Redazione

L’ansia per la guerra dopo quella per la pandemia

Dopo anni di Covid-19 la guerra in Ucraina prospetta un nuovo periodo difficile. Come affrontarlo?
8 Marzo, 2022
Tempo di lettura: 2 minuti

Stress, ansia, paura. Le notizie che ci arrivano ogni giorno dal fronte della guerra fra Russia e Ucraina hanno pesanti ripercussioni sul nostro stato psicologico, e non potrebbe essere diversamente. La preoccupazione per noi stessi, quando ad esempio sentiamo di attacchi alle centrali nucleari, si mescola al senso di colpa e d’impotenza verso coloro che patiscono sofferenze indicibili, sotto il fuoco nemico o ammassati nelle gallerie della metro. Foto di madri in fuga con bambini piccoli tra le braccia, o di persone anziane costrette a superare fiumi ghiacciati a piedi scalzi, nel pieno dell’inverno nella steppa.

L’ansia per la guerra dopo quella per la pandemia

Pensavamo, forse, dopo due anni di pandemia di poterci affacciare verso un periodo lieto, o per lo meno sereno, ma ci sbagliavamo. Arriviamo alla primavera 2022 sfibrati da 2 anni molto duri, e con uno peggiore all’orizzonte. Se anche il nostro dolore non è paragonabile a quello dei civili ucraini, non vuol dire che non dobbiamo occuparcene, per quanto sia nelle nostre possibilità. Lo ribadisce la psicologa americana Wendy Rice, intervistata dalla CNN. Non farai bene a te stesso né a nessun altro se sei troppo logorato”, ha detto la Rice.

La modalità “d’emergenza” del nostro organismo

Che si tratti di problemi di salute, perdita del lavoro o isolamento, gli ultimi due anni hanno esposto le persone a molti scenari in cui era necessario adattarsi allo stress. Quando ciò accade, il corpo reagisce per garantire una risposta all’altezza dei rischi: aumenta l’adrenalina, diminuisce il sonno e aumenta le energie così da poter gestire il fattore di stress. Questa modalità “d’emergenza”, però, non può durare a lungo. Il rischio è quello di sentirsi come una pila scarica. Per molti le riserve emotive sono ora troppo basse per vivere un altro periodo di ansia.

L’incapacità di prevedere ciò che avviene

C’è un ulteriore fattore di rischio per la nostra psiche, nella situazione attuale: molti di noi, infatti, pensavano che dopo un periodo di reciproche minacce tra le parti l’emergenza sarebbe passata. Il dialogo, secondo molte persone comuni così come molti analisti specializzati, alla fine avrebbe vinto, affermando il primato della ragionevolezza su quello della violenza. Così non è stato, e ora in molti mettono in dubbio la propria capacità di leggere gli eventi.

I rischi dell’infodemia

Questa incertezza ci ha aperto gli occhi sulla necessità di vedere gli accadimenti nella loro complessità “tridimensionale”. CI ha ricordato l’importanza dell’approfondimento. Comprendere gli eventi globali può essere produttivo, ma se sei incollato a ogni aggiornamento e non riesci a concentrarti su altre cose, potresti dover stabilire dei limiti a quanto spesso e per quanto tempo ti informi sulla guerra. È accettabile, anche importante, disimpegnarsi dall’argomento di tanto in tanto, ha detto l’esperta sentita dalla CNN. Passa a uno spettacolo o un podcast divertente invece di seppellirti nella tragedia, leggi un buon libro o fai qualcosa che ami.

Quando starai bene, sarai pronto a pensare al prossimo

Ci sono molte ragioni per cui i combattimenti in un altro paese potrebbero avere un impatto su di te. Non minimizzarli, è importante esserne consapevoli ed elaborarli, ha detto la Rice. Sii consapevole dei segni fisici che gli eventi ti provocano: cambiamenti nell’appetito, problemi di stomaco, insonnia, tensione muscolare e irritabilità. Non aver paura di affidarti ad attività come scrivere un diario, stare all’aria aperta, parlare con persone a cui vuoi bene e impegnarti con le tue passioni. Quando avrai iniziato a far fronte alle tue reazioni, potra iniziare ad aiutare gli altri.

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