuse nei Paesi industrializzati e colpisce circa il 20% degli adulti: per questo motivo oggi rappresenta uno dei maggiori disturbi clinici.
In generale, la pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue circolante sulle pareti delle arterie a seguito delle contrazioni del cuore. La pressione del sangue è variabile nel tempo e la sua potenza dipende dalla quantità di sangue da fornire ai vari organi e tessuti. Il corpo umano è in grado di eseguire aggiustamenti dei valori della pressione arteriosa nel giro di pochi secondi, attraverso una complessa interazione tra sistema nervoso centrale, ormoni e altre sostanze prodotte a livello del sistema nervoso periferico.
Si definisce ipertesa una persona i cui valori di pressione misurati in un ambulatorio medico sono uguali o superiori a 140 mmHg di pressione massima o sistolica (quella successiva alla contrazione del cuore, o sistole cardiaca, con l’ingresso del sangue nel sistema arterioso) e/o uguali o superiori a 90 mmHg di pressione minima o diastolica (il valore di pressione nelle arterie appena dopo la contrazione cardiaca).
Si parla di pre-ipertensione quando la pressione sistolica si assesta tra i 135 e i 140 mmHg e la diastolica tra gli 85 e gli 89 mmHg.
Quali sono i sintomi dell’ipertensione?
L’aumento dei valori pressori non sempre si accompagna alla comparsa di sintomi, specie se avviene in modo non improvviso: l’organismo si abitua progressivamente ai valori sempre un po’ più alti, e non manda segnali al paziente. Per questo, molte delle persone affette da ipertensione non lamentano sintomi, anche in presenza di valori pressori molto elevati.
In ogni caso, i sintomi legati all’ipertensione arteriosa non sono specifici, e per questo sono spesso sottovalutati o imputati a condizioni diverse. Tra i sintomi più comuni rientrano:
Mal di testa, specie al mattino
Stordimento e vertigini
Ronzii nelle orecchie (acufeni, tinniti)
Alterazioni della vista (visione nera, o presenza di puntini luminosi davanti agli occhi)
Perdite di sangue dal naso (epistassi)
Cause dell’ipertensione
- Familiarità.
- Età: la pressione arteriosa aumenta con l’avanzare dell’età, per effetto dei cambiamenti che si verificano a carico dei vasi arteriosi (invecchiando, diventano più rigidi).
- Sovrappeso e obesità.
- Diabete.
- Fumo: il fumo di sigaretta altera acutamente i valori di pressione arteriosa (dopo aver fumato, la pressione resta più alta per circa mezz’ora); a questo, si associano i danni cronici che il fumo induce sui vasi arteriosi (perdita di elasticità, danno alle pareti vascolari, predisposizione alla formazione di placche aterosclerotiche).
- Disequilibrio di sodio e potassio: mangiare cibi troppo salati ed, in generale, una dieta troppo ricca di sodio o troppo povera di potassio, possono contribuire a determinare l’ipertensione arteriosa.
- Alcool: un consumo eccessivo di alcoolici (più di un bicchiere al giorno per le donne, due per gli uomini) può contribuire all’innalzamento dei valori pressori, oltre che danneggiare il cuore (che, per effetto del troppo alcool, tende a dilatarsi e a perdere la sua funzione di pompa, con gravi conseguenze su tutto l’organismo).
- Stress: lo stress (fisico ed emotivo) contribuisce al mantenimento di valori di pressione più alti.
- Sedentarietà: non possiamo affermare che la sedentarietà faccia aumentare la pressione arteriosa; è certo, tuttavia, che l’attività fisica moderata e costante (mantenendo attivo l’organismo e favorendo il controllo del peso) contribuisca a ridurre i valori pressori e a migliorare le prestazioni fisiche (l’allenamento aumenta progressivamente la capacità di tollerare gli sforzi).
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